itala

Descrizione

“Comune sparso” con sede in località Piano. Di origini molto antiche, è sorretta principalmente dall’industria, cui si affiancano il terziario in crescita e l’agricoltura. I montoresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media si concentrano soprattutto nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce nelle località Borgo, Misciano, Piazza di Pandola, San Bartolomeo e San Felice nonché in una serie di aggregati urbani elementari e in un buon numero di case sparse sui fondi. L’abitato è adagiato in una piana alluvionale attraversata dal corso del torrente Solofrana; alle sue spalle si ergono alcune vette montuose che sfiorano i mille metri di altitudine. La varietà morfologica del territorio, classificato collinare, dà vita a paesaggi diversi: ammantate da boschi cedui di roverella, acero e cerro, misti talvolta a castagno, le pendici montuose declinano verso il fondovalle torrentizio, dove le fertili estensioni di terreno sono rivestite di coltivi.

Storia

Abitata sin dal paleolitico, fu popolata dai romani e successivamente sottoposta alla giurisdizione di ABELLINUM; verso la metà del VI secolo d.C. fu inoltre teatro una battaglia tra i goti e i bizantini di Narsete. Le prime notizie certe sulla sua esistenza risalgono tuttavia al periodo della dominazione longobarda, allorché viene menzionata tra i possedimenti del gastaldato di Sanseverino. La sua storia successiva è analoga a quella di Montoro Superiore, da cui fu separata amministrativamente solo nel 1829. Divenuta una roccaforte a difesa dei ducati longobardi di Benevento e Salerno, entrò a far parte prima dell’uno e poi dell’altro. Inglobata nel demanio regio in epoca angioina (1299), godette di un periodo di indipendenza (1305) per passare poi ai Della Ratta (1350). Fu successivamente contesa tra diverse illustri famiglie, tra cui i Sanseverino, gli Zurlo e i De Capua, a causa della sua posizione strategica nei pressi di un’importante stazione doganale. All’inizio del XIX secolo passò dalla provincia di Salerno a quella di Avellino. Il toponimo, citato nel Catalogus Baronum (1150-1168), deriva da un composto del sostantivo “monte” e del latino TORUS, ‘rialzo di terra, altura tondeggiante o rocca’. Del castello longobardo, ampiamente rimaneggiato tra il XIV e il XV secolo, rimangono l’edificio centrale, un’elevata torre quadrangolare e una torretta, trasformata in colombaia. La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (1577), rimodernata nel Settecento, è abbellita da un fastoso portale barocco; nella navata interna sono custoditi una cantoria in legno dorato e una tela del De Masi del XVIII secolo. Suggestivo luogo di culto è anche la grotta di San Michele, custode di una statuetta del Santo, adorna di pitture rupestri e affreschi a soggetto sacro di epoca bizantina.

Economia

La comunità montorese si dedica ancora con profitto all’agricoltura, legata alla produzione di ortaggi, frutta, olive e uva. All’interno del settore secondario le aziende agro-alimentari e conserviere, in rapporto sinergico con il settore primario, sono affiancate da imprese delle confezioni, della pelletteria, del legno e della lavorazione dei metalli. Il terziario include una ricca rete commerciale e una buona dotazione di servizi, comprendente quello bancario e le assicurazioni. Dotata degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita le scuole dell’obbligo e un istituto tecnico commerciale ma difetta di strutture culturali di rilievo; l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno, quello sanitario annovera la guardia medica, un ambulatorio specialistico e la farmacia.

Relazioni

Terra ricca di tradizioni e di una radicata religiosità popolare, è patria di manifestazioni folcloristiche tradizionali, che periodicamente richiamano un discreto numero di visitatori dai centri limitrofi: nel periodo di carnevale ha luogo la “Zeza”, antica rappresentazione teatrale cantata, accompagnata dall’uso di maschere e strumenti musicali tipici, come “triccheballacche”, tamburelli e “scetavaiosse”, mentre nel periodo pasquale, dopo la processione del Lunedì in Albis, nei pressi della grotta di San Michele avviene la benedizione delle acque della sorgente Laura. La gastronomia locale, nota per la “cicciata”, piatto a base di ceci, granturco e miglio bolliti, è inoltre protagonista delle sagre del carciofo (aprile), dell’asparago (luglio) e del pomodoro (agosto). La festa del Patrono, San Nicola da Tolentino, si celebra il 10 settembre.

Località

Borgo, Misciano, Piano, Piano-Parrelle, Piazza di Pandola, Preturo, Ruglio, San Bartolomeo, San Felice

INFO
  • Popolazione 0
  • Lat 40° 49' 11,36'' 40.81982222
  • Long 14° 45' 33,52'' 14.75931111
  • CAP 83025
  • Prefisso 0825
  • Codice ISTAT 064061
  • Codice Catasto F693
  • Altitudine slm 190 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno
    C/1353
  • Superficie 19.49 Km2
  • Densità 0,00 ab/Km2
  • Sismicità Zona
  • Alba 04:41
  • Tramonto 19:13
Contatti
  • single-03
  • navigation
  • navigation ()
  • globe
  • badge-13
ODV
NomeIndirizzo
ANTIGONE MONTORO COOPERATIVA SOCIALE ONLUSVIA CUPA CRETAZZA 25
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE SS. PIETRO E PAOLOVIA ROMA 1 ? FRAZIONE SAN PIETRO
CONFRATERNITA DI MISERICORDIA MARIA SS. DEL ROSARIOVIA FEDERICI SN PIAZZA DI PANDOLA
CONFRATERNITA DI MISERICORDIA MARIA SS. DEL ROSARIOVIA FEDERICI SN PIAZZA DI PANDOLA
PROTEZIONE CIVILE VALLE DELL'IRNO ? ONLUSVIA PUZZONE 15
News