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Regione CALABRIA

Capoluogo: Catanzaro

Scheda

 
Stemma della regione Calabria
   

Regione Calabria - Statistiche

La punta dello stivale è la decima regione italiana per estensione. L’assetto economico, interessato da un lento ma continuo sviluppo, vede oggi prevalere le attività terziarie, sebbene l’agricoltura e lo sfruttamento del territorio in generale conservino un valore non trascurabile. Le vicissitudini storiche della regione hanno lasciato tracce sensibili nelle disomogeneità tuttora presenti nel tessuto socio-culturale, caratterizzato dalla presenza di enclave etniche e linguistiche di origine piemontese, greca ed albanese, nonché da una certa differenza nel dialetto tra la parte meridionale e quella a nord di Catanzaro, influenzate rispettivamente dal dialetto siciliano e da quelli campano e lucano.

Collegamenti. Una sola autostrada, la A3 Salerno-Reggio Calabria, attraversa la regione in tutta la sua lunghezza e rappresenta di gran lunga il principale asse viario regionale. Da questa, all’altezza della piana di Sant’Eufemia, si diparte il tronco che collega l’asse portante a Catanzaro. Nel sistema delle strade statali debbono essere menzionate in primo luogo la s.s. 18 Tirrena Inferiore e la s.s. 106 Jonica, che con andamento sostanzialmente regolare seguono il disegno delle coste rispettivamente tirrenica e ionica. Decisamente più tormentato è invece il tracciato della s.s. 19 delle Calabrie che, seguendo la dorsale appenninica, ha costituito un elemento viario di riferimento essenziale prima della realizzazione dell’autostrada. Altre statali collegano i distretti regionali principali della regione e alcune di queste sono state tracciate di recente, nel quadro degli interventi di adeguamento infrastrutturale per la promozione dello sviluppo economico regionale. La rete ferroviaria conta principalmente sulle due linee litoranee, la Napoli-Reggio di Calabria e la Reggio di Calabria-Taranto, cui si aggiungono linee minori, gestite da aziende diverse dalle Ferrovie dello Stato; tra queste meritano di essere segnalate quelle che collegano i capoluoghi di Catanzaro e Cosenza, posti fuori dalle direttrici principali. A completare l’offerta di servizi di trasporto concorrono le autolinee destinate ai collegamenti regionali ed interregionali e chiamate a soddisfare la domanda di trasporto pubblico soprattutto nelle aree interne, dove la ferrovia non arriva. Il livello non eccezionale del trasporto pubblico terrestre, svantaggiato anche dalle condizioni del territorio, ha incentivato lo sviluppo del traffico aereo, che poggia attualmente sui tre aeroporti di interesse nazionale, situati a Lamezia Terme (CZ), Reggio di Calabria e Crotone, sorto più di recente. Nel sistema portuale agli affermati scali di Reggio di Calabria e Villa San Giovanni (RC) tocca da sempre il compito vitale di garantire i collegamenti con la Sicilia, mentre i porti di Vibo Valentia e Crotone sono destinati a soddisfare per lo più le esigenze degli insediamenti industriali, tanto della piana di Sant’Eufemia quanto della fascia ionica. Un cenno a sé merita il porto di Gioia Tauro, davvero importante per gli investimenti che vi sono stati dedicati e per il volume di traffico raggiunto in pochi anni dalla sua entrata in esercizio. I centri di gravitazione per i servizi, il commercio e le strutture burocratico-amministrative sono essenzialmente i capoluoghi di provincia ed alcune località interessate dallo sviluppo industriale -come l’area di Sibari ed il comprensorio lametino- o turistico.

