Descrizione

Centro di montagna, sorto nel Medioevo in un territorio popolato sin dalla più remota antichità; patria di un vino molto rinomato, ampiamente commercializzato, è sorretto inoltre dalle tradizionali attività rurali, dall'industria e dal commercio. I solopachesi, con indice di vecchiaia di poco superiore alla media, risiedono principalmente nel capoluogo comunale, disteso in leggero pendio lungo un'importante arteria viaria; solo una piccolissima parte della comunità si distribuisce in case sparse e nelle località Sant'Aniello e Stazione di Solopaca. Il territorio è caratterizzato da sensibili oscillazioni altimetriche: si sviluppa, infatti, in parte ai margini della pianeggiante Valle Telesina, una delle aree più fertili dell'intera provincia, e in parte sui fianchi del massiccio del Camposauro; l'abitato, così, è da un lato dominato da ripide pareti montane, ricoperte da pinete e boschi di faggio, orniello, acero, roverella e carpino, mentre dall'altro lato si affaccia sullo scenario eminentemente rurale delle sponde del fiume Calore. La parte montana del comprensorio solopachese, contraddistinta dalla presenza di vasti banchi di tufo, pietraie e pareti verticali, costituisce l'habitat di numerose varietà di uccelli e di rettili nonché di volpi e cinghiali.

Centro di montagna, sorto nel Medioevo in un territorio popolato sin dalla più remota antichità; patria di un vino molto rinomato, ampiamente commercializzato, è sorretto inoltre dalle tradizionali attività rurali, dall'industria e dal commercio. I solopachesi, con indice di vecchiaia di poco superiore alla media, risiedono principalmente nel capoluogo comunale, disteso in leggero pendio lungo un'importante arteria viaria; solo una piccolissima parte della comunità si distribuisce in case sparse e nelle località Sant'Aniello e Stazione di Solopaca. Il territorio è caratterizzato da sensibili oscillazioni altimetriche: si sviluppa, infatti, in parte ai margini della pianeggiante Valle Telesina, una delle aree più fertili dell'intera provincia, e in parte sui fianchi del massiccio del Camposauro; l'abitato, così, è da un lato dominato da ripide pareti montane, ricoperte da pinete e boschi di faggio, orniello, acero, roverella e carpino, mentre dall'altro lato si affaccia sullo scenario eminentemente rurale delle sponde del fiume Calore. La parte montana del comprensorio solopachese, contraddistinta dalla presenza di vasti banchi di tufo, pietraie e pareti verticali, costituisce l'habitat di numerose varietà di uccelli e di rettili nonché di volpi e cinghiali.

Storia

Abitata sin dal XII secolo a.C., fece parte della colonia romana di TELESIA. L'attuale abitato ebbe origine in età medievale dall'aggregazione di alcuni villaggi e casali posti intorno al castello normanno di San Martino. Nel XII secolo compare nel Catalogus Baronum come feudo del conte Roberto di Caserta. Nel 1268 Carlo I d'Angiò concesse la contea di Caserta e i suoi possedimenti a Guglielmo di Belmonte. Più tardi il feudo appartenne ai Sanframondo, ai Della Leonessa e ai Gaetani; successivamente fu suddiviso tra la famiglia Monsorio e i Carafa. Nel 1574 fu acquistato dai Ceva Grimaldi di Genova, che promossero un notevole miglioramento urbanistico ma furono anche portatori di violenze e soprusi. Nel 1764 il feudo passò al demanio regio, poi fu acquistato dal duca di Campolieto Lucio Sangro, il cui successore, il duca di Casacalenda, ne fu l'ultimo feudatario. Il toponimo è di origine non chiara; secondo l'etimologia popolare deriverebbe dall'accezione latina SOL OPACUS, per via dell'orientamento geografico dell'abitato, che sarebbe poco soleggiato. Risale al XV secolo la chiesa di San Martino, con ampia scalinata a doppia rampa: all'interno, a un'unica navata con transetto e abside, conserva pregevoli affreschi del 1784. Stucchi barocchi e un campanile vanvitelliano abbelliscono la chiesa seicentesca del Santissimo Corpo di Cristo, coeva di quella di San Mauro, decorata con affreschi e stucchi del XVIII secolo. Tra gli esempi di architettura civile spicca il palazzo ducale, del Seicento. Numerose sono inoltre i testimonianze archeologiche: alcune ville rustiche romane custodiscono, tra l'altro, torchi per la spremitura delle olive e del vino.

