Descrizione

Cittadina collinare di antica fondazione, che basa la propria economia sul turismo balneare e sul settore agricolo. I minturnesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale; una piccola parte della comunità risiede nelle località di Pulcherini, Santa Maria Infante, Scauri e Tufo, in alcuni aggregati urbani minori e in un gran numero di case sparse. Il nucleo antico dell’abitato sorge su un colle con vista sul mare e conserva il tipico aspetto medievale –case unite le une alle altre, divise da stretti vicoli e archi protettivi–; Marina di Minturno si distende invece lungo l’insenatura formata in questo tratto dalla costa e da un promontorio roccioso, proteso sul mare cristallino. Intorno dominano oliveti e frutteti, che addolciscono l’aria col profumo delle zagare, degli aranci e dei limoni. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia un castello con tre torri, merlato “alla guelfa” e fondato su una verde campagna.

Cittadina collinare di antica fondazione, che basa la propria economia sul turismo balneare e sul settore agricolo. I minturnesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale; una piccola parte della comunità risiede nelle località di Pulcherini, Santa Maria Infante, Scauri e Tufo, in alcuni aggregati urbani minori e in un gran numero di case sparse. Il nucleo antico dell’abitato sorge su un colle con vista sul mare e conserva il tipico aspetto medievale –case unite le une alle altre, divise da stretti vicoli e archi protettivi–; Marina di Minturno si distende invece lungo l’insenatura formata in questo tratto dalla costa e da un promontorio roccioso, proteso sul mare cristallino. Intorno dominano oliveti e frutteti, che addolciscono l’aria col profumo delle zagare, degli aranci e dei limoni. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia un castello con tre torri, merlato “alla guelfa” e fondato su una verde campagna.

Storia

Il territorio comunale fu sede di un insediamento degli ausoni, che, per aver partecipato alla lega sannitica contro Roma (315 a.C.), fu ridotto a colonia CIVIUM ROMANORUM (216 a.C.). L’abitato prosperò durante il periodo imperiale e decadde a causa delle invasioni dei longobardi (VI secolo) e della progressiva avanzata delle paludi; i pochi superstiti fondarono sulle colline un nuovo abitato, che i papi munirono di mura difensive ma di cui non riuscirono a impedire il saccheggio e la devastazione da parte dei saraceni (883); in seguito passò agli ipati (duchi) di Gaeta (IX secolo) e successivamente ai normanni (XI secolo). Inclusa nei possedimenti dei Dell’Aquila, conti di Fondi e Traetto (XIII secolo), fu assegnata ai Caetani (1297), ai Colonna (1497) e ai Carafa della Spina, che l’acquistarono nel 1690. È stata denominata Traetto dal IX secolo fino al 1879, quando si è riappropriata dell’antico nome romano di MINTURNAE o MINTURNUS, di oscura etimologia. Il ricco patrimonio architettonico comprende, tra l’altro, il castello, voluto dal pontefice Leone III (795-816) e ampiamente rimaneggiato nei secoli XI e XV, la chiesa dell’Annunziata (XIV secolo) e quella di San Pietro, iniziata nel X secolo, con un bel campanile gotico a tre ordini di bifore e pregevoli opere cosmatesche all’interno, come il pergamo del 1260. Di grande valore sono inoltre i resti archeologici dell’antica città ausona e romana.

Il territorio comunale fu sede di un insediamento degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=AUSONI'>ausoni</a>, che, per aver partecipato alla lega <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANNITICA'>sannitica</a> contro Roma (315 a.C.), fu ridotto a colonia CIVIUM ROMANORUM (216 a.C.). L’abitato prosperò durante il periodo imperiale e decadde a causa delle invasioni dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> (VI secolo) e della progressiva avanzata delle paludi; i pochi superstiti fondarono sulle colline un nuovo abitato, che i papi munirono di mura difensive ma di cui non riuscirono a impedire il saccheggio e la devastazione da parte dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a> (883); in seguito passò agli ipati (duchi) di Gaeta (IX secolo) e successivamente ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=NORMANNI'>normanni</a> (XI secolo). Inclusa nei possedimenti dei Dell’Aquila, conti di Fondi e Traetto (XIII secolo), fu assegnata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CAETANI'>Caetani</a> (1297), ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=COLONNA'>Colonna</a> (1497) e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CARAFADELLASPINA'>Carafa della Spina</a>, che l’acquistarono nel 1690. È stata denominata Traetto dal IX secolo fino al 1879, quando si è riappropriata dell’antico nome romano di MINTURNAE o MINTURNUS, di oscura etimologia. Il ricco patrimonio architettonico comprende, tra l’altro, il castello, voluto dal pontefice Leone III (795-816) e ampiamente rimaneggiato nei secoli XI e XV, la chiesa dell’Annunziata (XIV secolo) e quella di San Pietro, iniziata nel X secolo, con un bel campanile gotico a tre ordini di bifore e pregevoli opere cosmatesche all’interno, come il pergamo del 1260. Di grande valore sono inoltre i resti archeologici dell’antica città <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=AUSONA'>ausona</a> e romana.