Territorio. La regione, in virtù della sua particolare morfologia, si presenta come una penisola, lunga circa 250 km e molto stretta, tanto che nessun comune dista dal mare più di 50 km. Meno del 10% della sua superficie si trova ad una quota inferiore ai 200 metri ed un complesso di sistemi montuosi caratterizza l’orografia a partire dal confine con la Basilicata, dove si trova il monte Pollino (m 2.248), fino allo stretto di Messina. Dal gruppo del Pollino parte la Catena Costiera, a ridosso del litorale tirrenico, che si sviluppa verso sud per una lunghezza di circa 80 chilometri. La fiancheggia, ad est, l’altopiano granitico della Sila (2.500 kmq), che culmina nel monte Botte Donato (m 1.928) e digrada ad est e a sud dando luogo ad un complesso collinare argilloso, il Marchesato. Procedendo verso sud-ovest, nella parte centrale, in corrispondenza della provincia di Catanzaro, le quote scemano rapidamente e la penisola si restringe fortemente, tanto che i due mari, Ionio e Tirreno, distano tra di loro soltanto 38 km tra i golfi di Squillace e di Sant’Eufemia. A sud dell’istmo catanzarese le montagne si innalzano di nuovo con la catena delle Serre fino a raggiungere i 1.423 metri del monte Pecoraro ed il crinale, che si sposta leggermente verso la costa ionica, culmina poi nel massiccio scistoso dell’Aspromonte (1.956 metri). Le pianure sono poco estese ma intensamente coltivate, grazie anche ad opportune opere di bonifica intraprese negli ultimi decenni: da nord verso sud si susseguono la piana di Sibari, quella di Sant’Eufemia e quella di Gioia Tauro. Il sottosuolo calabrese, ancorché non particolarmente ricco, si caratterizza per la presenza di manganese e salgemma al confine con la Basilicata; salgemma si trova anche tra le province di Cosenza e Crotone, dove si accompagna allo zolfo; ferro e caolino sono presenti su entrambi i versanti dell’Appennino immediatamente a sud del golfo di Squillace; piombo e zinco sono stati rilevati all’estremità meridionale della regione, nella zona di Montebello Ionico. Lungo tutta la costa crotonese, tra le foci dei fiumi Tacina e Crati, si trovano giacimenti di gas naturale. La regione in generale, anche per la vicinanza agli impianti vulcanici attivi della Sicilia, è caratterizzata da una forte sismicità; violenti terremoti l’hanno scossa causando danni gravissimi nel 1638, nel 1887 e nel 1905. Tre grandi ed importanti aree protette conservano da anni il patrimonio ambientale della regione: a nord il Parco Nazionale del Pollino, che investe il territorio di due regioni; nella parte centrale il Parco Nazionale della Calabria, a sua volta diviso un due nuclei per un totale di 12.690 ettari, il primo dei quali si trova nella Sila grande in provincia di Cosenza e l’altro nella Sila piccola, a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone. La terza area è costituita dal Parco nazionale dell’Aspromonte. La vegetazione è ricca e varia: lungo le coste e comunque dove il clima lo consente si trovano mirto e oleandro insieme alle coltivazioni di agrumi, agli oliveti e a specie alloctone come fico d’india, banano e agave; mano a mano che si sale di quota la vegetazione si dirada per tornare a farsi rigogliosa sulle cime dei monti, dove dominano il pino, l’abete bianco e il faggio. Il patrimonio boschivo è stato gravemente danneggiato nel corso degli anni da vasti e numerosi incendi, quasi sempre dolosi. Della natura del territorio risente ovviamente anche l’idrografia, con fiumi che hanno per lo più regime torrentizio e molto irregolare (il termine “fiumara” vale ormai ad indicare i corsi d’acqua tipici della regione); quello di maggiore portata è il Lao, che sfocia nel Tirreno poco a sud di Scalea, ma sono ionici i fiumi più lunghi e dal maggiore bacino idrografico (il Crati che ha la foce nel golfo di Corigliano, il Neto che si getta nel mare poco a nord di Crotone, ed il Corace, che sfocia nel golfo di Squillace).

Clima. Si distinguono: il Massiccio centrale silano con altezze medie superiore a 1.000 metri orientato da N a S, una catena ugualmente orientata ma più sottile in prossimità della costa. La vallata di Caraffa a S divide il massiccio Silano dai rilievi ad orientamento SW-NE che si spingono fino alla estremità meridionale della Calabria. In complesso i monti costituiscono una notevole barriera per le correnti da NW e SE. Situazioni meteorologiche più marcate si hanno in inverno quando l’anticiclone delle Azzorre estende la sua influenza verso le isole britanniche e lungo le coste della Norvegia. Sull’Europa orientale e sull’Italia invece si ha una configurazione opposta, una vasta depressione allungata in senso meridiano. L’elemento predominante è rappresentato dall’aria artica che, attraverso impulsi via via più freddi, scende dal Nord sull’Italia e sul Mediterraneo centrale. Le temperature registrano punte record da -4° a -6° sulla Calabria ed in generale su tutte le regioni meridionali italiane. L’aria relativamente più calda del Mediterraneo costretta a scorrere su quella fredda, invorticandosi, genera abbondanti nevicate anche a basse quote. Tale situazione può persistere anche 4-7 giorni. Venti forti di Maestrale con intense mareggiate si hanno specie lungo le coste tirreniche della Calabria.

