Descrizione

Comune collinare di fondazione medievale, sorretto quasi esclusivamente dalle attività rurali. I sanlupesi, con un elevato indice di vecchiaia, mostrano una spiccata tendenza all’accentramento, poiché risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale, adagiato in posizione elevata su uno sperone collinare e disposto con abitazioni in pietra locale ai lati di un’importante arteria viaria; solo una piccola percentuale della comunità si suddivide tra alcune case sparse sui fondi. Il territorio comunale, solcato da alcuni piccoli corsi d’acqua, presenta un profilo geometrico vario ma non aspro; l’abitato si affaccia sulla stretta valle del torrente Ianare, bordato da una folta vegetazione riparia di pioppi, salici, tamerici e ontani. Fitti boschi di querce, cerri, lecci, aceri, tigli, carpini neri, roverelle e pini ammantano le pendici dei colli più elevati, diradandosi più in basso per permettere il progressivo dilagare delle colture e dei prati adibiti al pascolo.

Comune collinare di fondazione medievale, sorretto quasi esclusivamente dalle attività rurali. I sanlupesi, con un elevato indice di vecchiaia, mostrano una spiccata tendenza all’accentramento, poiché risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale, adagiato in posizione elevata su uno sperone collinare e disposto con abitazioni in pietra locale ai lati di un’importante arteria viaria; solo una piccola percentuale della comunità si suddivide tra alcune case sparse sui fondi. Il territorio comunale, solcato da alcuni piccoli corsi d’acqua, presenta un profilo geometrico vario ma non aspro; l’abitato si affaccia sulla stretta valle del torrente Ianare, bordato da una folta vegetazione riparia di pioppi, salici, tamerici e ontani. Fitti boschi di querce, cerri, lecci, aceri, tigli, carpini neri, roverelle e pini ammantano le pendici dei colli più elevati, diradandosi più in basso per permettere il progressivo dilagare delle colture e dei prati adibiti al pascolo.

Storia

È ipotesi verosimile che sia stata fondata dai benedettini del monastero di San Lupo e Zosimo a Benevento, che avevano in concessione parte dell’attuale territorio comunale. In epoca normanna fu possedimento di diversi signori, quali Guglielmo di Fontanarosa ed Elia di Gesualdo. Sotto gli Svevi fu restituita ai benedettini, che ne mantennero il possesso fino al 1450, quando venne trasferita al capitolo metropolitano di Benevento. Sei anni dopo fu devastata da un terremoto e ricostruita nell’attuale sito, passando ai Caracciolo e, nel 1506, ai Carafa, che la detennero fino all’abolizione della feudalità. Aggregata dapprima al principato Ultra e poi al Molise, fu annessa nel 1861 alla provincia di Benevento. Il toponimo è collegato al culto del Santo Patrono. Il centro storico, che ha conservato l’impianto urbanistico cinquecentesco, si stringe intorno a piazza dell’Annunciazione, ornata da una splendida pavimentazione policroma e da un pregevole mosaico in marmo, raffigurante l’incontro della Vergine con l’Angelo. Di notevole interesse artistico è anche l’arcipretale di San Giovanni Battista, con campanile a cupola e copertura in maioliche di diversi colori; la chiesa conserva al suo interno interessanti altari, diverse opere del barocco napoletano e un organo settecentesco. Tra i monumenti più antichi spicca un alto ponte in pietra bianca sul torrente Ianare, utilizzato dalle streghe, secondo una credenza popolare, per spiccare il volo.

È ipotesi verosimile che sia stata fondata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=BENEDETTINI'>benedettini</a> del monastero di San Lupo e Zosimo a Benevento, che avevano in concessione parte dell’attuale territorio comunale. In epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNA'>normanna</a> fu possedimento di diversi signori, quali Guglielmo di Fontanarosa ed Elia di Gesualdo. Sotto gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SVEVI'>Svevi</a> fu restituita ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=BENEDETTINI'>benedettini</a>, che ne mantennero il possesso fino al 1450, quando venne trasferita al capitolo metropolitano di Benevento. Sei anni dopo fu devastata da un terremoto e ricostruita nell’attuale sito, passando ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a> e, nel 1506, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARAFA'>Carafa</a>, che la detennero fino all’abolizione della feudalità. Aggregata dapprima al principato Ultra e poi al Molise, fu annessa nel 1861 alla provincia di Benevento. Il toponimo è collegato al culto del Santo Patrono. Il centro storico, che ha conservato l’impianto urbanistico cinquecentesco, si stringe intorno a piazza dell’Annunciazione, ornata da una splendida pavimentazione policroma e da un pregevole mosaico in marmo, raffigurante l’incontro della Vergine con l’Angelo. Di notevole interesse artistico è anche l’arcipretale di San Giovanni Battista, con campanile a cupola e copertura in maioliche di diversi colori; la chiesa conserva al suo interno interessanti altari, diverse opere del barocco napoletano e un organo settecentesco. Tra i monumenti più antichi spicca un alto ponte in pietra bianca sul torrente Ianare, utilizzato dalle streghe, secondo una credenza popolare, per spiccare il volo.

