Descrizione

Comune collinare di origini medievali, la cui economia si basa in massima parte sulle attività rurali. I sammartinesi, con un indice di vecchiaia nella media, si distribuiscono nel capoluogo comunale, nelle località di Cucciano, Lentace, Mancusi, San Giacomo e Terranova e in pochissime case sparse sui fondi. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di San Nicola Manfredi, presenta un paesaggio tipicamente collinare: sui poggi dai profili più dolci si estendono seminativi e colture orticole che cedono il passo, con il salire delle quote altimetriche, alle geometrie dei vigneti e degli oliveti, alternati a piccoli boschi di macchia mediterranea. Dall’abitato, adagiato su un dosso e circondato da una selva di olivi, si gode di un ampio panorama, che abbraccia le cime dei poggi circostanti, punteggiate di piccoli nuclei abitati, nonché, più lontano, la valle del fiume Calore, la conca di Benevento e i massicci del Partenio e del Taburno. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “troncato”: nella metà superiore, su sfondo d’oro, è raffigurato un monte all’italiana azzurro, la cui cima centrale è sormontata da una croce rossa e affiancata da due rami di palma; sullo sfondo azzurro della metà inferiore campeggiano un bosco d’oro, posto su un prato verde, e un gregge d’argento al pascolo.

Comune collinare di origini medievali, la cui economia si basa in massima parte sulle attività rurali. I sammartinesi, con un indice di vecchiaia nella media, si distribuiscono nel capoluogo comunale, nelle località di Cucciano, Lentace, Mancusi, San Giacomo e Terranova e in pochissime case sparse sui fondi. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di San Nicola Manfredi, presenta un paesaggio tipicamente collinare: sui poggi dai profili più dolci si estendono seminativi e colture orticole che cedono il passo, con il salire delle quote altimetriche, alle geometrie dei vigneti e degli oliveti, alternati a piccoli boschi di macchia mediterranea. Dall’abitato, adagiato su un dosso e circondato da una selva di olivi, si gode di un ampio panorama, che abbraccia le cime dei poggi circostanti, punteggiate di piccoli nuclei abitati, nonché, più lontano, la valle del fiume Calore, la conca di Benevento e i massicci del Partenio e del Taburno. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “troncato”: nella metà superiore, su sfondo d’oro, è raffigurato un monte all’italiana azzurro, la cui cima centrale è sormontata da una croce rossa e affiancata da due rami di palma; sullo sfondo azzurro della metà inferiore campeggiano un bosco d’oro, posto su un prato verde, e un gregge d’argento al pascolo.

Storia

Nel IX secolo d.C. ospitava già la chiesa di San Martino in Cucciano, che possedeva il controllo della badia di San Modesto di Benevento. Intorno al santuario si formò tre secoli dopo il primo nucleo dell’abitato, cui si fusero successivamente altri piccoli centri abitati originariamente autonomi. Nei primi anni della dominazione angioina apparteneva alla casa De Sus; estintasi la dinastia Sus nel 1345, l’abitato passò all’abbazia di Montevergine e, in seguito, all’Annunziata di Napoli. Denominata precedentemente San Martino Ave Gratia Plena, ha assunto nel 1872 l’attuale toponimo, legato al culto del Santo Patrono; la specificazione è invece riferita alla storica regione del Sannio, estesa tra l’Abruzzo e i Monti Picentini. Il centro storico dell’abitato ospita palazzo Bosco Lucarelli, che conserva una mola antica e un frantoio, e la chiesa di San Martino Vescovo; il sacro edificio presenta un campanile a cuspide inserito nella facciata, con portale a volta, e una bifora centrale. Di notevole interesse, in località Cucciano, è la chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, abbellita da affreschi quattro-cinquecenteschi; in località Terranova si erge inoltre la moderna chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. La comunità ha conosciuto un progressivo decremento demografico in seguito alla consistente emigrazione verificatisi dal 1951 a oggi verso la Svizzera, la Germania e la Francia; solo negli ultimi anni si è registrata una lieve inversione di tendenza.

