PICCINNI NICCOLÒ:
Compositore, nato a Bari nel 1728, frequentò il conservatorio di Napoli sotto la guida di Leonardo Leo e Francesco Durante. Nel 1756 ottenne una prima affermazione con alcune opere, tra cui "Zenobia", su libretto di Pietro Metastasio. Trasferitosi a Roma nel 1758, con i suoi familiari, ottenne un grande successo, due anni dopo, con "La Cecchina, ossia la buona figliuola", su libretto di Carlo Goldoni. L'opera, che fu conosciuta e apprezzata negli ambienti musicali dell'Italia e dell'Europa, costituisce ancora oggi uno degli esempi più significativi dell'opera buffa, sia per la melodia fresca e garbata, sia per una certa capacità introspettiva dei personaggi, che manca agli altri compositori del suo tempo. A Parigi, dove si stabilì nel 1776, fu coinvolto in una gara con il musicista tedesco Christoph Gluck, per la composizione di una tragedia lirica, "Ifigenia in Tauride", uscendone sconfitto mentre l'opera del rivale ebbe successo. Piccinni, però, rimase estraneo ad ogni sentimento di gelosia verso Gluck, tanto che quando questi morì, nel 1787, fu lui a commemorarlo degnamente. Nel 1783, compose "Didone", considerato il capolavoro della sua maturità, per la capacità di fondere l'esperienza teatrale italiana con la tradizione lirica francese. Allo scoppio della Rivoluzione (1789), perduto il posto di insegnante presso una prestigiosa scuola musicale, tornò a Napoli e fu costretto, per vivere, a comporre musiche sacre. Tornato a Parigi nel 1798, fu accolto con entusiasmo e indennizzato con una pensione di 5.000 franchi dei danni patiti a causa degli eventi rivoluzionari. Nel 1800 fu nominato da Napoleone I ispettore del conservatorio ma nello stesso anno si ammalò e morì a Passy nei pressi di Parigi.