Descrizione

Centro collinare di origine molto antica, la cui economia è sorretta dal terziario e, in misura minore, dall’industria. I tolfetani, con un indice di vecchiaia nella media, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce nella località Santa Severa Nord, nell’aggregato urbano elementare di La Scaglia e in alcune case sparse sui fondi. L’abitato, addossato a rupi scoscese e sovrastato dai ruderi di un castello, è costituito da un nucleo medievale dalla caratteristica pianta a semicerchio e da una zona più recente, abbellita da palazzi barocchi e rinascimentali. La posizione geografica dei monti della Tolfa, che formano una barriera tra il territorio comunale e la costa tirrenica, permette ad alcune specie vegetali tipiche delle quote elevate di sopravvivere accanto alla macchia mediterranea: fitti boschi di castagni, faggi e querce, generalmente rari a queste altitudini, si alternano così ad ampie praterie adibite al pascolo e offrono rifugio a lepri, cinghiali, volpi e tassi nonché a varie specie di uccelli rari. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurato su una verde pianura un castello munito di tre torri accompagnato da una figura di donna anziana che conduce un vitello; nella “punta” dello scudo compare inoltre un monte d’oro a tre cime.

Centro collinare di origine molto antica, la cui economia è sorretta dal terziario e, in misura minore, dall’industria. I tolfetani, con un indice di vecchiaia nella media, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce nella località Santa Severa Nord, nell’aggregato urbano elementare di La Scaglia e in alcune case sparse sui fondi. L’abitato, addossato a rupi scoscese e sovrastato dai ruderi di un castello, è costituito da un nucleo medievale dalla caratteristica pianta a semicerchio e da una zona più recente, abbellita da palazzi barocchi e rinascimentali. La posizione geografica dei monti della Tolfa, che formano una barriera tra il territorio comunale e la costa tirrenica, permette ad alcune specie vegetali tipiche delle quote elevate di sopravvivere accanto alla macchia mediterranea: fitti boschi di castagni, faggi e querce, generalmente rari a queste altitudini, si alternano così ad ampie praterie adibite al pascolo e offrono rifugio a lepri, cinghiali, volpi e tassi nonché a varie specie di uccelli rari. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurato su una verde pianura un castello munito di tre torri accompagnato da una figura di donna anziana che conduce un vitello; nella “punta” dello scudo compare inoltre un monte d’oro a tre cime.

Storia

In età preromana fu popolata dagli etruschi, che si dedicavano attivamente alla coltivazione della terra, all’allevamento, all’artigianato e all’estrazione di minerali. All’inizio del XIII secolo apparteneva alla Santa Sede e nel secolo successivo fu infeudata alla famiglia Frangipane. Nella seconda metà del Quattrocento la scoperta dell’allume modificò notevolmente l’assetto economico e sociale della comunità. Nel 1799 una violenta rivolta contro la Repubblica Romana fu duramente repressa dai francesi, che, malgrado la valorosa resistenza della popolazione locale, fucilarono molti tolfetani. Il toponimo deriva probabilmente da una base preromana TOLB/TOLE, di significato sconosciuto. Sul territorio comunale sono disseminate molte tombe etrusche a tumulo mentre risale all’epoca romana la villa della Fontanaccia. Tra gli edifici religiosi figurano la splendida chiesa rinascimentale di Santa Maria della Sughera e la chiesa di Cibona, dalla sontuosa facciata barocca. Resistono tuttora al trascorrere del tempo i ruderi del Castellaccio, risalente al XII secolo.

In età preromana fu popolata dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a>, che si dedicavano attivamente alla coltivazione della terra, all’allevamento, all’artigianato e all’estrazione di minerali. All’inizio del XIII secolo apparteneva alla Santa Sede e nel secolo successivo fu infeudata alla famiglia Frangipane. Nella seconda metà del Quattrocento la scoperta dell’allume modificò notevolmente l’assetto economico e sociale della comunità. Nel 1799 una violenta rivolta contro la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=REPUBBLICAROMANA'>Repubblica Romana</a> fu duramente repressa dai francesi, che, malgrado la valorosa resistenza della popolazione locale, fucilarono molti tolfetani. Il toponimo deriva probabilmente da una base preromana TOLB/TOLE, di significato sconosciuto. Sul territorio comunale sono disseminate molte tombe etrusche a tumulo mentre risale all’epoca romana la villa della Fontanaccia. Tra gli edifici religiosi figurano la splendida chiesa rinascimentale di Santa Maria della Sughera e la chiesa di Cibona, dalla sontuosa facciata barocca. Resistono tuttora al trascorrere del tempo i ruderi del Castellaccio, risalente al XII secolo.

