Descrizione

Comune collinare di origini medievali; l’economia locale, tradizionalmente rurale, ha subito un’accelerazione in seguito all’affermazione di alcune imprese industriali, impegnate soprattutto nei comparti tessile e delle confezioni. I pegliesi presentano un indice di vecchiaia nella media e risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale, disposto con pianta compatta sulla sommità di un antico masso di gessite e affacciato sul corso del fiume Metauro; il resto della comunità si distribuisce nei piccolissimi aggregati urbani di Calariccia, Case Nuove e San Donnino nonché in alcune case sparse sui fondi. Il territorio comunale presenta le caratteristiche tipiche della fascia collinare preappenninica, che alterna le geometrie dei coltivi alle formazioni compatte di faggi e roverelle; poco lontano, in direzione dell’Alpe della Luna e del Sasso Simone, si stagliano solitarie e nude le rocce calcaree dette localmente “penne”, che offrono allo sguardo uno spettacolo naturale sorprendente e mutevole.

Comune collinare di origini medievali; l’economia locale, tradizionalmente rurale, ha subito un’accelerazione in seguito all’affermazione di alcune imprese industriali, impegnate soprattutto nei comparti tessile e delle confezioni. I pegliesi presentano un indice di vecchiaia nella media e risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale, disposto con pianta compatta sulla sommità di un antico masso di gessite e affacciato sul corso del fiume Metauro; il resto della comunità si distribuisce nei piccolissimi aggregati urbani di Calariccia, Case Nuove e San Donnino nonché in alcune case sparse sui fondi. Il territorio comunale presenta le caratteristiche tipiche della fascia collinare preappenninica, che alterna le geometrie dei coltivi alle formazioni compatte di faggi e roverelle; poco lontano, in direzione dell’Alpe della Luna e del Sasso Simone, si stagliano solitarie e nude le rocce calcaree dette localmente “penne”, che offrono allo sguardo uno spettacolo naturale sorprendente e mutevole.

Storia

Citata nelle più antiche fonti documentarie come CASTRUM PILEI, seguì dal Medioevo le vicende storiche di Urbania. Di fede guelfa, fu al centro prima di lunghi scontri militari tra guelfi e ghibellini e in seguito di accese dispute tra le famiglie dei Malatesta e dei Montefeltro, per poi attraversare un periodo di tranquillità e benessere sotto il governo dei Della Rovere. Nel 1631, in seguito alla devoluzione del ducato di Urbino alla Chiesa, entrò a far parte dello Stato Pontificio fino all’unità d’Italia, fatta eccezione per la breve parentesi della dominazione francese, negli anni a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Nel 1928 fu aggregata al comune di Urbania e solo nel 1947 riconquistò l’autonomia amministrativa. Il toponimo è menzionato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche (anni 1290-1291); quanto all’origine, potrebbe derivare da un personale latino PELIUS o PELLIUS ma si considera formalmente possibile anche una derivazione dal latino PILLEUS, ‘elmo’, inteso come metafora geomorfica. L’abitato, caratterizzato nel complesso da un aspetto medievale, racchiude un’antica torre quadrangolare con una preziosa campana e la parrocchiale barocca di San Fortunato, che contiene due cripte e una pregevole Via Crucis seicentesca in formelle di ceramica.

Citata nelle più antiche fonti documentarie come CASTRUM PILEI, seguì dal Medioevo le vicende storiche di Urbania. Di fede <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GUELFA'>guelfa</a>, fu al centro prima di lunghi scontri militari tra <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GUELFI'>guelfi</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GHIBELLINI'>ghibellini</a> e in seguito di accese dispute tra le famiglie dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a> e dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MONTEFELTRO'>Montefeltro</a>, per poi attraversare un periodo di tranquillità e benessere sotto il governo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a>. Nel 1631, in seguito alla devoluzione del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DUCATODIURBINO'>ducato di Urbino</a> alla Chiesa, entrò a far parte dello Stato Pontificio fino all’unità d’Italia, fatta eccezione per la breve parentesi della dominazione francese, negli anni a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Nel 1928 fu aggregata al comune di Urbania e solo nel 1947 riconquistò l’autonomia amministrativa. Il toponimo è menzionato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche (anni 1290-1291); quanto all’origine, potrebbe derivare da un personale latino PELIUS o PELLIUS ma si considera formalmente possibile anche una derivazione dal latino PILLEUS, ‘elmo’, inteso come metafora geomorfica. L’abitato, caratterizzato nel complesso da un aspetto medievale, racchiude un’antica torre quadrangolare con una preziosa campana e la parrocchiale barocca di San Fortunato, che contiene due cripte e una pregevole Via Crucis seicentesca in formelle di ceramica.

Economia

Alle tradizionali attività rurali, rivolte da tempo immemorabile alla produzione di cereali e foraggi nonché all’allevamento bovino, suino e avicolo, si è affiancata da qualche tempo l’industria; quest’ultima, specializzata nei comparti dei prodotti tessili e delle confezioni, pur non avendo dimensioni notevoli è in grado di richiamare forza-lavoro dai comuni vicini. Ancora fermo a uno stadio embrionale di sviluppo è invece il terziario, che comprende una rete di distribuzione strettamente commisurata alle esigenze dei pegliesi e un apparato ricettivo non molto sviluppato ma comunque in grado di offrire possibilità di ristorazione e di soggiorno. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, il comune è dotato di scuole materne ed elementari ma difetta di rilevanti strutture atte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale, quali biblioteche e musei; la farmacia assicura l’assistenza sanitaria di base.

Alle tradizionali attività rurali, rivolte da tempo immemorabile alla produzione di cereali e foraggi nonché all’allevamento bovino, suino e avicolo, si è affiancata da qualche tempo l’industria; quest’ultima, specializzata nei comparti dei prodotti tessili e delle confezioni, pur non avendo dimensioni notevoli è in grado di richiamare forza-lavoro dai comuni vicini. Ancora fermo a uno stadio embrionale di sviluppo è invece il terziario, che comprende una rete di distribuzione strettamente commisurata alle esigenze dei pegliesi e un apparato ricettivo non molto sviluppato ma comunque in grado di offrire possibilità di ristorazione e di soggiorno. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, il comune è dotato di scuole materne ed elementari ma difetta di rilevanti strutture atte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale, quali biblioteche e musei; la farmacia assicura l’assistenza sanitaria di base.

Relazioni

Immersa in un ambiente collinare tranquillo e riposante, rappresenta un’ottima base di partenza per visite a città d’arte del calibro di Urbino e Urbania, oltre che per ascensioni alle cime dell’Alpe della Luna, che si ergono a poca distanza in territorio toscano. Le principali occasioni di contatto con l’esterno sono costituite dalle manifestazioni fieristiche e folcloristiche organizzate dalla comunità nell’arco dell’anno: spiccano tra queste le fiere del 23 aprile, del 9 giugno, del 13 luglio e del 9 ottobre. La festa del Patrono San Fortunato si celebra il 14 ottobre.

Immersa in un ambiente collinare tranquillo e riposante, rappresenta un’ottima base di partenza per visite a città d’arte del calibro di Urbino e Urbania, oltre che per ascensioni alle cime dell’Alpe della Luna, che si ergono a poca distanza in territorio toscano. Le principali occasioni di contatto con l’esterno sono costituite dalle manifestazioni fieristiche e folcloristiche organizzate dalla comunità nell’arco dell’anno: spiccano tra queste le fiere del 23 aprile, del 9 giugno, del 13 luglio e del 9 ottobre. La festa del Patrono San Fortunato si celebra il 14 ottobre.

Località