Descrizione

Comune montano, di origine antica, che basa la propria economia essenzialmente sulle attività industriali. I lennesi, con un indice di vecchiaia piuttosto alto, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e le località di Cantone San Francesco, Cantone Santa Maria e Scalvino, oltre che in poche case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 1.818 metri del monte Ortighera; con una rigogliosa pineta e un laghetto artificiale, offre uno dei paesaggi più incantevoli del Bergamasco. L'abitato, pur conservando i tratti tipici del borgo medievale, sta vivendo una fase di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario.

Comune montano, di origine antica, che basa la propria economia essenzialmente sulle attività industriali. I lennesi, con un indice di vecchiaia piuttosto alto, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e le località di Cantone San Francesco, Cantone Santa Maria e Scalvino, oltre che in poche case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 1.818 metri del monte Ortighera; con una rigogliosa pineta e un laghetto artificiale, offre uno dei paesaggi più incantevoli del Bergamasco. L'abitato, pur conservando i tratti tipici del borgo medievale, sta vivendo una fase di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario.

Storia

In epoca romana fece parte del PAGUS BREMBANUS, una sorta di consorzio che, oltre a riunire varie località minerarie della zona, era collegato al PAGUS SATURNIUS, un'altra area nota per l'intensa attività estrattiva. Il toponimo è riconducibile al nome latino di persona ALENA o ALENUS. Durante il Medioevo godeva di una notevole importanza strategica e commerciale, trovandosi sulla cosiddetta "strada dei mercanti", che univa Bergamo ai centri di approvvigionamento della Val Brembana. Il suo ruolo commerciale, associato alla tradizionale lavorazione del ferro, alla quale, nel XIX secolo, era dedita gran parte della popolazione, registrò un progressivo declino a partire dalla prima metà del Novecento, quando la costruzione della ferrovia della Val Brembana, che passava per Piazza Brembana, la pose fuori dai maggiori circuiti economici della zona. Nel 1927, con Valnegra, Mòio de' Calvi e Piazza Brembana, diede vita al comune di San Martino de' Calvi, recuperando l'autonomia amministrativa nel 1956. Tra le testimonianze storico-architettoniche va menzionata la parrocchiale di San Martino, edificata nella seconda metà dell'Ottocento su un precedente edificio di culto, del XV secolo; nel suo interno è possibile ammirare pregevoli opere d'arte, tra cui un polittico dell'inizio del Cinquecento. Degne di nota sono anche la chiesa di San Rocco e quella della Madonna della Coltura, contenente un affresco della fine del XVI secolo.

In epoca romana fece parte del PAGUS BREMBANUS, una sorta di consorzio che, oltre a riunire varie località minerarie della zona, era collegato al PAGUS SATURNIUS, un'altra area nota per l'intensa attività estrattiva. Il toponimo è riconducibile al nome latino di persona ALENA o ALENUS. Durante il Medioevo godeva di una notevole importanza strategica e commerciale, trovandosi sulla cosiddetta "strada dei mercanti", che univa Bergamo ai centri di approvvigionamento della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VALBREMBANA'>Val Brembana</a>. Il suo ruolo commerciale, associato alla tradizionale lavorazione del ferro, alla quale, nel XIX secolo, era dedita gran parte della popolazione, registrò un progressivo declino a partire dalla prima metà del Novecento, quando la costruzione della ferrovia della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VALBREMBANA'>Val Brembana</a>, che passava per Piazza Brembana, la pose fuori dai maggiori circuiti economici della zona. Nel 1927, con Valnegra, Mòio de' Calvi e Piazza Brembana, diede vita al comune di San Martino de' Calvi, recuperando l'autonomia amministrativa nel 1956. Tra le testimonianze storico-architettoniche va menzionata la parrocchiale di San Martino, edificata nella seconda metà dell'Ottocento su un precedente edificio di culto, del XV secolo; nel suo interno è possibile ammirare pregevoli opere d'arte, tra cui un polittico dell'inizio del Cinquecento. Degne di nota sono anche la chiesa di San Rocco e quella della Madonna della Coltura, contenente un affresco della fine del XVI secolo.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registra la presenza di particolari strutture. L'agricoltura, scarsamente praticata a causa delle caratteristiche del territorio, poco adatto alle coltivazioni, è integrata dall'allevamento di bovini e avicoli. Un altro fattore che ha contribuito al progressivo abbandono delle attività rurali è stato l'espandersi della tradizionale lavorazione dei metalli: sviluppata è, infatti, l'industria metalmeccanica, che assorbe gran parte della manodopera locale; a questa secolare attività si sono affiancate altre iniziative nei comparti edile, del legno e della produzione di mobili. Più modesta è la presenza del terziario: mancano servizi qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva risulta appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza; è possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari ma si può usufruire di una biblioteca per l'approfondimento culturale. La capacità ricettiva è limitata alla sola ristorazione; l'assenza di una farmacia costringe gli abitanti a rivolgersi alle località limitrofe anche per i servizi sanitari di base.

Dal punto di vista burocratico non si registra la presenza di particolari strutture. L'agricoltura, scarsamente praticata a causa delle caratteristiche del territorio, poco adatto alle coltivazioni, è integrata dall'allevamento di bovini e avicoli. Un altro fattore che ha contribuito al progressivo abbandono delle attività rurali è stato l'espandersi della tradizionale lavorazione dei metalli: sviluppata è, infatti, l'industria metalmeccanica, che assorbe gran parte della manodopera locale; a questa secolare attività si sono affiancate altre iniziative nei comparti edile, del legno e della produzione di mobili. Più modesta è la presenza del terziario: mancano servizi qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva risulta appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza; è possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari ma si può usufruire di una biblioteca per l'approfondimento culturale. La capacità ricettiva è limitata alla sola ristorazione; l'assenza di una farmacia costringe gli abitanti a rivolgersi alle località limitrofe anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di visitare il vicino Parco naturale regionale delle Alpi Orobie e praticare lo sci di fondo. Tra le specialità gastronomiche locali figurano la polenta taragna e il formaggio branzi. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle industrie, che consentono di richiamare manodopera dai dintorni, intrattiene intensi rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per frequentare le altre scuole dell'obbligo e gli istituti d'istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non forniti sul posto. Le manifestazioni più interessanti, che vi si svolgono durante l'anno, sono: la sagra "Polenta e formai de mut", a febbraio; la tombolata gastronomica, tra luglio e agosto, e la festa di Santa Lucia, che ha luogo a dicembre, con fuochi artificiali. La festa patronale, dedicata a Maria Santissima Addolorata, si celebra la prima domenica di settembre, con una processione nei campi.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di visitare il vicino Parco naturale regionale delle Alpi Orobie e praticare lo sci di fondo. Tra le specialità gastronomiche locali figurano la polenta taragna e il formaggio branzi. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle industrie, che consentono di richiamare manodopera dai dintorni, intrattiene intensi rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per frequentare le altre scuole dell'obbligo e gli istituti d'istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non forniti sul posto. Le manifestazioni più interessanti, che vi si svolgono durante l'anno, sono: la sagra "Polenta e formai de mut", a febbraio; la tombolata gastronomica, tra luglio e agosto, e la festa di Santa Lucia, che ha luogo a dicembre, con fuochi artificiali. La festa patronale, dedicata a Maria Santissima Addolorata, si celebra la prima domenica di settembre, con una processione nei campi.

Località

Cantone San Francesco, Cantone Santa Maria, Monte Ortighera, Scalvino

Cantone San Francesco, Cantone Santa Maria, Monte Ortighera, Scalvino

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lenna rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.