FIERA CAMPIONARIA DI MILANO: Il grande quadrilatero della piazza d'armi ottocentesca, circondato da un doppio viale alberato, è stato utilizzato a scopo espositivo già una prima volta nel 1906, per ospitare parte dell'Esposizione Internazionale che aveva sede in parco Sempione. La Fiera fornì l'occasione per presentare grandi invenzioni, brevetti e prodotti di largo consumo. La Fiera Campionaria, istituita nel 1920, per opera del giornalista Bolaffio, fra i bastioni di Porta Venezia e Porta Nuova, è stata trasferita nell'ex piazza d'armi nel 1923 e dotata progressivamente di padiglioni e strutture stabili, in gran parte distrutti durante la guerra. Sempre nel 1923 l'intero apparato si è costituito in Ente Autonomo con un recinto espositivo di oltre 200.000 metri quadrati, estesi poi fino a 350.000, di cui 115.000 coperti. Di questo primo periodo si sono conservate le palazzine d'ingresso da via Domodossola (angolo nord-est) e il palazzo dello sport, con ingresso sul lato orientale di piazza VI Febbraio. All'inizio la disposizione dei padiglioni è stata alquanto disordinata e, conseguentemente, disponibile ai cambiamenti più radicali; negli anni Trenta invece, con la Fiera già al terzo posto in Europa dopo quelle di Parigi e Lipsia, si è arrivati ad attuare un piano regolatore che, oltre ad un nuovo punto d'accesso monumentale da piazza Giulio Cesare, prevedeva anche percorsi interni, parzialmente integrati con la viabilità di quartiere, e la costruzione di strutture stabili, ognuna delle quali riservata a funzioni specifiche. Nel dopoguerra si avvia la riorganizzazione della grande area espositiva, con il coordinamento di De Finetti che ne cura l'impianto urbanistico, articolato sul largo viale delle Nazioni, che l'attraversa in direzione nord-sud, e su altre diagonali di collegamento. Vengono realizzati l'Emiciclo e il Palazzo delle Nazioni, seguiti da numerosi padiglioni che ormai coprono l'intera area espositiva, tra cui il Padiglione della Meccanica (realizzato da Bega nel 1969) e il Padiglione dell'Agricoltura (realizzato da Garaldella nel 1956). La Fiera, durante la positiva contingenza degli anni Sessanta, si rivela insufficiente a contenere il massiccio aumento di visitatori, espositori e nazioni estere rappresentate (provenienti soprattutto dal Terzo Mondo). L'unica possibile risposta alla inadeguatezza degli spazi è stata l'istituzione, dal 1970, di manifestazioni settoriali distribuite lungo tutto il corso dell'anno, lasciando all'appuntamento primaverile solo il carattere di grande sintesi collettiva. Il problema, però, si ripropone oggi; come tutte le città in espansione, anche la Fiera cerca nuovi spazi e soprattutto una nuova immagine, più vicina alle prospettive dell'anno 2000. Le soluzioni non mancano: industriali e operatori immobiliari ripropongono l'eventualità di una localizzazione esterna come parte integrante della vecchia sede cittadina; amministratori e commercianti, invece, avanzano l'ipotesi di un semplice ampliamento della sede esistente, utilizzando le limitrofe, e da qualche anno dismesse, aree industriali al Portello. V. anche ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MILANO, DEL 1906