Descrizione

Centro di pianura, di antica origine, con un’economia di tipo agricolo e industriale. I castagnaresi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale, che registra evidenti segni di espansione edilizia, e nella località di Menà –contigua al centro Barchetta del comune di Badia Polesine (RO)–; il resto della popolazione è distribuito tra numerose case sparse e nuclei urbani minori. Il territorio, attraversato da più corsi d’acqua e canali che, irrigando abbondantemente il terreno ne accrescono la produttività, presenta un profilo geometrico molto regolare, con differenze di altitudine quasi irrilevanti, che imprimono all’abitato un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, troncato semipartito, è stato concesso con Regio Decreto. Il primo campo è smaltato d’azzurro; la seconda sezione si compone di acqua; sullo sfondo verde del terzo campo spicca un albero di castagno, in evidente assonanza con il toponimo. Il tutto è attraversato da un ponte a dieci arcate, di cui cinque sono murate.

Centro di pianura, di antica origine, con un’economia di tipo agricolo e industriale. I castagnaresi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale, che registra evidenti segni di espansione edilizia, e nella località di Menà –contigua al centro Barchetta del comune di Badia Polesine (RO)–; il resto della popolazione è distribuito tra numerose case sparse e nuclei urbani minori. Il territorio, attraversato da più corsi d’acqua e canali che, irrigando abbondantemente il terreno ne accrescono la produttività, presenta un profilo geometrico molto regolare, con differenze di altitudine quasi irrilevanti, che imprimono all’abitato un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, troncato semipartito, è stato concesso con Regio Decreto. Il primo campo è smaltato d’azzurro; la seconda sezione si compone di acqua; sullo sfondo verde del terzo campo spicca un albero di castagno, in evidente assonanza con il toponimo. Il tutto è attraversato da un ponte a dieci arcate, di cui cinque sono murate.

Storia

Citata per la prima volta in un documento della seconda metà del Trecento, ha origini ben più antiche e risalenti forse al I secolo d.C.; la zona fu però abitata anche prima, come testimoniato dal rinvenimento di vari reperti archeologici e dalle attestazioni di alcuni studiosi secondo i quali la mitica città di Carpanea sarebbe sorta nelle sue vicinanze. Il toponimo deriva dal latino CASTANARIUM, ossia ‘luogo di ippocastani’. Dopo la caduta dell’impero romano si aprì alle invasioni barbariche, registrando un progressivo spopolamento anche in conseguenza della disastrosa alluvione del fiume Adige, che sul finire del VI secolo d.C. inondò queste terre, trasformandole in grandi paludi. Assoggettata agli Scaligeri, nel 1387 fu teatro della definitiva sconfitta dei signori veronesi ad opera dei Da Carrara. Nei secoli successivi seguì le vicende dei territori circostanti, venendo gravemente danneggiata nel XVIII secolo, quando dapprima i veronesi e poi i francesi ne provocarono l’allagamento, tagliando gli argini dell’Adige per contrastare l’avanzamento delle truppe tedesche. Oggetto nell’Ottocento di vari interventi per porla al riparo dalle piene del fiume, partecipò agli avvenimenti nazionali ed internazionali successivi all’ingresso nel Regno d’Italia. Tra i monumenti degna di nota è la chiesa parrocchiale.

Citata per la prima volta in un documento della seconda metà del Trecento, ha origini ben più antiche e risalenti forse al I secolo d.C.; la zona fu però abitata anche prima, come testimoniato dal rinvenimento di vari reperti archeologici e dalle attestazioni di alcuni studiosi secondo i quali la mitica città di Carpanea sarebbe sorta nelle sue vicinanze. Il toponimo deriva dal latino CASTANARIUM, ossia ‘luogo di ippocastani’. Dopo la caduta dell’impero romano si aprì alle invasioni barbariche, registrando un progressivo spopolamento anche in conseguenza della disastrosa alluvione del fiume <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=ADIGE'>Adige</a>, che sul finire del VI secolo d.C. inondò queste terre, trasformandole in grandi paludi. Assoggettata agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=SCALIGERI'>Scaligeri</a>, nel 1387 fu teatro della definitiva sconfitta dei signori veronesi ad opera dei Da Carrara. Nei secoli successivi seguì le vicende dei territori circostanti, venendo gravemente danneggiata nel XVIII secolo, quando dapprima i veronesi e poi i francesi ne provocarono l’allagamento, tagliando gli argini dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=ADIGE'>Adige</a> per contrastare l’avanzamento delle truppe tedesche. Oggetto nell’Ottocento di vari interventi per porla al riparo dalle piene del fiume, partecipò agli avvenimenti nazionali ed internazionali successivi all’ingresso nel Regno d’Italia. Tra i monumenti degna di nota è la chiesa parrocchiale.

