DEL BALZO:
Nobile famiglia italiana di origine provenzale che, divisasi in svariati rami, dalla Francia si trapiantò nel napoletano nel XIII secolo e in Sardegna, nel Montenegro, in Albania, in Ungheria e in Romania durante il XIV e il XV secolo. La potenza del casato si affermò all'inizio del XII secolo, allorché si stabilirono vincoli di parentela con i conti di Provenza e i conti di Tolosa. Alcuni dei suoi membri presero parte alla spedizione di Carlo I d'Angiò in Italia meridionale, dando un prezioso contributo alla conquista del regno. Come ricompensa per i servigi resi in quell'occasione, il nobile Barral (XIII secolo), che combatté valorosamente a Benevento contro Manfredi (1266), fu nominato gran giustiziere del regno e ottenne in feudo la contea di Avellino (1277), dando così origine al ramo dei conti di Avellino. Questi rivestirono un ruolo importante nel XIV secolo, schierandosi accanto agli Angioini nelle guerre che sconvolsero la Sicilia; in seguito, tuttavia, persero il favore della casa regnante e furono allontanati dalla corte. La linea dei conti di Avellino si estinse nel 1426 e i suoi feudi e titoli furono ereditati dal ramo degli Orsini-Del Balzo. Un'altra diramazione, quella dei duchi d'Andria, fu originata da Bertrando (morto nel 1351), conte di Soleto e figlio di un fratello di Barral, che nel 1308 sposò Beatrice d'Angiò, figlia di Carlo II, e ricevette in dote la città di Andria; Bertrando ricoprì importanti cariche per il re Roberto d'Angiò e servì fedelmente la regina Giovanna I durante l'invasione ungherese e la lotta per la successione al trono. I suoi discendenti attraversarono alterne vicende sotto gli Angioini: suo figlio Francesco I (XIV secolo) cadde in disgrazia sotto Giovanna I, gelosa della potenza e del prestigio che egli aveva raggiunto imparentandosi con gli Angioini e con gli Aragonesi; contro Giovanna I continuò a combattere il figlio di Francesco I, Jacopo (1353 circa-1384), che si rappacificò con il successore di Giovanna I, Carlo III d'Angiò-Durazzo, ottenendo Taranto e Corfù. Il fratello Guglielmo riunì tutti i possessi della famiglia dopo l'estinzione del ramo dei conti di Avellino e, parteggiando insieme al figlio Francesco II (XV secolo) per il re Alfonso d'Aragona, fu da quest'ultimo ricambiato con il titolo di gran conestabile e con parte delle terre confiscate agli Orsini. Durante la congiura dei baroni (1485-1487) Francesco II rimase fedele al re Ferdinando I d'Aragona, mentre suo figlio Pirro, gran conestabile del regno, si schierò con i baroni e, fallita la congiura, rimase vittima della vendetta del re; con la sua morte nel 1487 si spense il ramo primogenito dei duchi d'Andria. Degli altri rami collaterali in cui si divise il casato si ricordano quelli dei conti di Castro e Ugento, dei signori degli Schiavi, dei duchi di Caprigliano e dei duchi di Presenzano, tuttora fiorenti.