Descrizione

Comune collinare sorto in epoca alto-medievale; culla di un fiorente artigianato specializzato nella lavorazione del ferro battuto e del rame sbalzato, trae sostentamento dalle attività rurali, dall’industria calzaturiera e da un discreto movimento turistico. La comunità dei forcesi, che presenta un indice di vecchiaia superiore alla media, è distribuita nel capoluogo comunale, nella località di Montecchio, in numerose case sparse sui fondi e negli agglomerati urbani elementari di Il Palazzo, Quinzano e Santo Stefano. L’abitato, caratterizzato dal vivo contrasto tra il rosso dei mattoni e l’avorio della pietra, di cui sono costituite le abitazioni, si estende con pianta compatta sul crinale di un colle; immerso tra estese faggete, boschi cedui (roverella, acero, orniello e cerro), appezzamenti coltivati e vigneti, domina dall’alto le valli di due corsi d’acqua e una distesa ondulata di colline.

Comune collinare sorto in epoca alto-medievale; culla di un fiorente artigianato specializzato nella lavorazione del ferro battuto e del rame sbalzato, trae sostentamento dalle attività rurali, dall’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=INDUSTRIACALZATURIERA'>industria calzaturiera</a> e da un discreto movimento turistico. La comunità dei forcesi, che presenta un indice di vecchiaia superiore alla media, è distribuita nel capoluogo comunale, nella località di Montecchio, in numerose case sparse sui fondi e negli agglomerati urbani elementari di Il Palazzo, Quinzano e Santo Stefano. L’abitato, caratterizzato dal vivo contrasto tra il rosso dei mattoni e l’avorio della pietra, di cui sono costituite le abitazioni, si estende con pianta compatta sul crinale di un colle; immerso tra estese faggete, boschi cedui (roverella, acero, orniello e cerro), appezzamenti coltivati e vigneti, domina dall’alto le valli di due corsi d’acqua e una distesa ondulata di colline.

Storia

La sua fondazione risale al V secolo d.C., quando gli abitanti delle vallate circostanti trovarono rifugio dalle incursioni barbariche su un alto colle, creandovi alcune fortificazioni. Divenne libero comune nel Medioevo, dopo essere stata feudo dell’abbazia di Farfa; sembra che proprio i monaci benedettini farfensi, coadiuvati da non meglio identificate tribù zingare qui stanziate, vi abbiano portato l’arte di forgiare il rame, divenuta nei secoli la principale occupazione della comunità. Nel corso del Duecento dovette difendersi energicamente dai tentativi espansionistici di Ascoli; tre secoli dopo perse l’autonomia, con l’annessione allo Stato Pontificio voluta da papa Sisto V. Verso la fine del XVIII secolo fu invasa dagli eserciti francesi, entrando a far parte per breve tempo del Regno Italico napoleonico. Nel 1804 papa Pio VII le conferì il titolo di città. Il toponimo deriva dal termine latino FURCA, ‘biforcazione o gola’, in riferimento alla posizione dell’abitato. Unico resto delle originarie fortificazioni è la torre di guardia risalente all’epoca di fondazione dell’abitato. Ha origini lontane anche la chiesa di San Paolo, fondata dai monaci farfensi e abbondantemente rimaneggiata nei secoli successivi, ed è ben conservato il palazzo del Priorato, che sfoggia un bel loggiato cinquecentesco. Sono degni di nota anche il palazzo municipale e la chiesa di San Francesco, restaurata nell’Ottocento dall’architetto Sacconi.

