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Provincia di PALERMO

Capoluogo: Palermo

Scheda

 
Stemma della provincia Palermo
   

Provincia di Palermo - Statistiche

Territorio. Si affaccia sul Tirreno per un lungo tratto di costa, dal torrente Finocchio (Golfo di Castellammare) al fiume Pollina, oltre Cefalù, occupando la parte centro-settentrionale dell'isola. Piano nella parte occidentale, si eleva gradatamente verso sud, con gli altipiani di Corleone (Rocca Busambra) e di Chiusa Sclafani, e culmina verso est con le Madonie. Delimitato a Nord dal mare, confina: a est con le province di Messina ed Enna; a sud con le province di Caltanissetta e Agrigento; a ovest con la provincia di Trapani. La sua superficie, di circa cinquemila chilometri quadrati, si distribuisce in 82 comuni, con una popolazione complessiva di oltre un milione e 200mila abitanti, che portano quella di Palermo a essere tra le province a maggiore ampiezza demografica del Paese; meno accentuata, invece, è la densità, che non raggiunge i 249 abitanti per chilometro quadrato. Come molte province meridionali, registra un indice di natalità relativamente elevato e una popolazione anziana di appena il 14,9 % del totale. Il territorio è prevalentemente montuoso e la catena più nota è quella delle Madonie, che raggiunge elevate altitudini nelle vette di: Monte San Salvatore (1.912 m), Pizzo Carbonara (1.979 m), Pizzo Antenna Grande (1.977 m). Nel resto della provincia non vengono raggiunte altitudini così elevate: Pizzo Cangialoso (1.457 m); Monte Rose (1.436 m); Sierra Leone (1.316 m); Pizzo Stagnaro (1.346 m); Rocca Busambra (1.613 m), a nord della quale si trova il rinomato bosco della Ficuzza. La pianura costiera è non molto ampia ma rinomata per lo splendore della vegetazione; penetra all'interno soltanto nei dintorni di Palermo, a formare la Conca d'Oro, e nella zona di Partinico, di fronte al Golfo di Castellammare. A nord-ovest la verde pianura si interrompe bruscamente ai piedi di un massiccio poderoso che si eleva fino a 606 metri sul mare: è il Monte Pellegrino, una rupe calcarea prevalentemente brulla che caratterizza la città di Palermo. Sui fianchi del monte si aprono alcune grotte naturali che furono antiche dimore, come è stato documentato da scoperte archeologiche che hanno condotto a sensazionali ritrovamenti. In conseguenza della conformazione del suolo palermitano, pochi sono i corsi d'acqua d'una certa importanza: le montagne che si spingono fino al mare e la mancanza di pianure spingono le acque a corsi brevi e rapidi, di carattere torrentizio. Presso il confine orientale, il fiume Pollina separa con la sua valle i Nebrodi dalle Madonie; più avanti, ai piedi di queste ultime, scorre il fiume Grande o Imera Settentrionale (il Meridionale nasce poco lontano e versa le sue acque nel fiume Salso); il Torto, il San Lorenzo e il Milicia, anche se pittoreschi, sono poveri di acque. Più vicini a Palermo, ma sempre sfocianti nel Tirreno, scorrono l'Eleutero, che scende dalla Rocca Busambra, e l'Oreto, che bagna la Conca d'Oro dissetando con mille rivoli la verde plaga. Ancora meno importanti sono i corsi d'acqua che, a ovest, si versano nel Mediterraneo: basta citare lo Iato, che raggiunge dopo breve tragitto il golfo di Castellammare. Nell'interno, bagnano per breve tratto il territorio della provincia il Belice, che segna in parte il confine tra le province di Agrigento e di Trapani, e il Sosio, che attraversa la zona dei monti Sicani. Non si rilevano bacini lacustri particolarmente significativi; tuttavia, il territorio ne è, in vari punti, capillarmente cosparso, tra le riserve e i parchi. Tra questi ultimi, il più significativo è il Parco delle Madonie, il secondo della regione dopo il Parco dell'Etna. Caratterizzato da cespugli di agrifoglio argentato e da specie botaniche endemiche, è soprattutto ricchissimo di boschi dove vegetano castagni e pioppi, frassini e roverelle e dove è possibile veder volteggiare attorno a qualche rilievo il falco pellegrino, il gheppio, il nibbio e il corvo imperiale. Di grande interesse paesaggistico e naturalistico è la riserva marina dell'Isola di Ustica, istituita nel 1986, prima in Italia. Lo stemma della provincia regionale, inquartato, è stato concesso con Regio Decreto e racchiude le insegne araldiche dei quattro comuni principali della circoscrizione: Palermo (su sfondo rosso, un'aquila d'oro coronata, in volo abbassato), Termini Imerese (in campo argentato, San Calogero, fermo sulla cima di un monte, nell'atto di impugnare, con una mano, un bastone da eremita), Cefalù (su sfondo azzurro e argentato, tre pesci cefali d'oro, in evidente assonanza con il toponimo, convergenti verso una sfera, pure d'oro) e Corleone (su sfondo azzurro, un leone rampante, che trattiene, con le zampe anteriori, un cuore rosso, a richiamo del toponimo). Lo scudo è “accollato” a un'aquila nera, in volo abbassato.

