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Provincia di ISERNIA

Capoluogo: Isernia

Scheda

 
Stemma della provincia Isernia
   

Provincia di Isernia - Statistiche

Territorio. Estesa su una superficie di circa 1.500 chilometri quadrati, la provincia occupa la parte sud-occidentale della regione, articolandosi in 52 comuni. Il profilo geometrico è irregolare, con variazioni altimetriche significative: l'area pianeggiante nella parte occidentale, in corrispondenza con la valle del Volturno, si alterna ai rilievi appenninici tra cui spiccano la catena delle Mainarde ed i primi contrafforti del Matese. Hanno le loro sorgenti nel territorio provinciale i fiumi Volturno e Trigno che, insieme al Sangro, segnano a tratti i confini con le regioni Campania e Abruzzo. Non si registrano presenze apprezzabili di laghi, fatta eccezione per qualche modestissimo bacino di montagna o piccolo invaso artificiale. Non ci sono comuni bagnati dal mare. Lo stemma provinciale riunisce quelli dei comuni già capoluogo di mandamento: Isernia, Venafro, Agnone e Frosolone.

Comunicazioni. Nessuna autostrada attraversa questa parte della regione ma la viabilità ordinaria garantisce comunque collegamenti più che soddisfacenti. Gli assi viari più importanti sono rappresentati dalle statali 650 Fondo valle Trigno, 17 Appulo-sannitica e 85 Venafrana; la rete ferroviaria è costituita dalle linee Campobasso-Vairano e Carpinone-Sulmona; una nuova tratta ferroviaria, in costruzione tra Venafro e Rocca d'Evandro (CE), ridurrà di circa un terzo il tempo di percorrenza per Roma. Non ci sono piste di atterraggio per aeromobili né approdi per natanti.

Storia. Abitata fin dal paleolitico, fu zona di insediamento dei Sanniti Pentri, come dimostrano numerosi ritrovamenti archeologici; la civiltà romana ha lasciato tracce evidenti, così come il pericolo medievale, di cui restano edifici talora molto ben conservati. Tradizionalmente inserita nell'orbita partenopea, ha subìto danni rilevanti al passaggio del fronte durante la seconda guerra mondiale, che ha in parte cancellato un patrimonio architettonico e storico già provato da numerosi, devastanti terremoti. È provincia dal 1970.

Struttura socio-economica. La maggior parte della popolazione attiva è impiegata nel terziario e nella pubblica amministrazione; le attività industriali hanno ricevuto un consistente impulso dopo la creazione di un polo industriale che raccoglie imprese operanti in diversi settori. L'agricoltura non è certo scomparsa: accanto alle tradizionali colture cerealicole e olivicole assumono un ruolo importante la zootecnica e l'industria di trasformazione dei prodotti zootecnici, che dà origine ad un mercato di rilievo nazionale. La terziarizzazione dell'economia favorisce l'inurbazione: la popolazione si raccoglie soprattutto nel capoluogo e negli altri due centri principali, Venafro e Agnone. Non si registrano vistose disomogeneità di ordine etnologico o culturale.: l'intera provincia risente di influssi campani, che si ritrovano nel dialetto locale.

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