Descrizione
Comune di pianura, di origine incerta, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. I soleminesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio, nel quale si trova la miniera di Terra Mala, un tempo nota per un filone di calcite e fluorite, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, è circondato da vigneti, uliveti e campi coltivati a cereali. Lo stemma comunale, troncato semipartito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Il primo campo, a sfondo azzurro, racchiude una croce pisana, argentea, accompagnata, ai lati, da sei scudetti spagnoli ordinati in palo, anch’essi d’argento; nella seconda sezione, rossa, spicca un ulivo sradicato, verde, munito di undici frutti argentati; la terza partizione, a fondo dorato, riproduce un grappolo d’uva purpureo, unito a un tralcio verde, posto in fascia.
Storia
Il toponimo, attestato nell’anno 1346 come “ecclesie ville Solemini”, non ha chiara origine ed è verosimilmente preromano. Di origine incerta, nell’XI secolo appartenne al Giudicato di Arborea. Compresa nella curatoria di Parte Olla, nel Giudicato di Cagliari, dal 1258 fu feudo dei conti della Gherardesca e poi del comune di Pisa. Nel 1345 appartenne a Francesco di San Clemente e poi ai Tola, ai Torrella e agli Amat. Interessante sotto il profilo storico-architettonico è la seicentesca parrocchia di San Giacomo, di origine romanica, costituita da un’unica navata, ricoperta da capriate. Sulla parete del presbiterio si possono ammirare due quadri. Quello posto sulla destra, risalente alla fine del Cinquecento, rappresenta la Trinità e la Sacra Famiglia. Il quadro è da attribuire a una scuola pittorica cagliaritana di un certo pregio. Tra le vie del borgo è facile vedere delle antiche case costruite con i mattoni di fango (ladini), tra cui spicca la casa “Corda-Spada”, tipico esempio di edificazione rurale che rappresenta al meglio la cultura contadina. In essa sono conservati mobili, utensili, manufatti e attrezzi d’uso comune, inoltre a corredo della casa c’è anche una ricca collezione etnografica. Da citare, infine, il “Monumento ai Caduti”, edificato in onore dei caduti della seconda guerra mondiale i cui nomi sono scolpiti su una spada rappresentante il monumento stesso.
Economia
È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva, ma necessita di servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca comunale. Le strutture ricettive, che comprendono un agriturismo, offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico.
Relazioni
Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, si anima in occasione di alcune manifestazioni: la festa di Sant’Isidoro, l’ultimo domenica di maggio, ha inizio il sabato sera rievocando antiche tradizioni. Il Santo viene portato in processione dalla chiesa parrocchiale alla chiesa campestre passando per le vie del borgo, accompagnato da una sfilata di cavalli e cavalieri, gruppi folcloristici e i tradizionali “Is Traccas” addobbati (carri usati per la lavorazione dei campi); all’arrivo della processione alla chiesetta, dopo la benedizione, dai “traccas” vengono offerti prodotti locali. La domenica mattina viene celebrata la messa solenne nella chiesetta. La sera prima del rientro del Santo vengono distribuiti ai partecipanti prodotti tipici, quali: la “pecora in cappotto”, fave lesse, olive, formaggio, vino e dolci. Caratteristica è, poi, la festa di Sant’Antonio, a gennaio; la sera il Santo, dopo essere stato abbellito con le arance che ricoprono il suo bastone, viene portato in processione e al rientro, dopo averlo benedetto, viene acceso un gran falò con distribuzione delle arance. Il due febbraio si festeggia la Candelora, che rappresenta la presentazione di Gesù al tempio; due bambine del borgo offrono in dono, durante la celebrazione della messa, il Bambin Gesù e una coppia di tortorelle. Inoltre vengono benedette le candele che vengono offerte ai fedeli. Il Patrono, San Giacomo, si festeggia il 25 luglio.
Località
- Popolazione 1.912
- Lat 39° 20' 47,84'' 39.34662222
- Long 9° 10' 54,36'' 9.18176667
- CAP 09040
- Prefisso 070
- Codice ISTAT 092082
- Codice Catasto I797
- Altitudine slm 200 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno C/1257 - Superficie 12.96 Km2
- Densità 147,53 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 05:02
- Tramonto 19:38