Abitata sin dal XII secolo a.C., fece parte della colonia romana di TELESIA. L'attuale abitato ebbe origine in età medievale dall'aggregazione di alcuni villaggi e casali posti intorno al castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNO'>normanno</a> di San Martino. Nel XII secolo compare nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> come feudo del conte Roberto di Caserta. Nel 1268 <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARLOIDANGIO'>Carlo I d'Angiò</a> concesse la contea di Caserta e i suoi possedimenti a Guglielmo di Belmonte. Più tardi il feudo appartenne ai Sanframondo, ai Della Leonessa e ai Gaetani; successivamente fu suddiviso tra la famiglia Monsorio e i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARAFA'>Carafa</a>. Nel 1574 fu acquistato dai Ceva <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=GRIMALDI'>Grimaldi</a> di Genova, che promossero un notevole miglioramento urbanistico ma furono anche portatori di violenze e soprusi. Nel 1764 il feudo passò al demanio regio, poi fu acquistato dal duca di Campolieto Lucio Sangro, il cui successore, il duca di Casacalenda, ne fu l'ultimo feudatario. Il toponimo è di origine non chiara; secondo l'etimologia popolare deriverebbe dall'accezione latina SOL OPACUS, per via dell'orientamento geografico dell'abitato, che sarebbe poco soleggiato. Risale al XV secolo la chiesa di San Martino, con ampia scalinata a doppia rampa: all'interno, a un'unica navata con transetto e abside, conserva pregevoli affreschi del 1784. Stucchi barocchi e un campanile vanvitelliano abbelliscono la chiesa seicentesca del Santissimo Corpo di Cristo, coeva di quella di San Mauro, decorata con affreschi e stucchi del XVIII secolo. Tra gli esempi di architettura civile spicca il palazzo ducale, del Seicento. Numerose sono inoltre i testimonianze archeologiche: alcune ville rustiche romane custodiscono, tra l'altro, torchi per la spremitura delle olive e del vino.

Economia

Alla base dell'economia locale, che conserva una forte impronta rurale, figura la produzione del vino Doc Solopaca, che ha origini molto antiche e che alimenta il volume delle esportazioni. La viticoltura è affiancata, all'interno del settore primario, dalla produzione di cereali, soia, olive e frutta nonché dalla silvicoltura. L'industria, che fa mostra di un certo dinamismo, si compone perlopiù di piccole imprese, attive nei comparti dei prodotti alimentari, delle confezioni, del legno e della lavorazione dei metalli. Il terziario include alcuni servizi privati più qualificati. Dispone delle scuole dell'obbligo, di un liceo classico e di una biblioteca comunale; l'assistenza sanitaria è garantita dalla guardia medica e dalla farmacia mentre l'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Alla base dell'economia locale, che conserva una forte impronta rurale, figura la produzione del vino Doc Solopaca, che ha origini molto antiche e che alimenta il volume delle esportazioni. La viticoltura è affiancata, all'interno del settore primario, dalla produzione di cereali, soia, olive e frutta nonché dalla silvicoltura. L'industria, che fa mostra di un certo dinamismo, si compone perlopiù di piccole imprese, attive nei comparti dei prodotti alimentari, delle confezioni, del legno e della lavorazione dei metalli. Il terziario include alcuni servizi privati più qualificati. Dispone delle scuole dell'obbligo, di un liceo classico e di una biblioteca comunale; l'assistenza sanitaria è garantita dalla guardia medica e dalla farmacia mentre l'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Relazioni

La carenza di adeguate strutture ostacola la piena valorizzazione turistica della zona, che offre paesaggi inconsueti e una straordinaria ricchezza di risorse ambientali, quali boschi, oasi di protezione naturale nonché la grotta di Rottaruotolo, cavità naturale che nasconde percorsi sotterranei in parte inesplorati. La più caratteristica tra le manifestazioni organizzate dalla comunità è la festa dell'uva (seconda domenica di settembre), durante la quale sfilano imponenti carri allegorici addobbati con migliaia di grappoli, tra figuranti in costume ed esibizioni di bande musicali. Il Patrono, San Martino, si festeggia l'11 novembre con una grande fiera.

La carenza di adeguate strutture ostacola la piena valorizzazione turistica della zona, che offre paesaggi inconsueti e una straordinaria ricchezza di risorse ambientali, quali boschi, oasi di protezione naturale nonché la grotta di Rottaruotolo, cavità naturale che nasconde percorsi sotterranei in parte inesplorati. La più caratteristica tra le manifestazioni organizzate dalla comunità è la festa dell'uva (seconda domenica di settembre), durante la quale sfilano imponenti carri allegorici addobbati con migliaia di grappoli, tra figuranti in costume ed esibizioni di bande musicali. Il Patrono, San Martino, si festeggia l'11 novembre con una grande fiera.

Località

Santaniello, Stazione di Solopaca

Santaniello, Stazione di Solopaca

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Solopaca rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.