Comunicazioni. Il territorio è servito da una rete di strade statali che collegano tutti i comuni tra loro ed è interessato dalle autostrade A19 Palermo-Catania, A29 Palermo-Mazara del Vallo, che all'altezza di Alcamo si biforca raggiungendo Trapani e l'aeroporto di Birgi, e A20 Messina-Palermo. Sono presenti in tutto 149 chilometri di autostrade, 695 di strade statali, 95 di strade regionali, 1.634 di strade provinciali e 478 di altre strade, per un totale di 3.052 chilometri. Le arterie principali sono le strade statali n. 113 Settentrionale Sicula e n. 121 Catanese. Sono presenti complessivamente 227 chilometri di rete ferroviaria. Le linee principali sono la Palermo-Agrigento, la Palermo-Trapani, la Palermo-Messina e la Palermo-Caltanissetta-Catania. La provincia è dotata del più importante aeroporto dell'isola, il “Falcone-Borsellino” di Palermo/Punta Raisi, a 35 chilometri dalla città, ben collegato, tra l'altro, con l'aerostazione di Roma/Fiumicino, che sul continente mette a disposizione linee intercontinentali dirette. Il porto principale per il movimento passeggeri è quello del capoluogo di provincia, dal quale sono possibili anche i collegamenti con l'isola di Ustica, Cagliari, Genova, Livorno, Napoli, Tunisi. Ci sono, poi, numerosi porti sia mercantili che passeggeri e anche porti di armamento per flotte pescherecce: Cefalù e Termini Imerese. Per gli altri collegamenti col continente è utilizzato il porto di Messina dove, su apposite navi, tutto il trasporto su ruota viene traghettato da una sponda all'altra dello Stretto.

