Descrizione

Comune di montagna, di origine medioevale, che fonda le basi della propria economia su attività industriali, commerciali e sul turismo estivo e invernale. I selvesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si distribuiscono nel capoluogo comunale e nelle località Pescul, Santa Fosca, Bernart, Costa, L’Andria e Marin. Il territorio, dal profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, si estende tra le splendide Dolomiti, dominato dalla vetta del monte Pelmo. L’abitato, in forte espansione edilizia, presenta variazioni plano-altimetriche tipicamente montane ed è caratterizzato da erte salite, cui seguono viottoli tortuosi che conducono verso la piazza principale. Nello stemma comunale, partito, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta, nella prima sezione, a fondo azzurro, un abete fondato su una verde campagna e legato, da una catena ad anelli, a due torri di pietra, quadrate e merlate alla guelfa; nella seconda partizione sono raffigurati, su sfondo azzurro, cinque abeti posti su due verdi colli.

Comune di montagna, di origine medioevale, che fonda le basi della propria economia su attività industriali, commerciali e sul turismo estivo e invernale. I selvesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si distribuiscono nel capoluogo comunale e nelle località Pescul, Santa Fosca, Bernart, Costa, L’Andria e Marin. Il territorio, dal profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, si estende tra le splendide Dolomiti, dominato dalla vetta del monte Pelmo. L’abitato, in forte espansione edilizia, presenta variazioni plano-altimetriche tipicamente montane ed è caratterizzato da erte salite, cui seguono viottoli tortuosi che conducono verso la piazza principale. Nello stemma comunale, partito, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta, nella prima sezione, a fondo azzurro, un abete fondato su una verde campagna e legato, da una catena ad anelli, a due torri di pietra, quadrate e merlate alla guelfa; nella seconda partizione sono raffigurati, su sfondo azzurro, cinque abeti posti su due verdi colli.

Storia

Scarse sono le notizie storiche che la riguardano. La nascita è datata intorno al 1257; infatti, in un atto notarile relativo a quell’anno, viene nominata riguardo alla spartizione di alcuni pascoli. Delle diverse località che costituiscono oggi la costituiscono, quella più antica è la frazione di Pescul, il cui nome, nei documenti, è spesso associato, a quello di Caprile e di Fursillo. I tre paesi insieme, costituivano, infatti, un piccolo polo siderurgico, che serviva la valle del Cadore, l’Andraz e l’Agordo. Per secoli è rimasta legata a quella di San Vito, dalla quale dipendeva sia dal punto di vista religioso che da quello amministrativo. La convivenza creò diversi problemi: molto spinosa fu la questione riguardante il possesso delle miniere di Colle Santa Lucia, dal quale si estraeva metallo di prima qualità. Inizialmente ne era proprietaria la famiglia Negrone, una delle più importanti tra i selvesi, poi le miniere passarono al vescovo di Bressanone (1447) e vennero rivendicate anche dal vescovo di Belluno. Ospitò per secoli la sede del Centenaro di Pescul, almeno dal 1420 al 1797. Le chiese presenti nel territorio comunale sono numerose e di bella fattura, tra le più note: la chiesa di San Rocco e quelle di Sant’Osvaldo e di Santa Fosca, ma la “vera” chiesa, quella più amata dai selvesi, è dedicata a San Lorenzo. Edificata nel 1470, venne rimaneggiata nel 1447 e ampliata nel 1850. All’interno conserva una Madonna in Trono di Antonio Rosso di Cadore e una bella tela di Jacopo da Montagnana.

Scarse sono le notizie storiche che la riguardano. La nascita è datata intorno al 1257; infatti, in un atto notarile relativo a quell’anno, viene nominata riguardo alla spartizione di alcuni pascoli. Delle diverse località che costituiscono oggi la costituiscono, quella più antica è la frazione di Pescul, il cui nome, nei documenti, è spesso associato, a quello di Caprile e di Fursillo. I tre paesi insieme, costituivano, infatti, un piccolo polo siderurgico, che serviva la valle del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=CADORE'>Cadore</a>, l’Andraz e l’Agordo. Per secoli è rimasta legata a quella di San Vito, dalla quale dipendeva sia dal punto di vista religioso che da quello amministrativo. La convivenza creò diversi problemi: molto spinosa fu la questione riguardante il possesso delle miniere di Colle Santa Lucia, dal quale si estraeva metallo di prima qualità. Inizialmente ne era proprietaria la famiglia Negrone, una delle più importanti tra i selvesi, poi le miniere passarono al vescovo di Bressanone (1447) e vennero rivendicate anche dal vescovo di Belluno. Ospitò per secoli la sede del Centenaro di Pescul, almeno dal 1420 al 1797. Le chiese presenti nel territorio comunale sono numerose e di bella fattura, tra le più note: la chiesa di San Rocco e quelle di Sant’Osvaldo e di Santa Fosca, ma la “vera” chiesa, quella più amata dai selvesi, è dedicata a San Lorenzo. Edificata nel 1470, venne rimaneggiata nel 1447 e ampliata nel 1850. All’interno conserva una Madonna in Trono di Antonio Rosso di Cadore e una bella tela di Jacopo da Montagnana.

