BASILIANI:
L'espressione "ordine basiliano" o "di San Basilio" fu usata dall'undicesimo secolo per indicare i monaci italo-greci dell'Italia meridionale che seguivano le regole di vita monastica istituite da San Basilio il Grande, arcivescovo di Cesarea (329-379), venerato come uno dei primi padri della Chiesa greca; dal XVI secolo, invece, è servita per designare impropriamente tutti i monaci cattolici di rito bizantino, anche se in realtà San Basilio non fu l'unico padre spirituale che costoro seguirono. Attualmente la religione cattolica riconosce ufficialmente cinque ordini basiliani, tra cui il più importante è l'ordine basiliano italiano di Grottaferrata, erede del monachesimo bizantino dell'Italia meridionale e della Sicilia, dove sorse nell'VIII secolo. Il monastero di Grottaferrata fu fondato dal monaco italo-greco San Nilo di Rossano (910-1004) e ospitò anche molti monaci egiziani e siri scampati all'invasione araba. Dopo il periodo aureo, coincidente con la dominazione normanna (1059-1190) e sveva (1190-1266), l'ordine basiliano di Grottaferrata attraversò una fase di decadenza al tempo degli Angioini e degli Aragonesi; la sua rinascita iniziò nel 1579, quando i suoi monasteri vennero eretti in ordine da Gregorio XIII e furono inclusi nella nuova congregazione basiliana d'Italia e di Spagna durata fino al 1866. Allorché i monaci basiliani cominciarono a staccarsi dal rito bizantino, Clemente XI (1706) e Benedetto XIV (1746-48) si opposero alla loro totale latinizzazione. Molti monasteri furono soppressi dai Borboni (1784) e dalle leggi italiane (1866) e solo l'abbazia di Grottaferrata è sopravvissuta come depositaria dell'antico monachesimo di rito bizantino e come centro di cultura bizantina. Dopo essere stato riformato e approvato da Leone XIII nel 1900, dal 1920 l'ordine basiliano ha ricominciato a diffondersi e ha riaperto vari monasteri.