PORTA NUOVA DI MILANO:
Gli archi sono parte della cerchia muraria medioevale del XII secolo e ricordano due fornici fiancheggiati da due torri. Il manufatto attuale è opera della ricostruzione iniziata nel 1171, dopo la distruzione di Milano da parte del Barbarossa (1162), ma anche dei restauri e delle modifiche realizzate nel 1861. Nella possanza statica o nel sapore classico, la porta, come le altre contemporanee, è probabilmente ricostruita su quelle antiche della cinta romana di Massimiano; dell'epoca romana ha riutilizzato molti blocchi ed elementi in marmo, a volte con iscrizioni e figure, provenienti da edifici in rovina. La costruzione è rimasta incompiuta ed è stata rinforzata ed abbellita nel quadro degli interventi di Azzone Visconti sulle mura (1330-33); poi, dopo l'erezione della cinta più esterna dei bastioni spagnoli (1549-61), è stata invasa da edifici contigui che occuparono le torri. Lungo tutto il corso dell'Ottocento e Novecento sono state avanzate proposte di demolizione e sistemazione per agevolare il traffico; nel 1861 le torri vengono liberate dalle case e aperte con due passaggi mentre, in ossequio al gusto antiquario allora in voga, sono stati riutilizzati a scopo decorativo alcuni pregevoli documenti di scultura romana; più tardi, in base a un progetto del 1931, sono stati allargati i due passaggi e aperti dei portici negli edifici laterali. Gli arconi sono in pietra di serizzo e in marmo, con i corsi e i conci di colore rosso e bianco disposto in modo alterno. I fornici, assai profondi, volgono verso la città una parte a sesto ribassato, verso l'esterno una parte a tutto sesto ma cinta da ghiere ovali, analoghe ad altri archi milanesi del XII secolo, che anticipano soluzioni costruttive a sesto acuto. Sulla fronte interna sono incastrate lapidi funerarie romane a stele del primo secolo d.C. con busti entro nicchie; sulla fronte esterna c'è un tabernacolo in marmo rappresentante la Madonna tra i Santi Ambrogio, Gervaso e Protaso, aggiunto durante i lavori di restauro ordinati da Azzone Visconti.