Descrizione

Comune collinare, di recente costituzione, la cui economia si basa su una modesta presenza industriale. I vajontesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati tutti nel capoluogo comunale. Il territorio, poco esteso, ha un profilo geometrico leggermente ondulato, con differenze di altitudine appena accennate, che determinano nell’abitato, formato da case tutte uguali, un andamento plano-altimetrico per lo più pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, il palazzo municipale, sormontato da una stella a sei raggi e accompagnato in punta da tre monti all’italiana; il tutto è d’argento.

Comune collinare, di recente costituzione, la cui economia si basa su una modesta presenza industriale. I vajontesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati tutti nel capoluogo comunale. Il territorio, poco esteso, ha un profilo geometrico leggermente ondulato, con differenze di altitudine appena accennate, che determinano nell’abitato, formato da case tutte uguali, un andamento plano-altimetrico per lo più pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, il palazzo municipale, sormontato da una stella a sei raggi e accompagnato in punta da tre monti all’italiana; il tutto è d’argento.

Storia

È nata con la legge regionale del 16 giugno 1971 n. 22. La sua costituzione è da porre in relazione con la tragedia del Vajònt. Era il 9 ottobre del 1963: dal monte Toc si staccò una grande quantità di detriti, che finì nel lago del Vajònt formato dalla diga, che prendeva il nome dalla valle e dal torrente omonimi (dal latino VALLEONE, derivante a sua volta da VALLIS, ‘valle’) e costruita per usi idroelettrici. Ciò provocò la tracimazione delle acque del lago: un’onda gigantesca si riversò dapprima sull’abitato di Erto e Casso e poi, scavalcata la diga, piombò sulla vallata sottostante, distruggendo più paesi, tra cui Longarone. Le vittime furono oltre duemila. Il sogno di sviluppo, che la costruzione della diga aveva fatto nascere nella gente del posto, venne così infranto in pochi minuti e sostituito da polemiche e inchieste: per molti il disastro poteva essere previsto, essendo il monte Toc soggetto a continue frane. A seguito della tragedia parte delle famiglie di Erto e Casso si trasferirono nella zona chiamata “del Giulio”, messa a loro disposizione dall’amministrazione di Maniago. Sorse così un nuovo insediamento che, dopo essere stato, dal 1966 al 1971, una località del comune di Erto e Casso, acquistò l’autonomia amministrativa. Terminato il breve periodo di commissariamento, il primo consiglio comunale fu eletto nel 1972. I terremoti del 1976 non vi hanno provocato grandi danni. Essendo di recente origine, non vi sono edifici di rilevanza storico-architettonica; un cenno merita la chiesa parrocchiale che, con l’annesso cimitero, emerge sulla piatta struttura urbanistica dell’abitato.

È nata con la legge regionale del 16 giugno 1971 n. 22. La sua costituzione è da porre in relazione con la tragedia del Vajònt. Era il 9 ottobre del 1963: dal monte Toc si staccò una grande quantità di detriti, che finì nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LAGODELVAJONT'>lago del Vajònt</a> formato dalla diga, che prendeva il nome dalla valle e dal torrente omonimi (dal latino VALLEONE, derivante a sua volta da VALLIS, ‘valle’) e costruita per usi idroelettrici. Ciò provocò la tracimazione delle acque del lago: un’onda gigantesca si riversò dapprima sull’abitato di Erto e Casso e poi, scavalcata la diga, piombò sulla vallata sottostante, distruggendo più paesi, tra cui Longarone. Le vittime furono oltre duemila. Il sogno di sviluppo, che la costruzione della diga aveva fatto nascere nella gente del posto, venne così infranto in pochi minuti e sostituito da polemiche e inchieste: per molti il disastro poteva essere previsto, essendo il monte Toc soggetto a continue frane. A seguito della tragedia parte delle famiglie di Erto e Casso si trasferirono nella zona chiamata “del Giulio”, messa a loro disposizione dall’amministrazione di Maniago. Sorse così un nuovo insediamento che, dopo essere stato, dal 1966 al 1971, una località del comune di Erto e Casso, acquistò l’autonomia amministrativa. Terminato il breve periodo di commissariamento, il primo consiglio comunale fu eletto nel 1972. I terremoti del 1976 non vi hanno provocato grandi danni. Essendo di recente origine, non vi sono edifici di rilevanza storico-architettonica; un cenno merita la chiesa parrocchiale che, con l’annesso cimitero, emerge sulla piatta struttura urbanistica dell’abitato.

Economia

Non si registra la presenza di particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e municipale. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Il quadro economico non risulta molto fiorente: la limitatezza del territorio comunale ostacola l’insediamento di attività produttive di una certa rilevanza. L’agricoltura e la zootecnia sono praticamente assenti, mentre l’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti edile, metalmeccanico e del legno. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare i bisogni primari della comunità) e dei servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. Priva di servizi più qualificati, come quello bancario, non dispone di strutture sociali degne di nota, quali asili nido o case di riposo. Le strutture scolastiche permettono di frequentare le classi dell’obbligo; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico, mentre per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Non si registra la presenza di particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e municipale. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Il quadro economico non risulta molto fiorente: la limitatezza del territorio comunale ostacola l’insediamento di attività produttive di una certa rilevanza. L’agricoltura e la zootecnia sono praticamente assenti, mentre l’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti edile, metalmeccanico e del legno. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare i bisogni primari della comunità) e dei servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. Priva di servizi più qualificati, come quello bancario, non dispone di strutture sociali degne di nota, quali asili nido o case di riposo. Le strutture scolastiche permettono di frequentare le classi dell’obbligo; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico, mentre per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Relazioni

Oltre a non figurare tra le mete turistiche più celebrate della zona, per la mancanza di particolari attrattive dal punto di vista paesaggistico e artistico, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera locale; diffuso è infatti il pendolarismo verso le aree più industrializzate. I rapporti con il circondario, cui la popolazione si rivolge pure per frequentare gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado ed usufruire dei servizi non forniti sul posto, sono piuttosto intensi e favoriti da un agevole sistema di collegamenti; si intensificano in occasione delle numerose manifestazioni che si tengono tra maggio e luglio. La festa patronale, dedicata all’Esaltazione della Santa Croce, viene celebrata il 14 settembre.

Oltre a non figurare tra le mete turistiche più celebrate della zona, per la mancanza di particolari attrattive dal punto di vista paesaggistico e artistico, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera locale; diffuso è infatti il pendolarismo verso le aree più industrializzate. I rapporti con il circondario, cui la popolazione si rivolge pure per frequentare gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado ed usufruire dei servizi non forniti sul posto, sono piuttosto intensi e favoriti da un agevole sistema di collegamenti; si intensificano in occasione delle numerose manifestazioni che si tengono tra maggio e luglio. La festa patronale, dedicata all’Esaltazione della Santa Croce, viene celebrata il 14 settembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Vajont rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.