Storia. Fondata dai fenici intorno alla metà del VII sec. a.C., la città di Palermo, insieme al territorio che oggi costituisce la sua provincia, è stata una delle più prestigiose colonie. Dalla sua fondazione fino alla dominazione romana, avvenuta nel 254 a.C., visse una grande ricchezza storica e culturale. Ma è con la successiva dominazione, quella araba, che il territorio conobbe il suo più fiorente sviluppo, fino a divenire la capitale dell'Emirato di Sicilia. La dominazione normanna (1061 circa) sembra averne sancito il prestigio, conferendo al capoluogo il titolo di capitale del regno di Sicilia, che con Ruggero II raggiunse il suo apice. Ruggero II, trasferendo la sua corte nella città di Palermo, determinò la crescita culturale ed economica di tutta l'area circostante. Sovrano illuminato, amante del bello in tutte le sue espressioni, Ruggero II fece costruire magnifici palazzi e determinò la creazione di numerosi, splendidi giardini. Atri momenti di grandezza culturale si raggiunsero con la dominazione sveva, iniziata sotto Federico II di Hoenstaufen. Il sovrano fu fondatore di una scuola poetica (la Scuola siciliana, appunto) e contribuì alla diffusione della cultura in genere, a partire dall'approfondimento delle scienze naturali e fisiche. Alla sua morte, dopo un breve epilogo di cui furono protagonisti i suoi eredi più o meno diretti, per intervento del papato il territorio fu sottomesso nobili francesi al seguito degli angioini, i quali considerarono l'isola come una colonia, vessando con pesanti tributi i suoi abitanti; così facendo, i nuovi dominatori arrestarono, in un certo qual modo, il processo di sviluppo avviato dalle dominazioni precedenti. La rivolta dei Vespri Siciliani, del 1282, partita proprio da Palermo, da una parte ne accelerò il riflusso culturale, in seguito alla perdita del titolo di capitale del regno a favore di Napoli, ma dall'altra, con la cacciata degli angioini, diede inizio anche al fiorire di nuovi programmi edilizi e urbanistici. Successivamente, con Pietro III d'Aragona, la cui casata si unì con quella di Castiglia in seguito al matrimonio con Costanza, figlia del defunto re Manfredi di Svevia e legittima erede della prestigiosa corona, ebbe inizio il lungo dominio spagnolo nell'isola: per Palermo in particolare esso significò un periodo di grande crescita architettonica. Gli ordini ecclesiastici, detentori di ingenti capitali, investirono in massima parte nell'edilizia ecclesiastica, impreziosendo e abbellendo le numerose chiese del capoluogo e di molti centri della provincia. Ma la dominazione spagnola, se donò grandi fasti architettonici, lasciò contemporaneamente morire le attività industriali dell'epoca, generando il malcontento fra le popolazioni; a Palermo, sotto i Borboni, queste insorsero più volte, provocando sanguinose repressioni. Quando Garibaldi penetrò nel capoluogo siciliano il 27 maggio del 1860, gli fu di fervido aiuto la cittadinanza, che il 21 ottobre proclamò l'annessione plebiscitaria al Regno d'Italia.

Struttura socio-economica. Il tenore di vita medio, così come quello di molte province del meridione, non è elevato; il Prodotto interno lordo si colloca tra le ultime posizioni rispetto alla nazione, preceduto solo da quello delle province di Agrigento, Trapani, Siracusa. Tuttavia negli ultimi anni si sono registrati incrementi nel settore commerciale, soprattutto per la sua parte legata alle aziende operanti nell'agricoltura -compresi i comparti della silvicoltura e della pesca-, che complessivamente occupa oltre il 20% dell'intero settore. Di rilievo sono anche le attività commerciali legate alla produzione e alla distribuzione di energia elettrica, gas e acqua. L'erosione del sistema imprenditoriale agricolo provinciale è inferiore alla media regionale e nazionale, dimostrando una crescita nella solidità del settore. Seguono le attività manifatturiere (Bagheria). Le attività estrattive, invece, si rivelano in sofferenza, se i loro dati sono paragonati a quelli regionali. Per quanto riguarda il turismo, il comparto registra tra le due e le tremila imprese, quasi il 3% del totale: un indice appena superiore alla media regionale; registra, attualmente, un grande dinamismo, in quanto la domanda appare in notevole evoluzione: si può affermare addirittura che l'economia provinciale, prevalentemente agricola e commerciale, si sta gradatamente espandendo, negli ultimi anni, verso l'imprenditoria destinata alla ricettività turistica. Sembra, infatti, che il comparto turistico -grazie, principalmente, all'attrattiva delle bellezze paesaggistiche e architettoniche- vada differenziandosi in termini sia volumetrici che comportamentali. Oggi il turismo si orienta verso la ricerca di prodotti nuovi, di mete capillari, di risposte segmentate e offerte arricchite: se è vero, da una parte, che nei “turismi” emergono prodotti e competitività globali, è vero anche che la domanda dei consumi a esclusiva potenzialità cresce se orientata sui localismi. Da qui la ricerca sempre crescente della tipicità e delle esclusività culturali, di cui una provincia come quella di Palermo non può che avvantaggiarsi.

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