Descrizione
Comune collinare, di origine romana, caratterizzato da un’economia agro-pastorale. I santandriesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, interessato da crescita edilizia, mostra un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari. La tipologia abitativa tradizionale si presenta prevalentemente a un solo piano, con l’edificio sul fondo del lotto e cortile aperto verso la strada da ampio portale. Nelle costruzioni c’è l’impiego contemporaneo di materiali lapidei differenti e le caratterizzazioni ambientali ripetono gli schemi tipici degli insediamenti di montagna della zona. Lo stemma comunale, inquartato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Il primo campo, azzurro, racchiude una croce di Sant’Andrea, d’argento; nel secondo riquadro, a sfondo rosso, spiccano cinque spighe di grano d’oro; il terzo quarto, dorato, riproduce un grappolo d’uva purpureo; nella quarta sezione, a sfondo azzurro, figura, infine, una pecora d’argento nell’atto di camminare su una verde campagna.
Storia
Il toponimo, documentato nell’anno 1765 come “San Andrea de Frias”, rappresenta, secondo qualche studioso, un composto di un agionimo, “Sant’Andrea”, e di “Frius”, corrispondente al campidanese “frius”, cioè ‘freddo’, dal latino FRIGIDUS. Testimonianze archeologiche documentano, nel territorio circostante, insediamenti di epoca romana. Le prime notizie storiche relative alle prime vicende del borgo risalgono all’XI secolo, quando fu compreso nella curatoria della Trexenta, nel Giudicato di Cagliari. Nel 1119 venne donata, insieme alle altre ville della Trexenta, dal giudice Mariano Torchitorio II al figlio Costantino Salusio III. Dopo la caduta del giudicato passò sotto il dominio dei pisani e quindi degli aragonesi. Nel 1258 passò ai Visconti di Gallura, nel 1594 alla contea di Villasar e, infine, ai De Silva Alagon. Interessante sotto il profilo storico-architettonico è la chiesa parrocchiale. Nel centro abitato sono state rinvenute testimonianze di cultura materiale di epoca protosarda, consistenti in un corredo funerario di tomba a cassone, con due scheletri inumati: un lungo coltello, due cuspidi di lancia, un campanello di bronzo con battente in ferro; del periodo romano si hanno: una piccola fibula, varie perline in pasta vitrea e due monete forate da un grosso buco; in località “Lina Pertunta”, in un edificio a pianta rettangolare, sono stati rinvenuti degli ex-voto in terracotta, riproducenti parti del corpo umano di diversa grandezza, orecchini d’argento, un orecchino d’oro a forma di cuore con uno smeraldo incastonato e numerose monete.
Economia
È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta; si allevano anche bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, metalmeccanico ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva, ma necessita di servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.
Relazioni
La posizione favorevole fa di essa una delle mete turistiche più interessanti della zona. Tra le numerose manifestazioni: il Carnevale, celebrato nelle due domeniche poste a cavallo del martedì grasso. La prima domenica è dedicata alle maschere e ai carri allegorici, con sfilata per le vie periferiche del borgo e conclusione con gran zippolata e favata; la seconda domenica è dedicata all’equitazione: i cavalieri con i loro tradizionali costumi e la maschera di “I Cavalieri di San Giorgio” si esibiscono nella “corsa al drago” e nelle spericolate pariglie. Ad agosto l’importantissima sagra del mandorlo. La festa del Patrono, Sant’Andrea, si festeggia il 30 novembre ed è caratterizzata dalla presenza “de is maistus de gera” (gli artigiani che lavorano la cera), “i si ziusu de is turroisi e costeddeddasa de paradasa” (i bancarellisti venditori di torrone e biscotti sardi), “is pisciaiusu cun sa lissa e s’anguidda arrustia” (i pescivendoli di muggine e anguille arrosto) e le “su pranteri de cibudda” (bancarelliste di piantine di cipolla).
Località
- Popolazione 1.801
- Lat 39° 28' 36,93'' 39.47692500
- Long 9° 10' 14,10'' 9.17058333
- CAP 09040
- Prefisso 070
- Codice ISTAT 092061
- Codice Catasto I271
- Altitudine slm 279 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno C/1376 - Superficie 36.43 Km2
- Densità 49,44 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 05:11
- Tramonto 19:27