Descrizione

Comune di montagna, di origine antica, con un'economia basata principalmente sulle tradizionali attività agricole e industriali. I premosellesi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Colloro e Cuzzago e in poche case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.098 metri sul livello del mare. L'abitato, caratterizzato da espansione edilizia, sorge sul conoide di deiezione formato dal rio Del Ponte alla sinistra del Toce; il suo andamento plano-altimetrico è tipico montano.

Comune di montagna, di origine antica, con un'economia basata principalmente sulle tradizionali attività agricole e industriali. I premosellesi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Colloro e Cuzzago e in poche case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.098 metri sul livello del mare. L'abitato, caratterizzato da espansione edilizia, sorge sul conoide di deiezione formato dal rio Del Ponte alla sinistra del Toce; il suo andamento plano-altimetrico è tipico montano.

Storia

La prima documentazione del toponimo compare nel 910 con “Bromosello” e dopo il Mille con “Bramosellus”, diminutivo di “Bramosus”, il cui significato è legato alla natura selvaggia e boscosa della zona, adatta a offrire nascondiglio alle fiere. Qualche studioso, invece, preferisce interpretare l'aggettivo come allusivo ad “avidità” o, nel caso del terreno, ad “avarizia”, ma l'idea sembra meno convincente. La zona era occupata già dai romani: si trattava di un fondovalle paludoso, con qualche laghetto. A partire dal 488 d.C. attraverso l'Ossola scesero i barbari: borgognoni, longobardi, franchi. Nel XIV secolo passò sotto i Visconti, che successivamente cedettero tutta l'Ossola Inferiore ai conti Borromei di Arona. Nel 1572 gli statuti inviati in Spagna furono firmati da Filippo II. Durante le guerre napoleoniche la valle fu percorsa da soldati russi e croati, infine fu aggregata alla Repubblica Cisalpina. Nel 1814, vinto Napoleone, l'Ossola tornò sotto Vittorio Emanuele I di Savoia. Durante la guerra di liberazione Colloro fu il quartier generale dei partigiani della divisione Val d'Ossola, comandata da Superti. Il 10 settembre 1944 dopo la liberazione temporanea della zona si costituì la Repubblica dell'Ossola, che durò una quarantina di giorni. Nel 1960 al toponimo fu aggiunto “Chiovenda” in ricordo dell'insigne cittadino. Tra le testimonianze storico-architettoniche di maggior rilievo figurano: la chiesetta della casa di riposo, dove sono visibili tre affreschi del Quattrocento, e la chiesa parrocchiale, risultato di un ampliamento seicentesco della chiesa precedente, nella quale resta un dipinto del XV secolo.

La prima documentazione del toponimo compare nel 910 con “Bromosello” e dopo il Mille con “Bramosellus”, diminutivo di “Bramosus”, il cui significato è legato alla natura selvaggia e boscosa della zona, adatta a offrire nascondiglio alle fiere. Qualche studioso, invece, preferisce interpretare l'aggettivo come allusivo ad “avidità” o, nel caso del terreno, ad “avarizia”, ma l'idea sembra meno convincente. La zona era occupata già dai romani: si trattava di un fondovalle paludoso, con qualche laghetto. A partire dal 488 d.C. attraverso l'Ossola scesero i barbari: <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BORGOGNONI'>borgognoni</a>, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FRANCHI'>franchi</a>. Nel XIV secolo passò sotto i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a>, che successivamente cedettero tutta l'Ossola Inferiore ai conti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BORROMEI'>Borromei</a> di Arona. Nel 1572 gli statuti inviati in Spagna furono firmati da Filippo II. Durante le guerre napoleoniche la valle fu percorsa da soldati russi e croati, infine fu aggregata alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=REPUBBLICACISALPINA'>Repubblica Cisalpina</a>. Nel 1814, vinto <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=NAPOLEONE'>Napoleone</a>, l'Ossola tornò sotto Vittorio Emanuele I di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>. Durante la guerra di liberazione Colloro fu il quartier generale dei partigiani della divisione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VALDOSSOLA'>Val d'Ossola</a>, comandata da Superti. Il 10 settembre 1944 dopo la liberazione temporanea della zona si costituì la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=REPUBBLICADELLOSSOLA'>Repubblica dell'Ossola</a>, che durò una quarantina di giorni. Nel 1960 al toponimo fu aggiunto “Chiovenda” in ricordo dell'insigne cittadino. Tra le testimonianze storico-architettoniche di maggior rilievo figurano: la chiesetta della casa di riposo, dove sono visibili tre affreschi del Quattrocento, e la chiesa parrocchiale, risultato di un ampliamento seicentesco della chiesa precedente, nella quale resta un dipinto del XV secolo.