Economia

Attività economiche tradizionali, quali l’allevamento di bovini, la coltivazione di cereali, ortaggi e olive nonché la lavorazione del legno, del ferro battuto e del cuoio, rivestono ancora una certa importanza nell’ambito dell’economia tolfetana; accanto ad esse figurano alcune dinamiche realtà industriali, attive nei comparti dei prodotti alimentari, della lavorazione della pietra, dei metalli e della meccanica; il quadro dell’economia locale è completato dalla presenza di un’articolata rete commerciale e di una buona dotazione di servizi privati, comprendente sportelli bancari e agenzie assicurative e immobiliari. Il comune, provvisto degli ordinari uffici municipali e postali, di una stazione dei carabinieri e delle scuole dell’obbligo, è sede di una biblioteca comunale e di un museo civico, che custodisce i reperti rinvenuti nelle locali necropoli etrusche. L’apparato ricettivo annovera ristoranti e strutture per il soggiorno mentre l’assistenza sanitaria è assicurata dalla farmacia, da un poliambulatorio e da un centro di salute mentale.

Attività economiche tradizionali, quali l’allevamento di bovini, la coltivazione di cereali, ortaggi e olive nonché la lavorazione del legno, del ferro battuto e del cuoio, rivestono ancora una certa importanza nell’ambito dell’economia tolfetana; accanto ad esse figurano alcune dinamiche realtà industriali, attive nei comparti dei prodotti alimentari, della lavorazione della pietra, dei metalli e della meccanica; il quadro dell’economia locale è completato dalla presenza di un’articolata rete commerciale e di una buona dotazione di servizi privati, comprendente sportelli bancari e agenzie assicurative e immobiliari. Il comune, provvisto degli ordinari uffici municipali e postali, di una stazione dei carabinieri e delle scuole dell’obbligo, è sede di una biblioteca comunale e di un museo civico, che custodisce i reperti rinvenuti nelle locali necropoli etrusche. L’apparato ricettivo annovera ristoranti e strutture per il soggiorno mentre l’assistenza sanitaria è assicurata dalla farmacia, da un poliambulatorio e da un centro di salute mentale.

Relazioni

Nota per la bellezza del patrimonio naturale e storico-artistico, si sta imponendo come meta di turismo termale, grazie alla presenza di alcune sorgenti di acqua sulfurea e ferruginosa. Di notevole interesse sono le molte feste folcloristiche e religiose comprese nel calendario tolfetano: la domenica successiva al 17 gennaio hanno luogo i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, con la tradizionale benedizione degli animali, seguita da corse di cavalli maremmani; il Venerdì Santo una solenne processione, composta, tra gli altri, da penitenti che trascinano pesanti catene e da un drappello di soldati romani a cavallo, si snoda per le vie dell’abitato; la prima domenica di agosto si svolge il caratteristico torneo dei butteri, seguito dalla sagra del prosciutto, da una fiera di bestiame e da una mostra di artigianato; il 25 dicembre vengono suonate antiche nenie mentre nella piazza principale ottanta ragazzi in costume danno vita a un suggestivo presepe vivente. La festa del Patrono Sant’Egidio si celebra il primo settembre; i festeggiamenti popolari comprendono una gara di butteri maremmani e la vendita dei vitelli da essi catturati.

Nota per la bellezza del patrimonio naturale e storico-artistico, si sta imponendo come meta di turismo termale, grazie alla presenza di alcune sorgenti di acqua sulfurea e ferruginosa. Di notevole interesse sono le molte feste folcloristiche e religiose comprese nel calendario tolfetano: la domenica successiva al 17 gennaio hanno luogo i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, con la tradizionale benedizione degli animali, seguita da corse di cavalli maremmani; il Venerdì Santo una solenne processione, composta, tra gli altri, da penitenti che trascinano pesanti catene e da un drappello di soldati romani a cavallo, si snoda per le vie dell’abitato; la prima domenica di agosto si svolge il caratteristico torneo dei butteri, seguito dalla sagra del prosciutto, da una fiera di bestiame e da una mostra di artigianato; il 25 dicembre vengono suonate antiche nenie mentre nella piazza principale ottanta ragazzi in costume danno vita a un suggestivo presepe vivente. La festa del Patrono Sant’Egidio si celebra il primo settembre; i festeggiamenti popolari comprendono una gara di butteri maremmani e la vendita dei vitelli da essi catturati.

Località

La Lizzera, La Scaglia, Rota, Santa Severa Nord

La Lizzera, La Scaglia, Rota, Santa Severa Nord

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Tolfa rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.