Attività produttive. L’agricoltura in realtà non ha mai potuto competere con quella di altre regioni: la terra da coltivare non è molta in una regione quasi priva di pianure e lo spazio lasciato libero dalle montagne, o recuperato grazie ad opportune opere di bonifica, è stato occupato da agrumi, olivo e vite. In particolare nel Marchesato si è affermata, accanto alla coltivazione del frumento, una produzione vinicola di successo, con marchi Doc molto apprezzati sul mercato nazionale, mentre nelle pianure di Lamezia Terme e Gioia Tauro sono maggiormente presenti il mais e gli alberi da frutta. Nelle attività zootecniche prevalgono le specie ovine, seguite dai suini e dai bovini; la pesca è una risorsa meno rilevante per i calabresi che, avendo storicamente abitato soprattutto i centri dell’entroterra, non hanno mai dato vita ad una flotta peschereccia consistente, come invece è accaduto nella vicina Sicilia. L’industria fatica a decollare e le imprese presenti, da sempre insufficienti ad assorbire l’offerta di manodopera, si sono aggregate intorno ad alcuni distretti industriali soprattutto nelle aree di Crotone, Lamezia Terme e Reggio di Calabria. Tra i golfi di Squillace e di Corigliano, al largo delle coste crotonesi, si è dato vita ad una significativa attività di estrazione di gas naturale dal fondo marino; l’energia, nonché la sua produzione e distribuzione hanno dato lavoro anche agli addetti alle centrali idroelettriche silane e alla gestione degli elettrodotti e gasdotti che attraversano la regione. L’artigianato merita una nota a parte per la grande diffusione avuta in passato e per il pregio di alcune sue lavorazioni. Soprattutto nei tessuti l’artigianato calabrese offre prodotti di notevole interesse: i velluti, i damaschi, gli scialli di seta ricamati hanno ornato i costumi tradizionali che ancora oggi si ammirano nelle feste popolari.

Analisi statistica. Area sociale. Le statistiche culturali e sociali varie vedono la regione collocarsi, nel complesso, al di sotto delle medie nazionali. Occupa il diciottesimo posto per quanto riguarda la spesa pro-capite per spettacoli, manifestazioni sportive e trattenimenti vari e la sedicesima posizione per grado di istruzione con 182,5 laureati e diplomati per 1.000 abitanti contro i 211 della media italiana. È la quindicesima regione per diffusione di periodici per abitante, con appena 31 copie contro le 66 della media nazionale. Area economica. L’apporto più consistente al Prodotto Interno Lordo è dato dal terziario, con una percentuale del 76,7%, superiore ai valori medi nazionali; inferiori alle medie italiane sono le percentuali degli altri settori (18,4% per l’industria e 4,9% per l’agricoltura). Nella graduatoria dei conti economici pro-capite la regione occupa l’ ultimo posto per Prodotto Interno Lordo e il diciottesimo per i consumi. Con 246,9 occupati per mille abitanti si colloca al diciottesimo posto nella graduatoria italiana. Area demografica. Decima regione per numero di abitanti presenta il maggior numero di comuni (113) nella classe di ampiezza demografica che va dai 1.000 ai 2.000 abitanti. Oltre il 70% dei comuni ha una popolazione che non supera i 4.000 abitanti e la città più popolosa è Reggio di Calabria con oltre 177.000 abitanti. Nella graduatoria della vita media occupa l’ottavo posto per gli uomini (74,2 anni rispetto alla media italiana di 73,4) e il diciassettesimo per le donne (79,8 anni rispetto alla media italiana di 80 anni) mentre con un indice di vecchiaia pari a 69,2 (contro il valore nazionale di 96,57) è tra le regioni più “giovani” d’Italia. Area ambientale. Secondo la zona altimetrica presenta una composizione montuosa per il 41,8% e collinare per il 49,2%; il 9% di superficie pianeggiante completa l’estensione territoriale della regione. Quasi il 99% del territorio è classificato, secondo il grado di sismicità, ad un livello medio-alto. Con oltre il 62% di costa balenabile si colloca al di sopra dei valori medi nazionali nella graduatoria della qualità delle acque marine balenabili.

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