Descrizione
Comune di montagna, sorto nel Medioevo in un territorio abitato già nell’antichità; il turismo e le tradizionali attività rurali costituiscono le sue principali fonti di reddito. La comunità dei montemonachesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuisce nel capoluogo comunale, nelle località di Foce, Isola San Biagio, Rocca e San Giorgio all’Isola, in un certo numero di aggregati urbani elementari e in poche case sparse sui fondi. L’abitato, cinto da mura fortificate, è adagiato sulla cima di un colle ed è immerso in una lussureggiante vegetazione di castagni, querce, faggi e pascoli d’altura. L’ampio territorio comunale abbraccia ambienti naturali di raro splendore: si spinge infatti fino alla cima del monte Vettore, la più alta della catena dei Sibillini, lambendo il misterioso lago di Pilato, incastonato tra ripide pareti rocciose e oggetto di studi scientifici per la presenza di una rarissima specie di crostacei; ospita inoltre le sorgenti del fiume Aso, sul monte Porche, e il lago artificiale di Gerosa, circondato da verdissime foreste. Sui prati fioriscono orchidee, genziane, maggiociondoli e ranuncoli mentre ad alta quota sbocciano le stelle alpine dell’Appennino. Non è raro avvistare in volo aquile reali e altri uccelli rapaci mentre all’ombra dei boschi vivono pochi esemplari di lupo appenninico e alcune specie di piccoli mammiferi, quali il tasso, lo scoiattolo, il moscardino, la lepre e la volpe.
Storia
In età romana il territorio comunale fu abitato da genti votate al culto della Sibilla mentre durante l’alto Medioevo ospitò piccole comunità monastiche benedettine dedite al romitaggio; queste ultime ne dissodarono le terre boscose, inglobandole man mano tra i possedimenti farfensi. Negli ultimi anni del XIII secolo i feudatari dei piccoli abitati sparsi sul territorio scelsero di fondersi in un libero comune, stabilendone il capoluogo in una zona facile alla difesa. Nel Cinquecento papa Leone X dichiarò il luogo “pascolo transumante estivo”, dando una notevole accelerazione allo sviluppo dell’economia locale. Aggregata nello stesso periodo al presidiato di Montalto, appartenne allo Stato Pontificio fino all’unità d’Italia. Il toponimo fa chiaro riferimento alla fondazione dell’abitato, tradizionalmente attribuita a un monaco benedettino. Le testimonianze architettoniche più antiche sono costituite da consistenti porzioni del castello e delle duecentesche mura di cinta turrite, insieme alla piccola chiesa romanica di San Giorgio all’Isola (IX secolo), affacciata sul lago di Gerosa e decorata da affreschi bizantini. Di costruzione più tarda sono il palazzo comunale, fatto erigere nel 1549 dal cardinale Farnese, e la chiesa dei Santi Benedetto e Biagio, che racchiude dipinti e opere di pregio, insieme a un reliquiario seicentesco in argento.
Economia
La silvicoltura, con la produzione di funghi e tartufi, l’allevamento di bovini e ovini e la coltivazione di cereali e foraggi rivestono ancora una certa importanza ma l’economia montemonachese è ormai proiettata verso il terziario turistico; alla formazione di un articolato apparato ricettivo non corrisponde però ancora un pari sviluppo del commercio; tra i servizi, invece, è presente il credito. L’industria si compone di alcune piccole imprese dedite all’estrazione di sabbia, ghiaia e argilla, alla trasformazione dei prodotti agricoli e alla lavorazione del legno e dei metalli. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune è in grado di assicurare l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e l’assistenza sanitaria di base (dispone della farmacia); è invece carente di strutture culturali di rilievo, quali biblioteche e musei.
Relazioni
Frequentata soprattutto nei mesi estivi, offre la possibilità di praticare numerosi sport, quali la caccia, la pesca di trote nelle acque del fiume Aso, il trekking di alta montagna sui monti Sibillini, con l’ausilio di sentieri segnalati e di rifugi montani, e l’escursionismo in luoghi suggestivi (il lago di Pilato, quello di Gerosa, la grotta della Sibilla e la gola dell’Infernaccio); è inoltre teatro di interessanti manifestazioni folcloristiche, come la sagra-mercato della castagna (ottobre). La festa del Patrono San Sebastiano si celebra il 20 gennaio, con un tradizionale pellegrinaggio al santuario omonimo.
Località
Altino, Ariconi, Cese, Colleregnone, Ferrà, Foce, Isola San Biagio, Lanciatoio, Monti Sibillini, Rascio, Rocca, Ropaga, San Giorgio all'Isola, San Lorenzo, Vallefiume, Vallegrascia