VERDI GIUSEPPE:
Compositore, nacque a Roncole, oggi Ròncole Verdi, nel comune di Busseto (Parma), in Emilia-Romagna, nel 1813, da genitori umili che gestivano un'osteria. Dimostrò ben presto passione per la musica tanto che, ancora bambino, cominciò a studiare prima col prete del paese, che sostituì come organista, poi a Busseto. Qui conobbe Antonio Barezzi, un commerciante che lo prese a benvolere e gli fece conoscere Ferdinando Provesi, che dirigeva la banda musicale locale e divenne suo maestro. Ottenuta una borsa di studio dal Monte di Pietà di Busseto, andò a Milano per sostenere l'esame di ammissione al conservatorio. Respinto, continuò a studiare col maestro Vincenzo Lavigna. Nel 1836 sposò la figlia del Barezzi Margherita e, trasferitosi a Milano, iniziò l'attività di compositore rappresentando, con un certo successo, la sua prima opera 'Oberto conte di San Bonifacio' (1837). Deluso poi dall'insuccesso della seconda opera, 'Il finto Stanislao', e prostrato dalla perdita dei figlioletti e della moglie, Verdi attraversò un periodo di profonda crisi che riuscì a superare dedicandosi alla composizione di 'Nabucco', opera che fu rappresentata con grande successo alla Scala di Milano nel 1842. Da questo momento cominciò a frequentare i circoli culturali milanesi, anche con l'appoggio della contessa Maffei sua amica e, con le melodie vibranti delle sue opere, diventò per i patrioti simbolo degli ideali di libertà e di indipendenza. La rappresentazione de 'I Lombardi alla prima crociata' (1843), di 'Attila' (1846) e de 'La battaglia di Legnano' (1849), suscitarono in teatro accese dimostrazioni patriottiche con applausi che scoppiavano irrefrenabili, specialmente dopo l'esecuzione di cori ed arie particolarmente significativi. Stabilitosi a Busseto nella villa di Sant'Agata con il soprano Giuseppina Strepponi, sua compagna dal 1842 e che sposerà nel 1859, Verdi si dedicò alla composizione della 'Luisa Miller' (1849) e, successivamente, dei tre capolavori: 'Rigoletto' (1851), 'Il Trovatore' (1853), 'La Traviata' (1853), opere nelle quali il musicista si dedicò con una nuova tecnica espressiva all'approfondimento del dramma dei personaggi. Seguirono 'I Vespri siciliani', rappresentata a Parigi nel 1855, il 'Simon Boccanegra' (1857) e 'Un ballo in maschera' (1859). Gli anni dal 1860 al 1870 furono per Giuseppe Verdi piuttosto critici per la morte del padre e del Barezzi e per la diffusione delle opere di Wagner, che determinò cambiamenti nel gusto del pubblico e una certa freddezza nei suoi riguardi. Nonostante ciò, continuò nella ricerca e nello studio, giungendo a migliorare la qualità della strumentazione, che divenne più accurata e si arricchì di scene corali e di personaggi dai grandi sentimenti. Nel 'Don Carlos' (1867) espresse la solitudine dell'uomo; nell'"Aida" (1871), nell'"Otello" (1887) e nel 'Falstaff' (1893), queste ultime frutto dell'incontro con Arrigo Boito, il genio del musicista sembrò rinascere, maturato attraverso la composizione della 'Messa di Requiem' (1874), composta per la morte di Alessandro Manzoni. Giuseppe Verdi morì a Milano nel 1901 e fu trasferito con Giuseppina Strepponi dal cimitero monumentale, dove era stato sepolto, alla Casa di Riposo per musicisti da lui fondata. V. anche CONSERVATORIO GIUSEPPE VERDI