Descrizione

Cittadina di pianura, di origine altomedievale, la cui economia si basa su attività agricole, industriali e terziarie. I nonantolani, con un indice di vecchiaia superiore alla media, risiedono soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nelle località La Grande, Via Larga e Case Ponte Fossa, oltre che in numerosissime case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico molto regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato, che conserva resti delle fortificazioni medievali, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, raffigura, in campo argenteo, un libro nero, chiuso, a cui si sovrappongono due pastorali d’oro decussati; detto libro, sormontato da una mitra al naturale, è accompagnato dalle sillabe NO NA TU LA, in maiuscole romane rosse.

Cittadina di pianura, di origine altomedievale, la cui economia si basa su attività agricole, industriali e terziarie. I nonantolani, con un indice di vecchiaia superiore alla media, risiedono soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nelle località La Grande, Via Larga e Case Ponte Fossa, oltre che in numerosissime case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico molto regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato, che conserva resti delle fortificazioni medievali, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, raffigura, in campo argenteo, un libro nero, chiuso, a cui si sovrappongono due pastorali d’oro decussati; detto libro, sormontato da una mitra al naturale, è accompagnato dalle sillabe NO NA TU LA, in maiuscole romane rosse.

Storia

I primi insediamenti nella zona risalgono all’età del bronzo, stando ai reperti rinvenuti; a questi ne subentrarono altri di etruschi e romani. Il toponimo, che in documenti medievali compare nella forma Nonantula, è un derivato in -ula del numerale latino NONAGINTA, ‘novanta’, riferito a misure agrarie. Occupata dai longobardi, si sviluppò intorno all’abbazia benedettina, fondata da Sant’Anselmo sul terreno donatogli dal re Astolfo, verso la metà del secolo VIII. Importante luogo di cultura, il monastero fu distrutto durante un’incursione ungara; ricostruito nel X secolo, divenne uno dei maggiori centri di potere dell’intera penisola. Grazie alla presenza del cenobio, godette di una lunga protezione imperiale ma quando questa si attenuò, dopo il concordato di Worms, fu esposta a vari tentativi di conquista, da cui cercò di difendersi, sottomettendosi a Bologna. Verso la metà del 1100, fu rasa al suolo dai modenesi, che riuscirono poi a impossessarsene. Tornata, per tutto il XIV secolo, ai bolognesi, a principio del 1400 passò agli Este. Le sue vicende seguirono quelle dell’abbazia benedettina, trasformata in commenda e affidata, nel XVI secolo, a monaci cistercensi, sostituiti, sul finire del 1700, da un capitolo di canonici. Durante il periodo napoleonico fu unita a Crevalcore, recuperando l’autonomia amministrativa con la restaurazione estense. Annessa al regno sabaudo, partecipò alla lotta partigiana. Tra i monumenti spiccano: la chiesa abbaziale di San Silvestro, con la sottostante cripta; l’attiguo seminario; la trecentesca chiesa di Santa Filomena; quella di San Michele, della fine del IX secolo; la torre dei modenesi, della seconda metà del 1200; quella costruita dai bolognesi, nel XIV secolo; i palazzi Sertorio e Previdi; la villa Emma; l’oratorio della Beata Vergine della Rovere; l’antica parrocchiale di Redù.

