SAN FRANCESCO:
Fondatore dei frati minori, delle clarisse e del terzo ordine francescano, figlio di Pietro Bernardone, ricco mercante di stoffe, e di Pica, nobildonna provenzale, Francesco nacque ad Assisi (PG) nel 1181 (o 1182) e morì, sempre ad Assisi, nel 1226. Trascorse la giovinezza in un contesto sociale avido di piaceri e amante del lusso, influenzato dalla cultura provenzale e francese. Dotato di spiccate qualità poetiche e canore, si guadagnò l'ammirazione dei suoi coetanei. Nel 1202, attratto dalle imprese cavalleresche, partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia e fu fatto prigioniero. Tornato l'anno seguente ad Assisi, si arruolò nell'esercito pontificio e partì per la Puglia ma fu costretto a interrompere il viaggio a causa di una grave malattia; in seguito a questa ebbe una prima crisi spirituale, culminata con il prodigioso colloquio con il crocifisso di San Damiano che determinò la sua conversione. Da allora la sua vita prese un indirizzo ben preciso, caratterizzato dalla rinuncia assoluta ai beni terreni: recatosi pellegrino a Roma, sulla porta della basilica di San Pietro donò tutti i suoi averi ai poveri e si ripresentò come mendicante ad Assisi, dove venne schernito dal popolo e minacciato di ripudio dal padre; ma non desistette ed espresse pubblicamente il desiderio di rinunciare al patrimonio paterno e di dedicarsi alla preghiera, alla penitenza e alle opere di misericordia. Dopo due anni di eremitaggio, si unirono a lui i primi discepoli: Bernardo da Quintavalle, Pietro Cattani, frate Leone, Egidio d'Assisi e frate Ginepro, ai quali si aggiunsero nel 1212 Santa Chiara e sua sorella Agnese. Presero tutti insieme dimora nel tugurio di Rivotorto, che divenne il primo convento francescano: qui i discepoli furono iniziati all'apostolato e qui Francesco, utilizzando brani evangelici, scrisse la Prima Regola, che si basava sull'obbedienza alla Chiesa e sull'assoluta povertà -questa regola ottenne l'approvazione orale di Innocenzo III nel 1210-. In quegli anni l'abbazia benedettina di monte Subasio cedette ai fraticelli la cappella della Porziuncola, nella quale due volte l'anno, in occasione della Pentecoste e nel giorno di San Michele, si radunavano fino a 5.000 frati. Pur preferendo la vita contemplativa, nel 1212 Francesco partì per missioni di evangelizzazione e predicazione in Spagna, Francia e Germania, dove i francescani furono scambiati per eretici e perseguitati; al fine di scongiurare questo pericolo, papa Onorio III emanò per loro un ordine di protezione. Dopo un viaggio in Egitto e in Terrasanta per convertire il sultano (1219), Francesco rinunciò alla direzione dell'ordine per dedicarsi completamente alla vita ascetica e nominò suo vicario Pietro Cattani. Nel 1221 fu preparata la Seconda Regola, che nel 1223 ricevette l'approvazione scritta di Onorio III. In essa venivano definitivamente fissati i precetti che dovevano regolare la vita degli ordini monastici fondati da Francesco, da lui chiamati con il nome di frati minori per sottolinearne l'elemento caratterizzante, l'umiltà: tali norme stabilivano di osservare il Vangelo, di vivere in obbedienza, carità e umiltà, di privarsi di tutte le ricchezze, di provvedere alla salute spirituale dei propri simili diffondendo il Vangelo e praticando opere di carità, di sostenersi attraverso il lavoro, anche il più umile, e solo in casi estremi con l'elemosina, senza tuttavia accettare mai denaro. Risale al 1223 l'istituzione del presepe di Greccio, nell'attuale provincia laziale di Rieti, al 1224 l'apparizione delle sacre stimmate sul monte della Verna e la composizione del "Cantico delle creature". Ormai gravemente ammalato e quasi del tutto cieco, si ritirò nella Porziuncola dove il 3 (o 4) ottobre 1226 si spense, salutato, come narra la leggenda, da un volo di allodole trillanti. Nel 1228 fu canonizzato da papa Gregorio IX e nel 1230 il suo corpo fu traslato ad Assisi, nella cripta della basilica a lui dedicata. Il movimento francescano, ispirato a ideali e fini puramente religiosi, costituì un grande tentativo di rinnovamento del popolo credente e finì per avere importanti ripercussioni di tipo sociale, assumendo un carattere rivoluzionario: in un'epoca contrassegnata da drammatiche lotte tra Chiesa e Impero, tra città, classi e partiti, dal prevalere del commercio e dell'industria sull'agricoltura, dalle agitazioni dei piccoli lavoratori e dalla rapacità sempre più evidente dei padroni, Francesco predicò l'amore verso tutte le creature, il distacco dalla ricchezza e dal potere, la pace e l'eguaglianza. Anche altri movimenti (come quello valdese o quelli degli umiliati e degli arnaldisti) in quel periodo cercavano di purificare la società attraverso la povertà evangelica ma tutti erano animati da una netta opposizione alla Chiesa di Roma; il francescanesimo, invece, si concretizzò in un nuovo ordine religioso inserito nell'organizzazione ecclesiastica.