Nel IX secolo d.C. ospitava già la chiesa di San Martino in Cucciano, che possedeva il controllo della badia di San Modesto di Benevento. Intorno al santuario si formò tre secoli dopo il primo nucleo dell’abitato, cui si fusero successivamente altri piccoli centri abitati originariamente autonomi. Nei primi anni della dominazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ANGIOINA'>angioina</a> apparteneva alla casa De Sus; estintasi la dinastia Sus nel 1345, l’abitato passò all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ABBAZIADIMONTEVERGINE'>abbazia di Montevergine</a> e, in seguito, all’Annunziata di Napoli. Denominata precedentemente San Martino Ave Gratia Plena, ha assunto nel 1872 l’attuale toponimo, legato al culto del Santo Patrono; la specificazione è invece riferita alla storica regione del Sannio, estesa tra l’Abruzzo e i Monti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=PICENTINI'>Picentini</a>. Il centro storico dell’abitato ospita palazzo Bosco Lucarelli, che conserva una mola antica e un frantoio, e la chiesa di San Martino Vescovo; il sacro edificio presenta un campanile a cuspide inserito nella facciata, con portale a volta, e una bifora centrale. Di notevole interesse, in località Cucciano, è la chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, abbellita da affreschi quattro-cinquecenteschi; in località Terranova si erge inoltre la moderna chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. La comunità ha conosciuto un progressivo decremento demografico in seguito alla consistente emigrazione verificatisi dal 1951 a oggi verso la Svizzera, la Germania e la Francia; solo negli ultimi anni si è registrata una lieve inversione di tendenza.

Economia

Alla base dell’economia locale figurano l’allevamento bovino e ovino e la produzione di frumento, olive e prodotti ortofrutticoli, attività interessate da una fase di contrazione fisiologica. Scarso è l’apporto economico dell’industria, composta esclusivamente da poche imprese di dimensione artigianale che operano nei comparti delle confezioni e dell’edilizia; buona parte della popolazione attiva sammartinese è perciò costretta al pendolarismo verso centri maggiormente industrializzati. Il terziario è fermo a uno stadio embrionale di sviluppo: il comparto dei servizi privati non annovera quelli più qualificati e il commercio è rappresentato da una rete di distribuzione di modeste dimensioni. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, ospita scuole materne e permette l’istruzione obbligatoria ma è priva di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; l’apparato ricettivo è praticamente assente mentre l’assistenza sanitaria è garantita localmente dalla farmacia.

Alla base dell’economia locale figurano l’allevamento bovino e ovino e la produzione di frumento, olive e prodotti ortofrutticoli, attività interessate da una fase di contrazione fisiologica. Scarso è l’apporto economico dell’industria, composta esclusivamente da poche imprese di dimensione artigianale che operano nei comparti delle confezioni e dell’edilizia; buona parte della popolazione attiva sammartinese è perciò costretta al pendolarismo verso centri maggiormente industrializzati. Il terziario è fermo a uno stadio embrionale di sviluppo: il comparto dei servizi privati non annovera quelli più qualificati e il commercio è rappresentato da una rete di distribuzione di modeste dimensioni. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, ospita scuole materne e permette l’istruzione obbligatoria ma è priva di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; l’apparato ricettivo è praticamente assente mentre l’assistenza sanitaria è garantita localmente dalla farmacia.

Relazioni

Pur essendo dotata di un clima salubre e immersa in un paesaggio ameno e rilassante, non costituisce al momento una meta turistica particolarmente ricercata. La sua capacità di attrarre visitatori risente inoltre dell’inadeguatezza dell’apparato ricettivo nonché della penuria di manifestazioni legate alla cultura e al folclore, che solitamente consentono di intrattenere vivaci relazioni almeno con il circondario. La festa in onore del Patrono, San Martino, si celebra l’11 novembre.

Pur essendo dotata di un clima salubre e immersa in un paesaggio ameno e rilassante, non costituisce al momento una meta turistica particolarmente ricercata. La sua capacità di attrarre visitatori risente inoltre dell’inadeguatezza dell’apparato ricettivo nonché della penuria di manifestazioni legate alla cultura e al folclore, che solitamente consentono di intrattenere vivaci relazioni almeno con il circondario. La festa in onore del Patrono, San Martino, si celebra l’11 novembre.

Località

Cucciano, Lentace, Mancusi, San Giacomo, Terranova

Cucciano, Lentace, Mancusi, San Giacomo, Terranova

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Martino Sannita rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.