La sua fondazione risale al V secolo d.C., quando gli abitanti delle vallate circostanti trovarono rifugio dalle incursioni barbariche su un alto colle, creandovi alcune fortificazioni. Divenne libero comune nel Medioevo, dopo essere stata feudo dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>; sembra che proprio i monaci <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=BENEDETTINIFARFENSI'>benedettini farfensi</a>, coadiuvati da non meglio identificate tribù zingare qui stanziate, vi abbiano portato l’arte di forgiare il rame, divenuta nei secoli la principale occupazione della comunità. Nel corso del Duecento dovette difendersi energicamente dai tentativi espansionistici di Ascoli; tre secoli dopo perse l’autonomia, con l’annessione allo Stato Pontificio voluta da papa Sisto V. Verso la fine del XVIII secolo fu invasa dagli eserciti francesi, entrando a far parte per breve tempo del Regno Italico napoleonico. Nel 1804 papa Pio VII le conferì il titolo di città. Il toponimo deriva dal termine latino FURCA, ‘biforcazione o gola’, in riferimento alla posizione dell’abitato. Unico resto delle originarie fortificazioni è la torre di guardia risalente all’epoca di fondazione dell’abitato. Ha origini lontane anche la chiesa di San Paolo, fondata dai monaci <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FARFENSI'>farfensi</a> e abbondantemente rimaneggiata nei secoli successivi, ed è ben conservato il palazzo del Priorato, che sfoggia un bel loggiato cinquecentesco. Sono degni di nota anche il palazzo municipale e la chiesa di San Francesco, restaurata nell’Ottocento dall’architetto Sacconi.

Economia

Accanto alle attività rurali, che si articolano nell’allevamento bovino e nella produzione di cereali, uva e foraggio, si è sviluppata l’industria, che appare particolarmente fiorente nei comparti calzaturiero e tessile. Il terziario annovera una rete distributiva commisurata alle esigenze della comunità e del movimento turistico nonché servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune dispone di un insieme di strutture e servizi di utilità sociale tutto sommato soddisfacente: sede di distretto sanitario, possiede infatti scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma non conta strutture culturali di rilievo; l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Accanto alle attività rurali, che si articolano nell’allevamento bovino e nella produzione di cereali, uva e foraggio, si è sviluppata l’industria, che appare particolarmente fiorente nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURIERO'>calzaturiero</a> e tessile. Il terziario annovera una rete distributiva commisurata alle esigenze della comunità e del movimento turistico nonché servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune dispone di un insieme di strutture e servizi di utilità sociale tutto sommato soddisfacente: sede di distretto sanitario, possiede infatti scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma non conta strutture culturali di rilievo; l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Relazioni

Assai rinomata per la produzione di utensili in rame, esercita un buon richiamo sul movimento turistico grazie anche alla bellezza della natura che la circonda e alla ricchezza del suo patrimonio artistico. Il calendario delle feste forcesi offre una lunga serie di manifestazioni legate al folclore, alla cultura e al sentimento religioso: spiccano il carnevale dedicato ai bambini, il “Palio della conca” (gara di velocità tra donne che recano in testa una conca di rame ricolma d’acqua lungo un percorso cronometrato), la sagra della pasta al tartufo e dei funghi porcini, la mostra del rame e del ferro battuto, la fiera di San Salvatore, le feste del Crocifisso e dell’Immacolata e le numerose rassegne dedicate alla prosa, alla musica e alla danza. La festa del Patrono San Paolo si celebra il 29 giugno.

Assai rinomata per la produzione di utensili in rame, esercita un buon richiamo sul movimento turistico grazie anche alla bellezza della natura che la circonda e alla ricchezza del suo patrimonio artistico. Il calendario delle feste forcesi offre una lunga serie di manifestazioni legate al folclore, alla cultura e al sentimento religioso: spiccano il carnevale dedicato ai bambini, il “Palio della conca” (gara di velocità tra donne che recano in testa una conca di rame ricolma d’acqua lungo un percorso cronometrato), la sagra della pasta al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=TARTUFO'>tartufo</a> e dei funghi porcini, la mostra del rame e del ferro battuto, la fiera di San Salvatore, le feste del Crocifisso e dell’Immacolata e le numerose rassegne dedicate alla prosa, alla musica e alla danza. La festa del Patrono San Paolo si celebra il 29 giugno.

Località

Il Palazzo, Madonna del Lago, Montecchio, Montemoro, Quinzano, Santo Stefano

Il Palazzo, Madonna del Lago, Montecchio, Montemoro, Quinzano, Santo Stefano