GADDA CARLO EMILIO: Scrittore, nacque a Milano nel 1893. Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale ed aver subito la prigionia, si laureò in ingegneria, lavorando poi in varie industrie in Italia e all'estero. La sua passione era, però, la letteratura, perciò nel 1924 cominciò a pubblicare scritti sulla rivista 'Solaria': i racconti 'La Madonna dei filosofi' (1931) e il 'Castello di Udine' (1934), che tratta dei suoi ricordi di guerra. Nel 1940 si trasferì a Firenze, dove si inserì nell'ambiente culturale della città e pubblicò nel 1944 'L'Adalgisa', racconti che ritraggono la vita della borghesia milanese. Spostatosi a Roma, dal 1950 al 1955, lavorò all Rai e si fece conoscere con il romanzo 'Quer pasticciaccio brutto de via Merulana' (1957), che aveva già pubblicato a puntate alcuni anni prima sulla rivista 'Letteratura'. In quest'opera, ritenuta il suo capolavoro, il Gadda, prendendo spunto da un delitto avvenuto a Roma nei primi anni del fascismo, fece un esame spietato dei mali della società. Intanto nel 1955 aveva pubblicato il 'Giornale di guerra e prigionia', scritto durante la prima guerra mondiale e ampliato poi nell'edizione del 1965. Un'altra opera importante del Gadda fu 'La cognizione del dolore' (1963), anche questa pubblicata su 'Letteratura' nel 1939-40, nella quale lo scrittore espresse il dramma esistenziale dell'uomo solo e ribelle contro il mondo. Lo stesso atteggiamento di irata sofferenza è presente nel saggio 'Eros e Priapo' (1967) contro il fascismo, inteso come regime che soggioga l'umanità, costringendola all'obbedienza e al culto del capo. Il Gadda ricevette due premi importanti: il 'Viareggio' nel 1953 e il 'Prix international de littérature' nel 1963. Morì a Roma nel 1973. Quello che fa di Gadda uno scrittore originale è il linguaggio che unisce termini dialettali e tecnici, forme arcaiche, riferimenti al latino e alle lingue straniere. Ne viene fuori perciò una prosa espressiva, a volte bizzarra, con la quale lo scrittore esprime l'esigenza di conoscere la realtà e rappresentarla.