Descrizione
Centro di pianura, di origine nuragica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. I siliquesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale. Il territorio, punto di raccordo tra il Sulcis-Iglesiente e il basso Campidano, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L'abitato, interessato da crescita edilizia, sorge in una zona pianeggiante attorno a un importante percorso di fondovalle che accompagna il corso del rio Cixerri che collega la zona mineraria al capoluogo provinciale. La forma urbana si è sviluppata da un nucleo originario di struttura fusiforme non simmetrica a causa del limite naturale imposto dal fiume. La tipologia abitativa tradizionale presenta le caratteristiche della casa agricola con cortile. Il materiale da costruzione più diffuso è il “ladiri” (mattone a secco di fango e paglia). Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, domina un massiccio montuoso di roccia, fondato su una verde pianura e sovrastato dai ruderi di un castello; il tutto “al naturale”.
Storia
Il toponimo, attestato nell'anno 1341 come “de Siliqua”, è omofono della voce campidanese “silikwa”, cioè ‘baccello delle fave; spicchio d'aglio, d'arancio', dal latino SILIQUA. Abitata sin dal periodo nuragico, già esisteva in epoca romana e per tutto il corso dell'alto Medioevo appartenne al Giudicato di Cagliari e fu compresa nella curatoria del Cixerri. Dopo il 1257 entrò in possesso della famiglia dei Donoratico della Gherardesca mentre, a partire dal 1282, fu proprietà del noto conte Ugolino; in seguito passò, con il suo castello, sotto il controllo diretto di Pisa fino a quando non fu occupata dagli Aragonesi e data in feudo dal re d'Aragona Ferdinando I a Pietro Otger. Nel 1458 fu venduta a Giacomo Aragall; passò poi a Giovanni Bellit, ai cui eredi rimase fino al 1603. Nel corso del Seicento la baronia di Monastir, che includeva anche il suo territorio, venne incorporata nel marchesato di Villacidro del quale erano feudatari i Bon Crespi di Valdaura. Da questi il grosso feudo venne riscattato dal re di Sardegna Vittorio Amedeo nel 1785. Interessanti sotto il profilo storico-architettonico sono: la chiesetta di San Pietro costruita su resti romani; la chiesa parrocchiale di San Giorgio, che conservava in alcune parti le strutture della primitiva costruzione in stile gotico-catalano, con pianta ad aula e cappelle laterali, il presbiterio e le due cappelle con volte a crociera e interessanti decorazioni sulle gemme e sui peducci; la chiesa di Santa Margherita, ricordata dai monumenti medievali, del tutto ricostruita in forme gotico-catalane, probabilmente nel tardo Seicento; la chiesa di San Giacomo di Stia Orro, con un'antica facciata a capanna. Nel territorio comunale si trovano i resti del castello di Acquafredda, che appartenne fin dalla seconda metà del XIII secolo alla famiglia pisana dei conti della Gherardesca.
Economia
È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta e con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, della fabbricazione di articoli in materiale plastico, dei materiali da costruzione, della fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione, della gioielleria e oreficeria ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva, ma necessita di servizi più qualificati, come quello bancario. Tra le strutture sociali annovera una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo; per l'arricchimento culturale è presente la biblioteca comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. È presente la farmacia.
Relazioni
Ricca di risorse naturalistiche e base di partenza ideale per raggiungere le rovine del castello di Acquafredda, non riesce tuttavia a sfruttare pienamente le sue potenzialità turistiche. Ricco è il calendario degli appuntamenti. La terza domenica di maggio si svolge la sagra di San Giorgio Apostolo; alla fine di luglio la festa di Sant'Anna; a fine agosto la sagra di San Giuseppe Calasanzio e, a fine settembre, la festa popolare di Santa Margherita d'Antiochia, nella chiesa campestre presso il castello di Acquafredda. Per carnevale si fanno sfilate di maschere con carri allegorici. Una banda musicale locale tiene frequenti concerti durante le festività. Rinomati sono i dolci del posto: pistoccheddus finis, pàrdulas, amarèttus. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia il 23 aprile.
Località
- Popolazione 3.888
- Lat 39° 18' 1,21'' 39.30033611
- Long 8° 48' 28,61'' 8.80794722
- CAP 09010
- Prefisso 0781
- Codice ISTAT 092078
- Codice Catasto I734
- Altitudine slm 76 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno C/1030 - Superficie 190.25 Km2
- Densità 20,44 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 05:04
- Tramonto 19:40