Descrizione

Centro collinare di origine molto antica, con un’economia basata sulle attività rurali e sul turismo. I blerani, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale ma risiedono anche nella località di Civitella Cesi, nell’aggregato urbano minore di Puntoni e in diverse case sparse sui fondi. L’abitato, allungato su uno sperone tufaceo che s’incunea tra due valloni confluenti, presenta un caratteristico nucleo antico, con edifici privi d’intonaci e dotati di profferli, tipiche scale esterne, nonché di mostre di tufo alle finestre e alle porte. Il territorio comunale, che comprende un’isola amministrativa del comune di Vejano, è costituito dai materiali eruttati dai vulcani Vicano e Sabatino ed è attraversato da diversi corsi d’acqua; uno di questi forma uno dei più spettacolari cañon dell’alto Lazio, dimora di numerose specie di uccelli rapaci e di una lussureggiante vegetazione. Altrove si distendono campi coltivati, oliveti e ampie superfici brulle adibite al pascolo. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, campeggia la figura di San Vincenzo Protettore, in abiti pontificali, rappresentato nell’atto di tenere con una mano un pastorale e con l’altra una chiesa.

Centro collinare di origine molto antica, con un’economia basata sulle attività rurali e sul turismo. I blerani, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale ma risiedono anche nella località di Civitella Cesi, nell’aggregato urbano minore di Puntoni e in diverse case sparse sui fondi. L’abitato, allungato su uno sperone tufaceo che s’incunea tra due valloni confluenti, presenta un caratteristico nucleo antico, con edifici privi d’intonaci e dotati di profferli, tipiche scale esterne, nonché di mostre di tufo alle finestre e alle porte. Il territorio comunale, che comprende un’isola amministrativa del comune di Vejano, è costituito dai materiali eruttati dai vulcani Vicano e Sabatino ed è attraversato da diversi corsi d’acqua; uno di questi forma uno dei più spettacolari cañon dell’alto Lazio, dimora di numerose specie di uccelli rapaci e di una lussureggiante vegetazione. Altrove si distendono campi coltivati, oliveti e ampie superfici brulle adibite al pascolo. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, campeggia la figura di San Vincenzo Protettore, in abiti pontificali, rappresentato nell’atto di tenere con una mano un pastorale e con l’altra una chiesa.

Storia

Abitata dagli etruschi e successivamente dai romani, nell’alto Medioevo divenne la prima diocesi della Tuscia romana e conobbe un periodo di prosperità grazie alla posizione che occupava lungo la via Clodia, importante asse stradale che collegava Roma con il nord della penisola. Inserita nei possedimenti della Chiesa, fu assediata e distrutta da Desiderio, re dei longobardi; restituita ai pontefici da Carlo Magno, fu feudo dei Prefetti di Vico, poi degli Anguillara e dei Cesi; tornata nello Stato Pontificio nel 1572, vi rimase fino all’unità d’Italia. Il toponimo, che è stato Bieda fino al 1952, deriva dal greco e indica una specie di ortiche. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico spiccano senz’altro le numerose necropoli di epoca etrusca. Degna di nota è anche la collegiata dell’Assunta, costruita sulle fondamenta di una chiesa romanica edificata nell’XI-XII secolo, della quale conserva la cripta; nel suo interno si può ammirare anche un pregevole altare, costituito da un sarcofago romano ornato da un bassorilievo raffigurante scene di caccia.

Abitata dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e successivamente dai romani, nell’alto Medioevo divenne la prima diocesi della Tuscia romana e conobbe un periodo di prosperità grazie alla posizione che occupava lungo la via Clodia, importante asse stradale che collegava Roma con il nord della penisola. Inserita nei possedimenti della Chiesa, fu assediata e distrutta da Desiderio, re dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>; restituita ai pontefici da Carlo Magno, fu feudo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=PREFETTIDIVICO'>Prefetti di Vico</a>, poi degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ANGUILLARA'>Anguillara</a> e dei Cesi; tornata nello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATOPONTIFICIO'>Stato Pontificio</a> nel 1572, vi rimase fino all’unità d’Italia. Il toponimo, che è stato Bieda fino al 1952, deriva dal greco e indica una specie di ortiche. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico spiccano senz’altro le numerose necropoli di epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCA'>etrusca</a>. Degna di nota è anche la collegiata dell’Assunta, costruita sulle fondamenta di una chiesa romanica edificata nell’XI-XII secolo, della quale conserva la cripta; nel suo interno si può ammirare anche un pregevole altare, costituito da un sarcofago romano ornato da un bassorilievo raffigurante scene di caccia.

