LEONARDO DA VINCI:
Leonardo da Vinci fu a Milano tra il 1482 e il 1499, invitato da Ludovico il Moro, per compiere svariati interventi di ingegneria in tutti i campi, da quello militare a quello civile e idraulico. Inoltre, erano intervenuti accordi tra il duca e l'artista per la creazione di una statua equestre bronzea di Francesco Sforza, padre di Ludovico: Leonardo lavorò per molti anni a quest'opera, che sarebbe stata colossale (circa 7 metri di altezza) senza poterla terminare; il modello in creta del solo cavallo, esposto nel 1493, venne distrutto all'epoca dell'occupazione francese del ducato di Milano e oggi ne conosciamo solo alcuni disegni preparatori. A Milano il maestro progetta opere d'architettura: è consulente per il duomo di Pavia e disegna il tiburio per quello di Milano, immagina palazzi e pensa strade a vari livelli per i differenti servizi, oltre ad inventare macchine d'ogni genere. Il suo modo di disegnare, vivo, riesce sempre a far vedere l'oggetto inserito nell'ambiente: si ricordino i progetti di chiese a pianta centrale, coordinate geometricamente ma mobili nello spazio, come quelle bramantesche. Benché i suoi progetti non fossero mai realizzati, le sue idee restano fondamentali per la cultura del '500. Perfino i disegni scientifici, ad esempio quelli di anatomia o i progetti di offesa e difesa bellica, sono eseguiti con sensibilità pittorica. Del soggiorno milanese abbiamo poche pitture ma di altissimo valore. La 'Vergine delle Rocce', del 1483, fu commissionata a Leonardo dai membri della Confraternita della Concezione di Milano, con un contratto che ne precisava minuziosamente l'iconografia, dalla quale il dipinto invece si discosta notevolmente; per ragioni non del tutto certe ne nacque una lunga controversia, fino a che, diversi anni più tardi, l'opera fu ceduta al re di Francia probabilmente dallo stesso Leonardo. Fra il 1495 e il 1497, mentre Bramante lavora all'abside della chiesa di Santa Maria delle Grazie, Leonardo dipinge, nel refettorio del convento annesso, l'"Ultima Cena" (v. CENACOLO DI LEONARDO). Il grande affresco cominciò a deperire pochi anni dopo, forse per l'uso di nuove tecniche da parte dell'autore o, più probabilmente, per l'umidità; a poco sono valsi i numerosi tentativi di restauro compiuti nel corso dei secoli, che non sono riusciti a fermare il declino dell'opera. Nella parte inferiore fu anche aperta, successivamente ed in maniera assolutamente sconsiderata, una porta che taglia l'affresco al centro della mensa. E tuttavia, nonostante i gravissimi danni che lo hanno ridotto a una 'veneranda larva', possiamo ancora renderci conto del suo eccezionale valore. Al periodo milanese appartiene anche la 'Dama con l'Ermellino'. Nel 1498, secondo vari documenti, Leonardo avrebbe provveduto a lavori ornamentali all'interno del castello sforzesco: si tratta di decorazioni sul soffitto che imitano un fitto pergolato ma è improbabile che Leonardo abbia eseguito personalmente la pittura, puramente esornativa e con la ripetizione molteplice di elementi uguali. È interessante però l'idea leonardesca del rapporto rinascimentale fra 'chiuso' e 'aperto', che aveva trovato applicazione, pochi decenni prima, nella 'Camera degli Sposi' del Mantegna e che avrà sviluppo negli anni seguenti.