CONTI DI BIANDRATE:
Prima del XII secolo furono contrapposti ai vescovi novaresi, che ne contendevano il dominio sull'Ossola e al 1172 risale l'inimicizia con Asti, che si era legata all'imperatore per avere la forza di contrastare, insieme alla Lega Lombarda, i nemici tradizionali, fra cui i Biandrate, appunto: la dedizione dei conti di Biandrate, del 1290, avrebbe segnato il culmine della potenza del Comune di Asti. Tra il 1189 e il 1192 il comune di Ivrea sostenne i diritti vescovili e la propria autonomia dalle mire dei conti di Biandrate, che cercavano nel canavese un risarcimento alla perdita dei possedimenti subita a causa di vercellesi e novaresi. La rivolta del popolo ne ottenne la cacciata, cui si accompagnò la distruzione del castello di San Maurizio (il cosiddetto Castellazzo, che nel 1190 il Barbarossa aveva donato a Ranieri, figlio di Guido). Nel XII secolo proprio l'allontanamento del Barbarossa dal chierese fu all'origine della rinascita della zona: da ciò i Biandrate ottennero per il conte Guido il feudo di Chieri dal vescovo, pienamente approvato dall'imperatore. I chiedesi, vedendo i Biandrate come dominatori intollerabili, diedero inizio a quelle manovre, tese a riacquistare la libertà, che portarono, nel 1168, all'investitura da parte del vescovo torinese Carlo II di tutti gli usi e le consuetudini già esistenti e dei diritti feudali di cui egli già godeva. L'ostilità ai Biandrate da parte dei chieresi fu appoggiata dagli astigiani, cui i conti ostacolavano il libero transito dei mercanti attraverso i loro domini: nel 1172 il conte Uberto fu costretto a scendere a patti con i due comuni, che avevano conseguito la vittoria. Ancora con Chieri i Biandrate ebbero contrasti, finché nel 1229 una sentenza arbitrale pose termine a molte delle pretese dei Biandrate. Dopo il 1202, anno in cui Ivrea si rappacificò con Vercelli (cui il Biandrate aveva chiesto la cittadinanza, in seguito alla ribellione eporediese), il comune di Ivrea e Ranieri stabilirono un accordo, che nel 1209 valse a questi la conferma della concessione imperiale su Ivrea da parte di Ottone IV. Nel 1213, per la fusione del Comune di Ivrea e del Canavese, i Biandrate, conti del Canavese, comprendono nella loro denominazione altre famiglie. In seguito alla discesa di Federico Barbarossa si rafforzò la signoria del vescovo di Ivrea, fedele alla parte imperiale; da allora i Biandrate furono introdotti nella vita eporediese. Nel 1220 a Guido Biandrate fu riconosciuta dall'imperatore la signoria su Ivrea, per la fedeltà mostrata dal casato alla sua persona: il conte Guido ottenne la concessione del castello di Ivrea da parte dello stesso Barbarossa. V. anche EPOREDIESE