MONUMENTALE (IL): Un tempo a Milano, come dappertutto, non esisteva una regola generale per l'inumazione e la sepoltura dei defunti: la nobiltà aveva il privilegio di onorare i propri avi nelle chiese o in cappelle private; le classi meno abbienti erano destinate ad essere sepolte in grandi fosse comuni (i fopponi) situate fuori dalle mura cittadine. Solo nel 1768 si impose per tutti la sepoltura a cielo aperto, in spazi in cui, secondo una norma con scarso seguito pubblicata nel 1800, ogni distinzione sociale doveva essere bandita e le tombe uniformate sotto un unico criterio. Sorsero così a Milano sei cimiteri foranei, vicini alle principali porte. Ben presto, con l'ingrandimento della città oltre i Bastioni, essi iniziarono a costituire un grave incaglio all'attività edilizia, rivelandosi oltretutto insufficienti, date le loro esigue dimensioni, per il futuro incremento di popolazione. Da qui la necessità di un'unica grande necropoli più esterna, in una zona ritenuta salubre e lontana da costruzioni. Si bandirono per l'occasione vari concorsi, ma con esiti che la Municipalità giudicò poco soddisfacenti. Nel 1863, dopo un ulteriore vaglio di progetti, si affidò l'incarico a Carlo Maciachini. Il Monumentale fu realizzato fra il 1863 e il 1866. Il progetto portò alla realizzazione anche di un grande viale alberato in asse con la piazza antistante, del recinto e della fronte d'accesso, costituita da due gallerie laterali limitate da cappelle e unite al centro dal Faneglio, sorta di 'pantheon' cittadino destinato a raccogliere le salme dei milanesi più illustri. Il recinto delimitava in origine un rettangolo di 121mila mq, poi alterato in un perimetro più articolato e tagliato a nord-est dello scalo ferroviario Farini. Il cimitero si estende oggi su un'area di circa 250mila mq.