Descrizione

Piccola comunità collinare, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I serolesi, il cui indice di vecchiaia è molto superiore alla media, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, pochissimi aggregati urbani minori e molte case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate. L’abitato, interessato da crescita edilizia, è dominato dai resti di un antico castello. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta un castello di pietra, merlato alla ghibellina e fondato su una campagna verde, su cui pascolano cinque pecore d’argento. Il tutto è sormontato da un pastorale d’oro, posto in palo e attraversato da due spighe d’argento, decussate.

Piccola comunità collinare, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I serolesi, il cui indice di vecchiaia è molto superiore alla media, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, pochissimi aggregati urbani minori e molte case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate. L’abitato, interessato da crescita edilizia, è dominato dai resti di un antico castello. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta un castello di pietra, merlato alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a> e fondato su una campagna verde, su cui pascolano cinque pecore d’argento. Il tutto è sormontato da un pastorale d’oro, posto in palo e attraversato da due spighe d’argento, decussate.

Storia

Il toponimo è documentato per la prima volta nel 991 nella forma latina di URSARIOLA: da URSUS unito ai suffissi -ARIUS, indicativo di appartenenza e -(I)OLUS, con significato di ‘diminutivo’. L’origine del toponimo è forse legato alla presenza di orsi nella zona. Dalla struttura di alcune antiche cascine di campagna risulta che i primi insediamenti rurali sono avvenuti nel XVI secolo, infatti si presentano come piccole fortificazioni munite di pozzo e forno situate in posizioni strategiche. La località fece parte prima della marca aleramica e poi passò alla famiglia dei Del Carretto nel XIII secolo. Seguì le sorti di altri centri come Spigno e delle terre di Meirano, Montaldo, Rocchetta e San Quintino per entrare a far parte, nel 1639, del dominio del duca Carlo Emanuele di Savoia. Un antico castello fu utilizzato come abitazione dei marchesi feudatari di queste terre e mai per finalità difensive, infatti, andato distrutto già durante la signoria dei Savoia, non fu più ricostruito. La parrocchiale è dedicata a San Lorenzo e risale al Cinquecento ma ha subito modificazioni anche nei secoli successivi; al suo interno spicca un pregiato tabernacolo ligneo datato 1655 e una affresco sul soffitto che raffigura la Trinità. Sulla piazza principale sorge, in massi di pietra con finestroni e nicchie dalle decorazioni in stucco, l’ex chiesa della confraternita eretta in onore di San Bernardino e della Madonna del Carmine. Da menzionare anche una piccola cappella rustica costruita in onore di San Sebastiano e risalente forse agli inizi del XVIII secolo.

Il toponimo è documentato per la prima volta nel 991 nella forma latina di URSARIOLA: da URSUS unito ai suffissi -ARIUS, indicativo di appartenenza e -(I)OLUS, con significato di ‘diminutivo’. L’origine del toponimo è forse legato alla presenza di orsi nella zona. Dalla struttura di alcune antiche cascine di campagna risulta che i primi insediamenti rurali sono avvenuti nel XVI secolo, infatti si presentano come piccole fortificazioni munite di pozzo e forno situate in posizioni strategiche. La località fece parte prima della marca aleramica e poi passò alla famiglia dei Del Carretto nel XIII secolo. Seguì le sorti di altri centri come Spigno e delle terre di Meirano, Montaldo, Rocchetta e San Quintino per entrare a far parte, nel 1639, del dominio del duca Carlo Emanuele di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>. Un antico castello fu utilizzato come abitazione dei marchesi feudatari di queste terre e mai per finalità difensive, infatti, andato distrutto già durante la signoria dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, non fu più ricostruito. La parrocchiale è dedicata a San Lorenzo e risale al Cinquecento ma ha subito modificazioni anche nei secoli successivi; al suo interno spicca un pregiato tabernacolo ligneo datato 1655 e una affresco sul soffitto che raffigura la Trinità. Sulla piazza principale sorge, in massi di pietra con finestroni e nicchie dalle decorazioni in stucco, l’ex chiesa della confraternita eretta in onore di San Bernardino e della Madonna del Carmine. Da menzionare anche una piccola cappella rustica costruita in onore di San Sebastiano e risalente forse agli inizi del XVIII secolo.