Economia

È sede di Pro Loco e di carabinieri. L'agricoltura, basata sulla produzione di cereali e foraggi, è integrata dall'allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L'industria è il perno dell'economia locale e opera nei comparti alimentare (lattiero-caseario), edile, metallurgico, elettronico, chimico, delle confezioni, della lavorazione del legno, della pietra, della produzione e distribuzione di gas e della fabbricazione dei mobili. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale oltre che dell'insieme dei servizi, che comprendono anche quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Le scuole del posto assicurano l'istruzione materna ed elementare; per l'arricchimento culturale si segnala la presenza della biblioteca civica e del museo etnografico “Ca vegia”. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie sono garantite dal servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco e di carabinieri. L'agricoltura, basata sulla produzione di cereali e foraggi, è integrata dall'allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L'industria è il perno dell'economia locale e opera nei comparti alimentare (lattiero-caseario), edile, metallurgico, elettronico, chimico, delle confezioni, della lavorazione del legno, della pietra, della produzione e distribuzione di gas e della fabbricazione dei mobili. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale oltre che dell'insieme dei servizi, che comprendono anche quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Le scuole del posto assicurano l'istruzione materna ed elementare; per l'arricchimento culturale si segnala la presenza della biblioteca civica e del museo etnografico “Ca vegia”. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie sono garantite dal servizio farmaceutico.

Relazioni

È dotata di notevoli attrattive naturali e paesaggistiche, come il Parco Nazionale della Val Grande e l'oasi faunistica del WWF di “Bosco Tenso”; offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini piatti della cucina locale come la torta del pane al rosmarino, cotta nei vecchi piatti di terracotta, e il “masarèt”, una ricotta salata e fatta stagionare in rozzi contenitori di corteccia. Tra le manifestazioni folcloristiche quella che vanta origini più antiche è la “carcavègia”: durante i primi giorni del nuovo anno, i ragazzi vanno in giro per le vie del borgo alla ricerca di fascine di legna che serviranno, la sera del 5 gennaio, per il rogo della vecchia che simboleggia l'arrivo del nuovo anno. La manifestazione che attira molti spettatori dai comuni vicini è il palio degli asini, che si svolge a ferragosto: iniziato per burla da un gruppo di premosellesi nell'immediato dopoguerra, è diventato ormai una tradizione paesana. Ispirandosi al palio di Siena il borgo viene diviso in dieci rioni o cantoni, corrispondenti ai rioni storici. Il Patrono, San Gottardo, si festeggia il 4 maggio. È patria di Giuseppe Chiovenda, giurista di fama internazionale, fondatore della moderna scienza processuale civile italiana.

È dotata di notevoli attrattive naturali e paesaggistiche, come il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PARCONAZIONALEDELLAVALGRANDE'>Parco Nazionale della Val Grande</a> e l'oasi faunistica del WWF di “Bosco Tenso”; offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini piatti della cucina locale come la torta del pane al rosmarino, cotta nei vecchi piatti di terracotta, e il “masarèt”, una ricotta salata e fatta stagionare in rozzi contenitori di corteccia. Tra le manifestazioni folcloristiche quella che vanta origini più antiche è la “carcavègia”: durante i primi giorni del nuovo anno, i ragazzi vanno in giro per le vie del borgo alla ricerca di fascine di legna che serviranno, la sera del 5 gennaio, per il rogo della vecchia che simboleggia l'arrivo del nuovo anno. La manifestazione che attira molti spettatori dai comuni vicini è il palio degli asini, che si svolge a ferragosto: iniziato per burla da un gruppo di premosellesi nell'immediato dopoguerra, è diventato ormai una tradizione paesana. Ispirandosi al palio di Siena il borgo viene diviso in dieci rioni o cantoni, corrispondenti ai rioni storici. Il Patrono, San Gottardo, si festeggia il 4 maggio. È patria di Giuseppe Chiovenda, giurista di fama internazionale, fondatore della moderna scienza processuale civile italiana.

Località

Colloro, Cuzzago

Colloro, Cuzzago

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Premosello-Chiovenda rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.