Descrizione

Piccola comunità, classificata “comune sparso” con sede in Borgo; di probabili origini medievali, la sua economia si basa essenzialmente sulle tradizionali attività agricole. I briagliesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, i nuclei urbani minori di Cascina Chiambrani, Tetti Ellero, Vaschetti e la località La Serra, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica. Il territorio, classificato collinare, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine, che vanno da un minimo di 331 e arrivano a un massimo di 625 metri sul livello del mare. L’abitato, che conserva un’impronta rurale, non mostra segni di espansione edilizia. Posto su un’altura, in bella posizione panoramica, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Piccola comunità, classificata “comune sparso” con sede in Borgo; di probabili origini medievali, la sua economia si basa essenzialmente sulle tradizionali attività agricole. I briagliesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, i nuclei urbani minori di Cascina Chiambrani, Tetti Ellero, Vaschetti e la località La Serra, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica. Il territorio, classificato collinare, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine, che vanno da un minimo di 331 e arrivano a un massimo di 625 metri sul livello del mare. L’abitato, che conserva un’impronta rurale, non mostra segni di espansione edilizia. Posto su un’altura, in bella posizione panoramica, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Storia

Manca qualsiasi documentazione medievale relativa al toponimo che, riportato da alcuni studiosi alla voce celtica “briga”, ‘altura’ (da cui “brigalea”, immediato antecedente della denominazione attuale), viene da altri fatto derivare dal nome dell’antico popolo dei Bergalli, conservato anche nella lombarda Val Bregaglia. Le vicende storiche del borgo sono strettamente legate a quelle del confinante comune di Vicoforte, del quale fece parte integrante fino al 1796. Appartenne, nel Medioevo, al comitato di Bredulo; successivamente fu sotto la signoria del vescovo di Asti e nel XII secolo concorse alla fondazione del libero comune di Mondovì, di cui fece parte per lungo tempo, condividendone l’evoluzione politica. Solo nel 1396 passò sotto la signoria politica di Casa Savoia e nel 1419 sotto quella degli stati dei conti di Savoia, seguendone le successive vicende. Nel 1771 il re di Sardegna Vittorio Amedeo ne sancì la separazione dal comune di Vicoforte Mondovì. Povera è la presenza di monumenti; non vi sono infatti edifici di un certo pregio storico-architettonico, fatta eccezione per la parrocchiale di Santa Croce, costruita in forme barocche intorno al XVII secolo e la confraternita di San Giovanni Evangelista, aperta al culto nel 1844. Interessante è un’epigrafe di epoca romana, rinvenuta tra il territorio briagliese e Vicoforte.

Manca qualsiasi documentazione medievale relativa al toponimo che, riportato da alcuni studiosi alla voce celtica “briga”, ‘altura’ (da cui “brigalea”, immediato antecedente della denominazione attuale), viene da altri fatto derivare dal nome dell’antico popolo dei Bergalli, conservato anche nella lombarda Val Bregaglia. Le vicende storiche del borgo sono strettamente legate a quelle del confinante comune di Vicoforte, del quale fece parte integrante fino al 1796. Appartenne, nel Medioevo, al comitato di Bredulo; successivamente fu sotto la signoria del vescovo di Asti e nel XII secolo concorse alla fondazione del libero comune di Mondovì, di cui fece parte per lungo tempo, condividendone l’evoluzione politica. Solo nel 1396 passò sotto la signoria politica di Casa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a> e nel 1419 sotto quella degli stati dei conti di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, seguendone le successive vicende. Nel 1771 il re di Sardegna Vittorio Amedeo ne sancì la separazione dal comune di Vicoforte Mondovì. Povera è la presenza di monumenti; non vi sono infatti edifici di un certo pregio storico-architettonico, fatta eccezione per la parrocchiale di Santa Croce, costruita in forme barocche intorno al XVII secolo e la confraternita di San Giovanni Evangelista, aperta al culto nel 1844. Interessante è un’epigrafe di epoca romana, rinvenuta tra il territorio briagliese e Vicoforte.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Sul posto non vi è la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Va però segnalata la presenza della Pro Loco. Nell’economia locale il settore primario conserva un ruolo importante: si producono cereali, frumento, foraggi, uva e ortofrutticoli; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia: si allevano bovini, suini, caprini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile, sono pressoché irrilevanti. Il terziario non assume dimensioni significative: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; la rete distributiva, di cui si compone, è sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Mancano scuole di ogni ordine e grado; non si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe gli abitanti a rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Sul posto non vi è la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Va però segnalata la presenza della Pro Loco. Nell’economia locale il settore primario conserva un ruolo importante: si producono cereali, frumento, foraggi, uva e ortofrutticoli; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia: si allevano bovini, suini, caprini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile, sono pressoché irrilevanti. Il terziario non assume dimensioni significative: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; la rete distributiva, di cui si compone, è sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Mancano scuole di ogni ordine e grado; non si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe gli abitanti a rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

L’aria salubre, le bellezze dell’ambiente naturale, la tranquillità del luogo e la genuinità dei suoi prodotti, tra cui i vini, costituiscono valide risorse, il cui sfruttamento potrebbe portare a un incremento della presenza turistica nella zona. È poco frequentata anche per lavoro, in quanto le attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta ogni giorno a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono particolarmente intensi: la popolazione vi si rivolge, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili localmente. Non si registrano manifestazioni folcloristiche di rilievo, che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Magno, si festeggia il 19 agosto.

L’aria salubre, le bellezze dell’ambiente naturale, la tranquillità del luogo e la genuinità dei suoi prodotti, tra cui i vini, costituiscono valide risorse, il cui sfruttamento potrebbe portare a un incremento della presenza turistica nella zona. È poco frequentata anche per lavoro, in quanto le attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta ogni giorno a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono particolarmente intensi: la popolazione vi si rivolge, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili localmente. Non si registrano manifestazioni folcloristiche di rilievo, che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Magno, si festeggia il 19 agosto.

Località

Borgo, Cascina Chiambrani, La Serra, Tetti Ellero, Vaschetti

Borgo, Cascina Chiambrani, La Serra, Tetti Ellero, Vaschetti

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Briaglia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.