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REGNO DELLE DUE SICILIE

Approfondimento

Approfondimento: REGNO DELLE DUE SICILIE

Ufficialmente il Regno delle Due Sicilie nacque l'8 dicembre del 1816 quando Ferdinando IV di Borbone riunì sotto tale denominazione i regni di Napoli e di Sicilia, dopo che Napoleone Bonaparte fu definitivamente sconfitto ed ebbe inizio la Restaurazione. Da allora il re abbandonò i nomi di Ferdinando IV di Napoli e di Ferdinando III di Sicilia e assunse il titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie: il suo potere durò fino al 1825. Il Regno delle Due Sicilie, che includeva la Campania, la Calabria, la Puglia, l'Abruzzo, il Molise, la Basilicata e la Sicilia, ebbe fine nel 1860, dopo che la spedizione garibaldina riuscì a deporre il re Francesco II: l'anno successivo fu annesso all'Italia. Comunque, molto più remota era stata l'origine del Regno di Sicilia, fondato nell'undicesimo secolo dagli Altavilla e comprendente, oltre l'isola, la maggior parte dell'Italia continentale a sud di Roma. Dopo gli Svevi von Hohenstaufen, a partire dalla battaglia di Benevento del 1266 il regno, con capitale Napoli, passò agli Angiò. Si cominciò a parlare per la prima volta delle "due Sicilie" nel 1282 dopo la guerra dei Vespri: la Sicilia, benché continuasse a far parte del regno degli Angiò, divenne dominio degli Aragonesi. Per questo motivo si diffuse l'idea che esistessero, appunto, "due Sicilie", anche se le cose divennero effettivamente così solo nel dicembre del 1816. I regnanti della casa borbonica che si succedettero tra il 1816 e il 1860 fecero erigere meravigliosi palazzi, ancora oggi visibili: il Palazzo reale di Napoli, sede di una sezione della Biblioteca Nazionale; il Palazzo di Capodimonte, che ospita un museo di porcellane; la Reggia di Caserta, divenuta un'accademia militare; il Palazzo di Portici; la palazzina Cinese a Palermo e il Palazzo di Ficuzza, antico capanno di caccia. Da sottolineare alcune espressioni coniate proprio nel Regno delle Due Sicilie, alcune di difficile interpretazione come "al di là dal Faro": tale frase appariva sempre nel rigo conclusivo dei decreti emanati dal sovrano; forse significava "da costa a costa a costa", volendo far riferimento ai tre mari, Ionio, Tirreno e Adriatico, che circondavano l'interno Regno. Altre frasi colorite erano: "le mille città", in riferimento alla variegata popolazione che abitava le Due Sicilie, e l'imperituro "viva o Re!". V. anche BORBONE, I e GARIBALDI, GIUSEPPE e MILLE, SPEDIZIONE DEI

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