Economia

Ospita i consueti uffici municipali e postali; il sindaco esercita, all’occorrenza, l’autorità di pubblica sicurezza, poiché non è presente sul posto la stazione dei carabinieri. La popolazione fonda le basi della propria economia sulle attività industriali e sul commercio. Le industrie sono rappresentate da aziende lattiero-casearie, mobilifici e imprese edili. L’agricoltura, pur non rappresentando l’elemento economico trainante, vanta alcuni allevamenti di bestiame bovino, suino, ovino e di avicoli. Il commercio e le attività a esso correlate costituiscono il quadro del terziario, che è anche rappresentato dagli impieghi nelle amministrazioni locali e nell’istruzione. È presente il servizio bancario. I servizi pubblici sono adeguati alle dimensioni della comunità e le strutture scolastiche permettono la frequenza delle classi materne ed elementari. Le strutture culturali sono rappresentate dal Museo Civico della Val Fiorentina, mentre non ci sono strutture sociali di rilievo. Le strutture ricettive permettono sia la ristorazione che il soggiorno. Le strutture sanitarie sono assicurate dal servizio farmaceutico.

Ospita i consueti uffici municipali e postali; il sindaco esercita, all’occorrenza, l’autorità di pubblica sicurezza, poiché non è presente sul posto la stazione dei carabinieri. La popolazione fonda le basi della propria economia sulle attività industriali e sul commercio. Le industrie sono rappresentate da aziende lattiero-casearie, mobilifici e imprese edili. L’agricoltura, pur non rappresentando l’elemento economico trainante, vanta alcuni allevamenti di bestiame bovino, suino, ovino e di avicoli. Il commercio e le attività a esso correlate costituiscono il quadro del terziario, che è anche rappresentato dagli impieghi nelle amministrazioni locali e nell’istruzione. È presente il servizio bancario. I servizi pubblici sono adeguati alle dimensioni della comunità e le strutture scolastiche permettono la frequenza delle classi materne ed elementari. Le strutture culturali sono rappresentate dal Museo Civico della Val Fiorentina, mentre non ci sono strutture sociali di rilievo. Le strutture ricettive permettono sia la ristorazione che il soggiorno. Le strutture sanitarie sono assicurate dal servizio farmaceutico.

Relazioni

È una delle mete turistiche più ricercate dagli amanti della montagna sia in estate che in inverno. L’appartenenza al circuito turistico delle Dolomiti ha, infatti, favorito il suo inserimento nell’ambito del turismo escursionistico internazionale. La popolazione, comunque, non intrattiene rapporti rilevanti con i centri vicini, ai quali si rivolge per le necessità sanitarie, per l’istruzione e per il commercio. Non si segnalano particolari manifestazioni tradizionali e folcloriche, che potrebbero periodicamente richiamare visitatori dai dintorni. Il patrono, San Lorenzo, si festeggia il 10 agosto.

È una delle mete turistiche più ricercate dagli amanti della montagna sia in estate che in inverno. L’appartenenza al circuito turistico delle Dolomiti ha, infatti, favorito il suo inserimento nell’ambito del turismo escursionistico internazionale. La popolazione, comunque, non intrattiene rapporti rilevanti con i centri vicini, ai quali si rivolge per le necessità sanitarie, per l’istruzione e per il commercio. Non si segnalano particolari manifestazioni tradizionali e folcloriche, che potrebbero periodicamente richiamare visitatori dai dintorni. Il patrono, San Lorenzo, si festeggia il 10 agosto.

Località

L'Andria-Costa, Monte Cernera, Pescul, Santa Fosca, Selva

L'Andria-Costa, Monte Cernera, Pescul, Santa Fosca, Selva

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Selva di Cadore rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.