Economia

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale l’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, frumento, foraggi, ortaggi, alberi da frutta e viti; è praticato anche l’allevamento di bovini e avicoli. Il tessuto industriale è costituito da più aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui quello della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi), edile, meccanico (compresa la fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura), metalmeccanico, tessile e del legno; a queste si affiancano mobilifici e fabbriche di prodotti petroliferi raffinati e articoli in materie plastiche. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme di servizi, tra cui quello bancario. Le strutture sociali annoverano una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Mancano altre strutture culturali. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale l’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, frumento, foraggi, ortaggi, alberi da frutta e viti; è praticato anche l’allevamento di bovini e avicoli. Il tessuto industriale è costituito da più aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui quello della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi), edile, meccanico (compresa la fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura), metalmeccanico, tessile e del legno; a queste si affiancano mobilifici e fabbriche di prodotti petroliferi raffinati e articoli in materie plastiche. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme di servizi, tra cui quello bancario. Le strutture sociali annoverano una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Mancano altre strutture culturali. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

Relazioni

Meta di un significativo movimento turistico, è abbastanza frequentata anche per lavoro, grazie soprattutto alla presenza di più insediamenti industriali che consentono un buon assorbimento di manodopera. I suoi rapporti con i comuni vicini sono molto rilevanti, a essi la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Tra le manifestazioni folcloristiche e tradizionali meritano di essere citate: il “brugnelo” (rogo della befana con doni ai bambini), a gennaio; il carnevale, con rievocazione storica dell’antica maschera locale Ostasio da Polenta e sfilata di carri e maschere, a febbraio; la rassegna corale “Con il canto testimoni della gioia”, ad aprile; il concerto di primavera della banda filarmonica, che è tra le più conosciute della provincia, a giugno; la sagra di Sant’Anna, a luglio; la sagra del Pardon d’Assisi ad agosto, con mostre, convegni e una fiera che risale al 1700; la festa regionale del cavolo (di cui è la maggiore produttrice ed esportatrice), a settembre, patrocinata dalla regione; la festa del Ringraziamento per l’inizio dell’annata agraria, accompagnata da una sfilata di macchine agricole, a novembre. Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 6 dicembre.

Meta di un significativo movimento turistico, è abbastanza frequentata anche per lavoro, grazie soprattutto alla presenza di più insediamenti industriali che consentono un buon assorbimento di manodopera. I suoi rapporti con i comuni vicini sono molto rilevanti, a essi la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Tra le manifestazioni folcloristiche e tradizionali meritano di essere citate: il “brugnelo” (rogo della befana con doni ai bambini), a gennaio; il carnevale, con rievocazione storica dell’antica maschera locale Ostasio da Polenta e sfilata di carri e maschere, a febbraio; la rassegna corale “Con il canto testimoni della gioia”, ad aprile; il concerto di primavera della banda filarmonica, che è tra le più conosciute della provincia, a giugno; la sagra di Sant’Anna, a luglio; la sagra del Pardon d’Assisi ad agosto, con mostre, convegni e una fiera che risale al 1700; la festa regionale del cavolo (di cui è la maggiore produttrice ed esportatrice), a settembre, patrocinata dalla regione; la festa del Ringraziamento per l’inizio dell’annata agraria, accompagnata da una sfilata di macchine agricole, a novembre. Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 6 dicembre.

Località

Menà, Valentini

Menà, Valentini

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castagnaro rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.