Descrizione

Centro rivierasco, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole, sulla pesca e soprattutto sul turismo. I sanvitesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nella località Castelluzzo e Macari, nell’aggregato urbano minore Isolidda (nucleo speciale) e in numerose case sparse. Il territorio, classificato di collina e comprendente l’area speciale Parco dello Zingaro (Riserva Naturale orientata dello Zingaro), un vero e proprio paradiso naturale caratterizzato da aspri promontori, magnifiche calette e spiagge dorate, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si trova in splendida posizione panoramica e ha un andamento plano-altimetrico lievemente ondulato. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un faro, accompagnato, alla base, da una fabbrica; il tutto, “al naturale”, è fondato su un terreno, accostato da uno specchio d’acqua. In un cantone del capo spicca un’ancora d’argento.

Centro rivierasco, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole, sulla pesca e soprattutto sul turismo. I sanvitesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nella località Castelluzzo e Macari, nell’aggregato urbano minore Isolidda (nucleo speciale) e in numerose case sparse. Il territorio, classificato di collina e comprendente l’area speciale Parco dello Zingaro (<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=RISERVANATURALEORIENTATADELLOZINGARO'>Riserva Naturale orientata dello Zingaro</a>), un vero e proprio paradiso naturale caratterizzato da aspri promontori, magnifiche calette e spiagge dorate, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si trova in splendida posizione panoramica e ha un andamento plano-altimetrico lievemente ondulato. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un faro, accompagnato, alla base, da una fabbrica; il tutto, “al naturale”, è fondato su un terreno, accostato da uno specchio d’acqua. In un cantone del capo spicca un’ancora d’argento.

Storia

Il toponimo deriva dal nome del Patrono, cui è dedicata la chiesa parrocchiale sita sul promontorio di Capo San Vito. Frequentato già nel paleolitico superiore, come dimostrano grotte con depositi e incisioni, il luogo fu sede, originariamente, di una fortezza saracena, successivamente trasformata in una cappella dedicata a San Vito. L’insediamento attuale sorse nel XIII secolo intorno all’edificio religioso, poi fortificato nel 1545 e infine trasformato in chiesa nel XVII secolo, pur conservando la primitiva struttura. L’importanza difensiva della zona è testimoniata dalla presenza di numerose torri di avvistamento, come quelle dell’Impiso, di Torrazzo, di Sceri, di Roccazzo e di Isolidda. Fu sede di un’importante tonnara. Compresa nei confini amministrativi di Erice, si è costituita in comune autonomo soltanto nel 1952. Tra le testimonianze del patrimonio storico-architettonico meritano una menzione: la chiesa madre, realizzata sull’antica fortezza; la cappella di Santa Crescenza, nutrice di San Vito, costruita nel XVI secolo; la tonnara del Secco e le numerose torri di avvistamento. Particolarmente interessanti, dal punto di vista archeologico, sono le numerose grotte di età preistorica, tra cui la Grotta del Racchio e la Grotta di Cala Mancina.

Il toponimo deriva dal nome del Patrono, cui è dedicata la chiesa parrocchiale sita sul promontorio di Capo San Vito. Frequentato già nel paleolitico superiore, come dimostrano grotte con depositi e incisioni, il luogo fu sede, originariamente, di una fortezza <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=SARACENA'>saracena</a>, successivamente trasformata in una cappella dedicata a San Vito. L’insediamento attuale sorse nel XIII secolo intorno all’edificio religioso, poi fortificato nel 1545 e infine trasformato in chiesa nel XVII secolo, pur conservando la primitiva struttura. L’importanza difensiva della zona è testimoniata dalla presenza di numerose torri di avvistamento, come quelle dell’Impiso, di Torrazzo, di Sceri, di Roccazzo e di Isolidda. Fu sede di un’importante tonnara. Compresa nei confini amministrativi di Erice, si è costituita in comune autonomo soltanto nel 1952. Tra le testimonianze del patrimonio storico-architettonico meritano una menzione: la chiesa madre, realizzata sull’antica fortezza; la cappella di Santa Crescenza, nutrice di San Vito, costruita nel XVI secolo; la tonnara del Secco e le numerose torri di avvistamento. Particolarmente interessanti, dal punto di vista archeologico, sono le numerose grotte di età preistorica, tra cui la Grotta del Racchio e la Grotta di Cala Mancina.

Economia

Pur essendo il turismo la sua principale risorsa economica, l’agricoltura resta un settore importante, producendo: cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive, agrumi e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, edile, metallurgico, della lavorazione del legno e dei materiali da costruzione. Tra le lavorazioni artigianali spiccano: la lavorazione della “palma nana”, i tappeti tessuti a mano e la produzione di oggetti in tufo. Il terziario si compone di una discreta rete commerciale e dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; quelle culturali sono rappresentate dalla biblioteca civica e dal Museo del Mare. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie localmente assicurano il solo servizio farmaceutico.

Pur essendo il turismo la sua principale risorsa economica, l’agricoltura resta un settore importante, producendo: cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMI'>agrumi</a> e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, edile, metallurgico, della lavorazione del legno e dei materiali da costruzione. Tra le lavorazioni artigianali spiccano: la lavorazione della “palma nana”, i tappeti tessuti a mano e la produzione di oggetti in tufo. Il terziario si compone di una discreta rete commerciale e dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; quelle culturali sono rappresentate dalla biblioteca civica e dal Museo del Mare. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie localmente assicurano il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

La felice posizione panoramica, la magnifica spiaggia, il mare cristallino, le viuzze ornate di fiori, le specialità gastronomiche a base di pesce fresco e i profumi intensi ne fanno una delle località balneari più frequentate dell’isola. Di particolare interesse possono essere le passeggiate lungo la zona costiera del promontorio di Capo San Vito, uno dei luoghi più incontaminati della Sicilia, così come l’ascensione a Monte Monaco, che dispensa grandiosi panorami e lo spettacolo della pregiata vegetazione mediterranea che lo riveste. Tra gli eventi ricorrenti merita di essere citato: il “festival del couscous”, a settembre: tra vicoletti e stradine c’è la degustazione pubblica dello speciale piatto, cucinato in un’avvincente gara tra cuochi siciliani, egiziani, palestinesi, marocchini, algerini e tunisini. Il Patrono, San Vito, si festeggia il 15 giugno.

La felice posizione panoramica, la magnifica spiaggia, il mare cristallino, le viuzze ornate di fiori, le specialità gastronomiche a base di pesce fresco e i profumi intensi ne fanno una delle località balneari più frequentate dell’isola. Di particolare interesse possono essere le passeggiate lungo la zona costiera del promontorio di Capo San Vito, uno dei luoghi più incontaminati della Sicilia, così come l’ascensione a Monte Monaco, che dispensa grandiosi panorami e lo spettacolo della pregiata vegetazione mediterranea che lo riveste. Tra gli eventi ricorrenti merita di essere citato: il “festival del couscous”, a settembre: tra vicoletti e stradine c’è la degustazione pubblica dello speciale piatto, cucinato in un’avvincente gara tra cuochi siciliani, egiziani, palestinesi, marocchini, algerini e tunisini. Il Patrono, San Vito, si festeggia il 15 giugno.

Località

Castelluzzo, Macari

Castelluzzo, Macari

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Vito Lo Capo rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.