I primi insediamenti nella zona risalgono all’età del bronzo, stando ai reperti rinvenuti; a questi ne subentrarono altri di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e romani. Il toponimo, che in documenti medievali compare nella forma Nonantula, è un derivato in -ula del numerale latino NONAGINTA, ‘novanta’, riferito a misure agrarie. Occupata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>, si sviluppò intorno all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ABBAZIABENEDETTINA'>abbazia benedettina</a>, fondata da Sant’Anselmo sul terreno donatogli dal re Astolfo, verso la metà del secolo VIII. Importante luogo di cultura, il monastero fu distrutto durante un’incursione ungara; ricostruito nel X secolo, divenne uno dei maggiori centri di potere dell’intera penisola. Grazie alla presenza del cenobio, godette di una lunga protezione imperiale ma quando questa si attenuò, dopo il concordato di Worms, fu esposta a vari tentativi di conquista, da cui cercò di difendersi, sottomettendosi a Bologna. Verso la metà del 1100, fu rasa al suolo dai modenesi, che riuscirono poi a impossessarsene. Tornata, per tutto il XIV secolo, ai bolognesi, a principio del 1400 passò agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ESTE'>Este</a>. Le sue vicende seguirono quelle dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ABBAZIABENEDETTINA'>abbazia benedettina</a>, trasformata in commenda e affidata, nel XVI secolo, a monaci cistercensi, sostituiti, sul finire del 1700, da un capitolo di canonici. Durante il periodo napoleonico fu unita a Crevalcore, recuperando l’autonomia amministrativa con la restaurazione estense. Annessa al regno sabaudo, partecipò alla lotta partigiana. Tra i monumenti spiccano: la chiesa abbaziale di San Silvestro, con la sottostante cripta; l’attiguo seminario; la trecentesca chiesa di Santa Filomena; quella di San Michele, della fine del IX secolo; la torre dei modenesi, della seconda metà del 1200; quella costruita dai bolognesi, nel XIV secolo; i palazzi Sertorio e Previdi; la villa Emma; l’oratorio della Beata Vergine della Rovere; l’antica parrocchiale di Redù.

Economia

è sede dello IAT (ufficio per l’informazione e l’assistenza per il turismo). Si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uva e altra frutta; diffuso è l’allevamento di suini e avicoli, seguito da quello di bovini, caprini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende che operano nei comparti edile, tessile, metalmeccanico, della produzione di gomma e della fabbricazione di mobili. È presente il servizio bancario; una buona rete distributiva e attività di consulenza informatica arricchiscono il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnala un asilo nido. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale si può usufruire di una biblioteca e del museo-tesoro dell’abbazia di San Silvestro. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in misura ridotta, anche di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

è sede dello IAT (ufficio per l’informazione e l’assistenza per il turismo). Si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uva e altra frutta; diffuso è l’allevamento di suini e avicoli, seguito da quello di bovini, caprini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende che operano nei comparti edile, tessile, metalmeccanico, della produzione di gomma e della fabbricazione di mobili. È presente il servizio bancario; una buona rete distributiva e attività di consulenza informatica arricchiscono il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnala un asilo nido. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale si può usufruire di una biblioteca e del museo-tesoro dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ABBAZIADISANSILVESTRO'>abbazia di San Silvestro</a>. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in misura ridotta, anche di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non sia tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di ammirarne il pregevole patrimonio storico-architettonico. Molto frequentata per lavoro, in quanto le attività produttive e soprattutto le industrie consentono un notevole assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni del circondario, grazie anche ai suoi esercizi commerciali. Tra le manifestazioni tradizionali, che richiamano visitatori dai dintorni: la fiera agricola delle attività di allevamento e il concorso ippico nazionale, a luglio; l’autunno musicale nonantolano. Il Patrono, San Silvestro, si festeggia il 31 dicembre. Dal 1992 è gemellata con Les Mureaux (Francia).

Sebbene non sia tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di ammirarne il pregevole patrimonio storico-architettonico. Molto frequentata per lavoro, in quanto le attività produttive e soprattutto le industrie consentono un notevole assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni del circondario, grazie anche ai suoi esercizi commerciali. Tra le manifestazioni tradizionali, che richiamano visitatori dai dintorni: la fiera agricola delle attività di allevamento e il concorso ippico nazionale, a luglio; l’autunno musicale nonantolano. Il Patrono, San Silvestro, si festeggia il 31 dicembre. Dal 1992 è gemellata con Les Mureaux (Francia).

Località

Bagazzano, Bonaghino, Campazzo, Canaletto, Case Limpide, Case Pellegrini, Case Ponta Fossa, Casette, La Bertolda, La Bocchetta, La Grande, La Selvatica, La Valluzza, Redù, Rubbiara, Via Larga, Villa Riva

Bagazzano, Bonaghino, Campazzo, Canaletto, Case Limpide, Case Pellegrini, Case Ponta Fossa, Casette, La Bertolda, La Bocchetta, La Grande, La Selvatica, La Valluzza, Redù, Rubbiara, Via Larga, Villa Riva

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Nonantola rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.