Economia

L’agricoltura ancora oggi rappresenta un’ottima fonte di reddito: si basa su proficue produzioni di cereali, frumento, foraggi, uva e altra frutta e sull’allevamento di bovini, suini, caprini e avicoli, da cui si ricavano anche ottimi formaggi come la “robiola”. Per quanto riguarda l’aspetto industriale, esso è pressoché inesistente, se si eccettuano semplici imprese operanti nel comparto dell’edilizia. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Mancano scuole di ogni ordine e grado. Non si segnalano strutture culturali atte a garantire la conservazione del patrimonio storico-architettonico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; l’assenza di una farmacia costringe i serolesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

L’agricoltura ancora oggi rappresenta un’ottima fonte di reddito: si basa su proficue produzioni di cereali, frumento, foraggi, uva e altra frutta e sull’allevamento di bovini, suini, caprini e avicoli, da cui si ricavano anche ottimi formaggi come la “robiola”. Per quanto riguarda l’aspetto industriale, esso è pressoché inesistente, se si eccettuano semplici imprese operanti nel comparto dell’edilizia. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Mancano scuole di ogni ordine e grado. Non si segnalano strutture culturali atte a garantire la conservazione del patrimonio storico-architettonico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; l’assenza di una farmacia costringe i serolesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Relazioni

Meta di villeggiatura estiva, fa parte della Langa, quella parte di territorio che esalta le sue bellezze naturali esprimendo armonicamente i colori e i profumi della natura più incontaminata con boschi, prati, versanti e calanchi. È la terra ideale per la crescita di essenze aromatiche e odorose che esaltano i sapori del latte caprino da cui si ottengono pregiate robiole, in alcuni casi insaporite alla cenere di ginepro, alle olive liguri, alle vinacce di Moscato, ormai note a livello nazionale. Nelle campagne, alcune cascine conservano intatti i caratteri originari dell’insediamento rurale. Ma, oltre a un richiamo prettamente naturalistico, esercita una forte attrattiva anche per le manifestazioni che vi si svolgono: la sagra delle caldarroste, un’occasione per gustare uno dei prodotti più semplici e gustosi della Langa Astigiana, accompagnato da buon vino e dalla musica di una volta, a ottobre; la festa che saluta la fine della primavera, a giugno; a metà luglio si celebra la festa della Madonna del Carmine e la prima domenica di agosto quella della Madonna della Neve. Il Patrono, San Lorenzo, si festeggia il 10 agosto.

Meta di villeggiatura estiva, fa parte della Langa, quella parte di territorio che esalta le sue bellezze naturali esprimendo armonicamente i colori e i profumi della natura più incontaminata con boschi, prati, versanti e calanchi. È la terra ideale per la crescita di essenze aromatiche e odorose che esaltano i sapori del latte caprino da cui si ottengono pregiate robiole, in alcuni casi insaporite alla cenere di ginepro, alle olive liguri, alle vinacce di Moscato, ormai note a livello nazionale. Nelle campagne, alcune cascine conservano intatti i caratteri originari dell’insediamento rurale. Ma, oltre a un richiamo prettamente naturalistico, esercita una forte attrattiva anche per le manifestazioni che vi si svolgono: la sagra delle caldarroste, un’occasione per gustare uno dei prodotti più semplici e gustosi della Langa Astigiana, accompagnato da buon vino e dalla musica di una volta, a ottobre; la festa che saluta la fine della primavera, a giugno; a metà luglio si celebra la festa della Madonna del Carmine e la prima domenica di agosto quella della Madonna della Neve. Il Patrono, San Lorenzo, si festeggia il 10 agosto.

Località

Brallo, Cuniola

Brallo, Cuniola

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Serole rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.