Descrizione
Piccola comunità collinare, di origine antica, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo, affiancata da un crescente sviluppo del turismo residenziale. I mombaldonesi, che presentano un indice di vecchiaia tra i più alti della regione, vivono nel capoluogo comunale e in un elevato numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, che si estende a mezza costa, sulle pendici occidentali del Bric Arbarella, si è sdoppiato in epoca recente, dando luogo alla formazione di un nuovo centro presso la stazione. L’antico borgo si caratterizza per le stradine in selciato e le case di pietra nella parte più alta.
Storia
Il toponimo è attestato da un documento del 991 che riporta l’ablativo MONTEBALDONE il quale rinvia a MONS BALDONIS, composto dal latino MONS e dal prediale germanico “bald”, latinizzato in “Baldo”. Di origine medievale la località è situata su una collina in cui erano posti gli otto “mansi” del Monastero di San Quintino di Spigno Monferrato. Il monastero fu fondato nel 991 dal marchese Anselmo, figlio di Aleramo, e dalla moglie contessa Gilda che donarono in dote al Monastero stesso gli otto “mansi”, donazione confermata poi da Papa Alessandro III nel 1178. Del feudo furono investiti nel 1209 il marchese Ottone Del Carretto di Savona, nel 1382 gli Asinari e successivamente la famiglia Scarampi. I resti dell’antico castello, parzialmente demolito nel 1637, durante la guerra tra gli spagnoli e l’esercito del duca Vittorio Amedeo e oggi trasformato in un sontuoso palazzo settecentesco, sono tuttora visibili nel centro del borgo, con i bastioni della quadrata torre di avvistamento dei Del Carretto. Si devono anche ricordare, nella piazza Umberto I, la parrocchiale di San Nicola, progettata nel 1790 da Giovanni Matteo Zucchi, al cui interno si possono ammirare importanti dipinti barocchi, alcuni dei quali attribuibili al Monevi, e l’oratorio della confraternita dei Santi Fabiano e Sebastiano, di forme barocche, che conserva notevoli affreschi del tardo Seicento, tra cui un’immagine di San Sebastiano. Alla Madonna del Tovetto è dedicata una chiesetta del 1679 che sorge su una collina di tufo da cui probabilmente prende nome.
Economia
Ospita gli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali; è, inoltre, sede di Pro Loco. L’economia si fonda essenzialmente sull’agricoltura con una intensa coltivazione del suolo a cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Per quanto riguarda l’aspetto industriale, esso è pressoché inesistente, se si eccettuano piccole aziende che operano nei comparti delle confezioni, metallurgico ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Mancano scuole di ogni ordine e grado e altre strutture culturali atte a garantire la conservazione del patrimonio storico-architettonico. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie necessitano anche della farmacia.
Relazioni
Meta turistica di rilievo, richiama visitatori grazie all’affascinante borgo antico, incastonato in un bagno di verde e calanchi, che è rimasto pressoché intatto tanto che va via via ripopolandosi, in quanto appassionati della bellezza delle sue pietre hanno deciso di trasformare in domicilio quella che era una dimora estiva. Quando vi si accede, attraverso la porta turrita di difesa in pietra, si entra in un ambiente irreale, dove il silenzio regna sovrano e tutto è regolato da ritmi e cadenze che sono ormai lontani dal vivere della società contemporanea. Oltre alla gastronomia tipica che vede spiccare tra i suoi prodotti la famosa robiola di Roccaverano Dop, esercitano un forte richiamo su quanti vi si recano anche le numerose attività culturali organizzate dalle associazioni locali: la sagra delle frittelle, a maggio; la manifestazione “Mombaldone nella Storia”, una celebrazione in occasione dei suoi mille anni, la mostra sulla “Storia della tortura”, e la “Mostra del costume” con riferimenti storici, a giugno. La festa patronale, in onore di San Nicolao, si celebra l’8 settembre.
Località
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mombaldone rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 209
- Lat 44° 34' 7,89'' 44.56885833
- Long 8° 19' 44,30'' 8.32897222
- CAP 14050
- Prefisso 0144
- Codice ISTAT 005064
- Codice Catasto F308
- Altitudine slm 219 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2495 - Superficie 12.25 Km2
- Densità 17,06 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 05:01
- Tramonto 19:44
- Giorgio Bonelli
- Via Edoardo Cervetti 15
- 14050 (AT) Piemonte
- mombaldone@cert.ruparpiemonte.it
- comune.mombaldone.at.it
- 00207360058
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