Economia

Il legame che unisce la comunità blerana alla tradizione ha il carattere del sano attaccamento alle propri radici culturali e non della chiusura agli stimoli del progresso. Accanto all’importanza sempre maggiore rivestita dal turismo, l’economia locale evidenzia il ruolo tuttora rilevante delle tradizionali attività rurali, che si articolano nella coltivazione di cereali e olive, nella silvicoltura e nell’allevamento di bovini e ovini allo stato brado. Le aziende industriali presenti, tutte di piccole dimensioni, sono attive soprattutto nei comparti alimentare, metallurgico, delle confezioni, del legno ed edile; il commercio appare commisurato alle esigenze della comunità e tra i servizi figurano il credito e le assicurazioni. Il panorama delle strutture e dei servizi di pubblica utilità non denuncia particolari carenze: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, possiede le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e il museo civico etrusco; le sue strutture socio-sanitarie comprendono un centro comunale per anziani e la farmacia; l’apparato ricettivo, di buon livello, annovera ristoranti e alberghi.

Il legame che unisce la comunità blerana alla tradizione ha il carattere del sano attaccamento alle propri radici culturali e non della chiusura agli stimoli del progresso. Accanto all’importanza sempre maggiore rivestita dal turismo, l’economia locale evidenzia il ruolo tuttora rilevante delle tradizionali attività rurali, che si articolano nella coltivazione di cereali e olive, nella silvicoltura e nell’allevamento di bovini e ovini allo stato brado. Le aziende industriali presenti, tutte di piccole dimensioni, sono attive soprattutto nei comparti alimentare, metallurgico, delle confezioni, del legno ed edile; il commercio appare commisurato alle esigenze della comunità e tra i servizi figurano il credito e le assicurazioni. Il panorama delle strutture e dei servizi di pubblica utilità non denuncia particolari carenze: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, possiede le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e il museo civico etrusco; le sue strutture socio-sanitarie comprendono un centro comunale per anziani e la farmacia; l’apparato ricettivo, di buon livello, annovera ristoranti e alberghi.

Relazioni

Inserita in un’area di grande interesse naturalistico, deve la sua notorietà anche alla presenza di notevoli siti archeologici, oggetto negli ultimi tempi di un’accorta rivalutazione: nel secolo scorso vi rivolsero le proprie attenzioni importanti studiosi italiani e stranieri; persino Gustavo Adolfo di Svezia, il “re archeologo”, partecipò agli scavi nella necropoli situata in località San Giovenale. Tra le manifestazioni tradizionali, di carattere soprattutto religioso, figurano i pellegrinaggi alla grotta dove il Patrono San Vivenzio trascorse gli ultimi anni della sua vita in eremitaggio (lunedì di Pasqua e seconda domenica di maggio) e la festa dedicata a Sant’Ermete (ultima domenica di agosto), accompagnata da numerosi eventi collaterali, come la sagra dell’amaretto, una fiera di merci e bestiame, un rodeo di butteri e una singolare gara consistente nell’improvvisare poesie su temi a richiesta; la seconda domenica di settembre si svolge la festa della Madonna della Selva. La festa del Patrono San Vivenzio si celebra l’11 dicembre.

Inserita in un’area di grande interesse naturalistico, deve la sua notorietà anche alla presenza di notevoli siti archeologici, oggetto negli ultimi tempi di un’accorta rivalutazione: nel secolo scorso vi rivolsero le proprie attenzioni importanti studiosi italiani e stranieri; persino Gustavo Adolfo di Svezia, il “re archeologo”, partecipò agli scavi nella necropoli situata in località San Giovenale. Tra le manifestazioni tradizionali, di carattere soprattutto religioso, figurano i pellegrinaggi alla grotta dove il Patrono San Vivenzio trascorse gli ultimi anni della sua vita in eremitaggio (lunedì di Pasqua e seconda domenica di maggio) e la festa dedicata a Sant’Ermete (ultima domenica di agosto), accompagnata da numerosi eventi collaterali, come la sagra dell’amaretto, una fiera di merci e bestiame, un rodeo di butteri e una singolare gara consistente nell’improvvisare poesie su temi a richiesta; la seconda domenica di settembre si svolge la festa della Madonna della Selva. La festa del Patrono San Vivenzio si celebra l’11 dicembre.

Località

Civitella Cesi, Puntoni

Civitella Cesi, Puntoni

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Blera rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.