CIMBRI:
Popolazione germanica stanziata a nord dell'estuario dell'Elba, nel cosiddetto Chersoneso cimbrico. Comparvero per la prima volta nella storia verso il 115 a.C., quando, con i teutoni, tentarono dapprima di stabilirsi, a spese dei celti, nelle regioni centrali e meridionali della Germania. Respinti dai boi, scesero lungo la valle del Danubio e, battuti i taurisci e gli scordici, assediarono la città celtica di Noreia (Neumarkt, nella Stiria). Da qui, sconfitto il console Papirio Carbone, che cercava di ostacolare la loro marcia alla volta del Norico, si diressero verso occidente e, unitisi a due tribù degli elvezi, quella dei teutoni e quella dei tigurini, irruppero nelle Gallie, devastandole tutte a eccezione della Belgica. Venuti in contatto con i Romani nella Gallia Narbonense, proposero loro un'alleanza in cambio della concessione di terre; avutone un rifiuto, proseguirono la loro avanzata vittoriosa battendo uno dopo l'altro i consoli Giunio Silano (109 a.C.), Cassio Longino e Aurelio Scauro (107), Servilio Cepione nella battaglia di Arausio e Manlio Massimo (105). La via per l'Italia sembrava aperta ma i cimbri preferirono invadere la Spagna, mentre le tribù alleate si disperdevano per le Gallie. Al loro ritorno, dopo aver subito sconfitte a opera dei celtiberi, si riunirono sulle rive del Rodano con i teutoni, gli ambroni e i tigurini per tentare la grande invasione dell'Italia: i teutoni e gli ambroni lungo il litorale ligure, i cimbri con i tigurini attraverso le Alpi lungo la valle dell'Adige. Il loro piano però fu stroncato da Mario, che sterminò gli uni ad Aquae Sextiae (Aix-en-Provence) nel 102 e gli altri ai Campi Raudii, presso Vercelli, l'anno dopo. I cimbri furono il primo popolo di stirpe germanica che invase l'Italia.