Descrizione

Cittadina di pianura, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato l’industria e incrementato i servizi. I formiginesi, con un indice di vecchiaia nella media, risiedono soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nelle località Casinalbo, Colombaro, Colombarone, Magreta e Ubersetto, oltre che in numerose case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico leggermente ondulato, con variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Nello stemma comunale, concesso con Decreto Ministeriale, campeggia l’immagine di una quercia sradicata, al naturale, su sfondo azzurro.

Cittadina di pianura, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato l’industria e incrementato i servizi. I formiginesi, con un indice di vecchiaia nella media, risiedono soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nelle località Casinalbo, Colombaro, Colombarone, Magreta e Ubersetto, oltre che in numerose case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico leggermente ondulato, con variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Nello stemma comunale, concesso con Decreto Ministeriale, campeggia l’immagine di una quercia sradicata, al naturale, su sfondo azzurro.

Storia

Abitata già in età neolitica, stando ai reperti rinvenuti nella zona, registrò in seguito altri insediamenti fino ad arrivare, nel IX secolo a.C., alla conquista degli etruschi, cui subentrarono galli e romani. Il toponimo deriva forse dal latino FORMA, ‘fossa d’acqua’; non manca però chi si richiama al termine ugualmente latino FORMIDO-INIS, ‘paura, spavento’. Dopo il declino di Roma si aprì alle invasioni barbariche, venendo occupata, tra gli altri, da longobardi e franchi. Fin dalla seconda metà del XII secolo fu assoggettata al comune di Modena che, all’inizio del Duecento, vi fece costruire un castello. Coinvolta nelle lotte tra i guelfi e i ghibellini e passata allo stato della Chiesa, nella prima metà del XIV secolo fu restituita ai modenesi, che affidarono la custodia della rocca formiginese agli Adelardi. Entrata a far parte del ducato estense, nel Quattrocento fu infeudata ai Pio di Savoia, ai quali rimase fino al XVII secolo, quando tornò sotto il dominio diretto degli Este. Podesteria nel governatorato di Sassuolo, fu gravemente colpita dalla peste del 1630, introdotta dai lanzichenecchi. Concessa, verso la metà del XVII secolo, dal duca Francesco I ai marchesi Calcagnini, nel Settecento fu attraversata dai vari eserciti impegnati nelle guerre di successione, subendo inevitabili saccheggi. Alla parentesi napoleonica e alla restaurazione estense seguì l’annessione al Regno d’Italia. Notevoli furono i danni causati dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale. Tra i monumenti spiccano: il castello; la settecentesca parrocchiale di San Bartolomeo; le chiese di San Pietro e della Santissima Annunziata; la villa della Resistenza; la villa Gandini Agazzotti, della prima metà del XIX secolo; il cosiddetto “Conventino”; la torre e la pieve di Colombaro; la villa Giardini, a Casinalbo; la villa Carbonieri, a Magreta; quella Leonardi, in località Corlo.

Abitata già in età neolitica, stando ai reperti rinvenuti nella zona, registrò in seguito altri insediamenti fino ad arrivare, nel IX secolo a.C., alla conquista degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a>, cui subentrarono <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=GALLI'>galli</a> e romani. Il toponimo deriva forse dal latino FORMA, ‘fossa d’acqua’; non manca però chi si richiama al termine ugualmente latino FORMIDO-INIS, ‘paura, spavento’. Dopo il declino di Roma si aprì alle invasioni barbariche, venendo occupata, tra gli altri, da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=FRANCHI'>franchi</a>. Fin dalla seconda metà del XII secolo fu assoggettata al comune di Modena che, all’inizio del Duecento, vi fece costruire un castello. Coinvolta nelle lotte tra i guelfi e i ghibellini e passata allo stato della Chiesa, nella prima metà del XIV secolo fu restituita ai modenesi, che affidarono la custodia della rocca formiginese agli Adelardi. Entrata a far parte del ducato estense, nel Quattrocento fu infeudata ai Pio di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, ai quali rimase fino al XVII secolo, quando tornò sotto il dominio diretto degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ESTE'>Este</a>. Podesteria nel governatorato di Sassuolo, fu gravemente colpita dalla peste del 1630, introdotta dai lanzichenecchi. Concessa, verso la metà del XVII secolo, dal duca Francesco I ai marchesi Calcagnini, nel Settecento fu attraversata dai vari eserciti impegnati nelle guerre di successione, subendo inevitabili saccheggi. Alla parentesi napoleonica e alla restaurazione estense seguì l’annessione al Regno d’Italia. Notevoli furono i danni causati dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale. Tra i monumenti spiccano: il castello; la settecentesca parrocchiale di San Bartolomeo; le chiese di San Pietro e della Santissima Annunziata; la villa della Resistenza; la villa Gandini Agazzotti, della prima metà del XIX secolo; il cosiddetto “Conventino”; la torre e la pieve di Colombaro; la villa Giardini, a Casinalbo; la villa Carbonieri, a Magreta; quella Leonardi, in località Corlo.