Economia

Il quadro economico locale è tuttora dominato dalle attività rurali: l’allevamento di bovini e ovini e la produzione di cereali, olive, uva da vino e frutta forniscono occupazione a un’elevata percentuale di manodopera locale, costituendo la principale fonte di reddito. Una certa staticità caratterizza invece gli altri settori economici: l’industria è costituita da un ridotto numero di aziende artigianali, rivolte alla trasformazione dei prodotti agricoli, alla lavorazione del legno e all’elettronica, mentre il terziario non comprende servizi privati più qualificati né una soddisfacente rete di distribuzione. Dotata degli ordinari uffici municipali e postali, ospita scuole materne e consente l’istruzione obbligatoria ma non dispone di strutture culturali di rilievo; di modeste dimensioni, l’apparato ricettivo offre solo possibilità di ristorazione; la farmacia assicura localmente l’assistenza sanitaria.

Il quadro economico locale è tuttora dominato dalle attività rurali: l’allevamento di bovini e ovini e la produzione di cereali, olive, uva da vino e frutta forniscono occupazione a un’elevata percentuale di manodopera locale, costituendo la principale fonte di reddito. Una certa staticità caratterizza invece gli altri settori economici: l’industria è costituita da un ridotto numero di aziende artigianali, rivolte alla trasformazione dei prodotti agricoli, alla lavorazione del legno e all’elettronica, mentre il terziario non comprende servizi privati più qualificati né una soddisfacente rete di distribuzione. Dotata degli ordinari uffici municipali e postali, ospita scuole materne e consente l’istruzione obbligatoria ma non dispone di strutture culturali di rilievo; di modeste dimensioni, l’apparato ricettivo offre solo possibilità di ristorazione; la farmacia assicura localmente l’assistenza sanitaria.

Relazioni

Tra le risorse ambientali dell’agro comunale spicca l’oasi di protezione naturale di monte Petroso, che, oltre a contenere essenze boschive di vario genere (alle piante più diffuse nell’ambiente collinare campano si associano la rosa canina, il prunello, il pero e il nocciolo selvatico, lo spino, l’olmo bianco e la ginestra), rappresenta l’habitat ideale per piccoli mammiferi, come il ghiro, lo scoiattolo, la lepre e la volpe; all’interno dell’oasi, inoltre, una piccola conca tettonica ospita un laghetto naturale. Il calendario delle feste sanlupesi annovera un certo numero di celebrazioni religiose tradizionali, che esercitano anche una discreta capacità attrattiva nei confronti dei centri limitrofi, quali la processione della Crocella (5 giugno) e le feste di Sant’Antonio (13 giugno), di San Rocco (16-17 agosto) e di San Celestino (seconda domenica di settembre); forti elementi di richiamo sono rappresentati inoltre dalla sagra dell’asparago (prima decade di maggio) e da quella dell’olio e dei prodotti tipici (15 agosto-15 settembre). La festa del Patrono, San Lupo, si celebra il 29 luglio; i festeggiamenti si protraggono per tre giorni, con celebrazioni religiose, fiere, giochi popolari e allestimento di stand gastronomici.

Tra le risorse ambientali dell’agro comunale spicca l’oasi di protezione naturale di monte Petroso, che, oltre a contenere essenze boschive di vario genere (alle piante più diffuse nell’ambiente collinare campano si associano la rosa canina, il prunello, il pero e il nocciolo selvatico, lo spino, l’olmo bianco e la ginestra), rappresenta l’habitat ideale per piccoli mammiferi, come il ghiro, lo scoiattolo, la lepre e la volpe; all’interno dell’oasi, inoltre, una piccola conca tettonica ospita un laghetto naturale. Il calendario delle feste sanlupesi annovera un certo numero di celebrazioni religiose tradizionali, che esercitano anche una discreta capacità attrattiva nei confronti dei centri limitrofi, quali la processione della Crocella (5 giugno) e le feste di Sant’Antonio (13 giugno), di San Rocco (16-17 agosto) e di San Celestino (seconda domenica di settembre); forti elementi di richiamo sono rappresentati inoltre dalla sagra dell’asparago (prima decade di maggio) e da quella dell’olio e dei prodotti tipici (15 agosto-15 settembre). La festa del Patrono, San Lupo, si celebra il 29 luglio; i festeggiamenti si protraggono per tre giorni, con celebrazioni religiose, fiere, giochi popolari e allestimento di stand gastronomici.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Lupo rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.