SINDONE:
Termine derivante dal greco, con il significato di "pezzo di tela": indica il lenzuolo di lino che, secondo la tradizione, è quello funerario in cui fu avvolto il corpo del Cristo, dopo essere stato calato dalla croce. Dal racconto dei Vangeli si apprende come Giuseppe d'Arimatea abbia composto il corpo di Gesù nel sepolcro, dopo averlo avvolto in una sindone. Alta 1,11 metri e lunga 4,37, la Sindone si conserva a Torino dal 1578, all'interno del Duomo intitolato a San Giovanni Battista, patrono del capoluogo piemontese. Vi fu trasferita da Chambéry, antica capitale del ducato di Savoia, e tra il 1694 e il 1993 fu conservata nella cappella costruita su progetto di Guarino Guarini tra il Duomo e il Palazzo reale. Dal 1983, Umberto II di Savoia ha lasciato la Sindone in eredità alla Santa Sede. Il tessuto, di colore giallo chiaro, riporta con evidenza l'immagine frontale e dorsale del corpo di un uomo, che è stato portato a morte in seguito a torture e crocifissione. Nel 1898, durante l'ostensione, l'avvocato astigiano Secondo Pia, fu autorizzato a fotografare per la prima volta il lenzuolo; dal negativo della foto si evidenziarono particolari che risultavano poco comprensibili nel "positivo": sicuramente l'immagine non è frutto di un dipinto e, dall'elaborazione computerizzata, sono emerse proprietà tridimensionali, che non possono essere di dipinti né di foto. Il risultato delle analisi ha dimostrato la presenza di sangue umano del gruppo AB e quella di granuli di polline, testimonianti i trascorsi del lenzuolo. Dall'impronta di una moneta sull'occhio destro, documentata dagli studiosi, si riesce a datare con esattezza la Sindone, inducendo la data dal periodo di conio della moneta che ha lasciato l'impronta e che corrisponde ai primi anni dell'era cristiana.