VERRI PIETRO:
Scrittore ed eminente uomo di cultura, nacque a Milano nel 1728. Frequentò, come i giovani delle famiglie aristocratiche del tempo, le scuole dei Barnabiti a Milano, degli Scolopi a Roma e dei Gesuiti a Brera (v. BRERA). Nel 1749 si accostò, senza entusiasmo, agli studi giuridici e mostrò intolleranza verso l'ambiente chiuso e reazionario della sua famiglia e della società del tempo, sentimento che espresse nell'opera satirica 'La Borlanda impasticciata' (1751). L'incontro con Maria Vittoria Serbelloni, di cui si innamorò, lo avvicinò alla cultura francese e alle idee illuministiche. Per evadere dall'ambiente familiare partecipò, nel 1759, alla guerra dei Sette Anni e, dopo un breve soggiorno a Vienna, nel 1761 tornò a Milano dove, col fratello Alessandro, con Cesare Beccaria e con altri uomini di cultura simpatizzanti delle idee illuministiche, diede vita all'Accademia dei Pugni e alla pubblicazione del periodico 'Il Caffè', che durò dal giugno 1764 al maggio 1766 e diffuse idee nuove, combattendo i pregiudizi e la vecchia cultura italiana. Dopo la pubblicazione delle 'Considerazioni sul commercio dello Stato di Milano' (1763), il Verri fu chiamato a ricoprire prestigiose cariche pubbliche che non lo distolsero dai suoi studi e dalla sua attività di scrittore. Nel 1797 fu eletto presidente del Consiglio di Lombardia ma nello stesso anno morì. Tra le opere più importanti di Pietro Verri, che può essere considerato come uno dei rappresentanti più brillanti dell'illuminismo italiano, vanno ricordate: 'Le riflessioni sulle leggi vincolanti principalmente nel commercio dei grani' (1769); 'Meditazioni sull'economia politica' (1771); 'La storia di Milano' (1783 ); 'Osservazioni sulla tortura' (1777); 'Alcuni pensieri sulla rivoluzione accaduta in Francia' e 'Pensieri sullo Stato politico del milanese (1790).