Economia

L’economia locale è rimasta solo in parte legata all’agricoltura, basata sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uva e altra frutta; diffuso è l’allevamento di bovini, suini e avicoli, seguito da quello di ovini, caprini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende che operano nei comparti metalmeccanico, tessile, dell’editoria, dei materiali da costruzione, della fabbricazione di materie plastiche, della produzione e conservazione di carne. Il terziario si compone di una buona rete distributiva e dell’insieme dei servizi che, accanto a quello bancario, comprendono anche attività di consulenza informatica. Tra le strutture sociali si registra la presenza di una casa di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale si può usufruire di una biblioteca e di un museo civico archeologico. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvedono anche le locali emittenti radiotelevisive. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario sono assicurate le prestazioni fornite dall’ospedale del posto.

L’economia locale è rimasta solo in parte legata all’agricoltura, basata sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uva e altra frutta; diffuso è l’allevamento di bovini, suini e avicoli, seguito da quello di ovini, caprini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende che operano nei comparti metalmeccanico, tessile, dell’editoria, dei materiali da costruzione, della fabbricazione di materie plastiche, della produzione e conservazione di carne. Il terziario si compone di una buona rete distributiva e dell’insieme dei servizi che, accanto a quello bancario, comprendono anche attività di consulenza informatica. Tra le strutture sociali si registra la presenza di una casa di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale si può usufruire di una biblioteca e di un museo civico archeologico. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvedono anche le locali emittenti radiotelevisive. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario sono assicurate le prestazioni fornite dall’ospedale del posto.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, gustando i prodotti locali, tra cui il liquore nocino. Molto frequentata per lavoro, in quanto le attività produttive e soprattutto gli insediamenti industriali consentono un notevole assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni limitrofi, grazie anche ai suoi esercizi commerciali e alla presenza del presidio ospedaliero. Tra manifestazioni tradizionali, che periodicamente attirano un discreto numero di visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: il carnevale dei ragazzi; la fiera di San Lorenzo, ad agosto, e il settembre formiginese. La festa del Patrono, San Bartolomeo, viene celebrata il 24 agosto.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, gustando i prodotti locali, tra cui il liquore nocino. Molto frequentata per lavoro, in quanto le attività produttive e soprattutto gli insediamenti industriali consentono un notevole assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni limitrofi, grazie anche ai suoi esercizi commerciali e alla presenza del presidio ospedaliero. Tra manifestazioni tradizionali, che periodicamente attirano un discreto numero di visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: il carnevale dei ragazzi; la fiera di San Lorenzo, ad agosto, e il settembre formiginese. La festa del Patrono, San Bartolomeo, viene celebrata il 24 agosto.

Località

Case Montagnani, Casette di Cantone, Casinalbo, Castellani Tarabini, Colombaro, Colombarone, Fornacione, La Rana, Magreta, Rodello, San Gaetano, Ubersetto, Via dei Campi, Villaggio a XI

Case Montagnani, Casette di Cantone, Casinalbo, Castellani Tarabini, Colombaro, Colombarone, Fornacione, La Rana, Magreta, Rodello, San Gaetano, Ubersetto, Via dei Campi, Villaggio a XI

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Formigine rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.