Economia

Alle tradizionali attività rurali (agricoltura e pesca) si affiancano quelle industriali e soprattutto il turismo. L’agricoltura, la cui importanza è in diminuzione, produce soprattutto uva, olive e agrumi; aziende industriali di dimensioni per lo più piccole o medie sono attive nei comparti agro-alimentare, metallurgico, dei materiali da costruzione, del legno, della carta e della stampa. La comunità usufruisce di adeguati servizi, tra i quali quelli bancari, e mostra una grande vivacità intellettuale, testimoniata dalla presenza di emittenti radiofoniche e televisive locali. Il comune, sede di una sezione di pretura e degli uffici della guardia di finanza, è provvisto delle scuole dell’obbligo, di un liceo scientifico e di una biblioteca comunale; adeguata assistenza sanitaria è fornita dalla centrale operativa di continuità assistenziale di Formia e dalle strutture sanitarie presenti (un ospedale, un poliambulatorio, centri specialistici accreditati, un consultorio, un centro diurno per malati mentali, una comunità terapeutica per malati psichiatrici e un centro di salute mentale per l’infanzia). Ristoranti e strutture per il soggiorno assicurano una rilevante capacità ricettiva.

Alle tradizionali attività rurali (agricoltura e pesca) si affiancano quelle industriali e soprattutto il turismo. L’agricoltura, la cui importanza è in diminuzione, produce soprattutto uva, olive e agrumi; aziende industriali di dimensioni per lo più piccole o medie sono attive nei comparti agro-alimentare, metallurgico, dei materiali da costruzione, del legno, della carta e della stampa. La comunità usufruisce di adeguati servizi, tra i quali quelli bancari, e mostra una grande vivacità intellettuale, testimoniata dalla presenza di emittenti radiofoniche e televisive locali. Il comune, sede di una sezione di pretura e degli uffici della guardia di finanza, è provvisto delle scuole dell’obbligo, di un liceo scientifico e di una biblioteca comunale; adeguata assistenza sanitaria è fornita dalla centrale operativa di continuità assistenziale di Formia e dalle strutture sanitarie presenti (un ospedale, un poliambulatorio, centri specialistici accreditati, un consultorio, un centro diurno per malati mentali, una comunità terapeutica per malati psichiatrici e un centro di salute mentale per l’infanzia). Ristoranti e strutture per il soggiorno assicurano una rilevante capacità ricettiva.

Relazioni

Stazione balneare frequentatissima in estate, richiama ulteriori visitatori con il fascino delle rovine dell’antica MINTURNAE. Durante l’anno è teatro di varie manifestazioni a carattere sacro e profano, tra cui figurano: “Le regne e l’incendio al castello” (prima decade di luglio), con la tradizionale offerta alla Madonna delle Grazie di alcuni covoni di grano, dette localmente “regne”, e il simbolico incendio al castello baronale; la sagra della tuniola, ovvero della tellina (secondo fine settimana d’agosto); “Le passate” (24 dicembre), sagra consistente nell’esecuzione di un canto corale pastorale –le “passate” appunto–, attribuito a Sant’Alfonso de’ Liguori. La festa dalla Patrona, Maria Santissima delle Grazie, si celebra l’1 settembre. Ha dato i natali ad Antonio Sebastiani, detto il Minturno (1500-1574), umanista e vescovo di Crotone, e a Pietro Fedele (1873-1943), studioso e uomo politico.

Stazione balneare frequentatissima in estate, richiama ulteriori visitatori con il fascino delle rovine dell’antica MINTURNAE. Durante l’anno è teatro di varie manifestazioni a carattere sacro e profano, tra cui figurano: “Le regne e l’incendio al castello” (prima decade di luglio), con la tradizionale offerta alla Madonna delle Grazie di alcuni covoni di grano, dette localmente “regne”, e il simbolico incendio al castello baronale; la sagra della tuniola, ovvero della tellina (secondo fine settimana d’agosto); “Le passate” (24 dicembre), sagra consistente nell’esecuzione di un canto corale pastorale –le “passate” appunto–, attribuito a Sant’Alfonso de’ Liguori. La festa dalla Patrona, Maria Santissima delle Grazie, si celebra l’1 settembre. Ha dato i natali ad Antonio Sebastiani, detto il Minturno (1500-1574), umanista e vescovo di Crotone, e a Pietro Fedele (1873-1943), studioso e uomo politico.

Località

Pulcherini, Santa Maria Infante, Solacciano, Tufo

Pulcherini, Santa Maria Infante, Solacciano, Tufo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Minturno rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.