Descrizione

Piccola comunità di montagna, di origine antica, ha un’economia di tipo prettamente agricolo. I roccafortini o rocchesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, si dividono tra il capoluogo comunale, gli aggregati urbani minori di Borassi, Chiappella, Costa e Villa, nonché un discreto numero di case sparse. Il territorio ha da un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 337 a un massimo di 957 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, presenta un andamento plano-altimetrico tipico di montagna. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura una torre rossa, merlata alla ghibellina, posta sulla cima centrale di un monte verde “all’italiana” e sormontata da una spina di botte, azzurra.

Piccola comunità di montagna, di origine antica, ha un’economia di tipo prettamente agricolo. I roccafortini o rocchesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, si dividono tra il capoluogo comunale, gli aggregati urbani minori di Borassi, Chiappella, Costa e Villa, nonché un discreto numero di case sparse. Il territorio ha da un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 337 a un massimo di 957 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, presenta un andamento plano-altimetrico tipico di montagna. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura una torre rossa, merlata alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a>, posta sulla cima centrale di un monte verde “all’italiana” e sormontata da una spina di botte, azzurra.

Storia

La sua denominazione è attestata, sin dal 1222, come “Rocaforti”, il cui significato è riconducibile al sostantivo ‘rocca’ e all’aggettivo ‘forte’. Il determinante venne aggiunto solo nel 1863. Il ritrovamento di un cippo con epigrafe latina, la cosiddetta “Ara delle matrone” (l’unico reperto romano trovato in Val Borbera), avvenuto nel 1822, fa presupporre che venne abitata già in epoca antica. Durante il Medioevo, e fino al 1863, ebbe un’enorme importanza dovuta alla vicinanza con la strada dei feudi imperiali, la “via del sale”, attraverso cui dal fondovalle genovese si giungeva all’oltrepò pavese. Primi accenni al suo insediamento si ritrovano in un diploma del vescovo Giseprando, datato 946, in cui si parla della sua cessione alla chiesa di Tortona da parte di re Ugo. Dal 1150 entrò a far parte dei possedimenti dei Malaspina, finché non passò nelle mani dei signori di Montaldo. Successivamente venne governata dal comune di Tortona e poi, a partire dalla prima metà del XIV secolo, dagli Spinola, sotto la cui giurisdizione rimase per ben cinque secoli. Significativa è, tra le vestigia del suo antico passato, la parrocchiale di San Giorgio, costruita nel corso del XVI secolo. Interessanti risultano anche le rovine del castello appartenuto agli Spinola.

La sua denominazione è attestata, sin dal 1222, come “Rocaforti”, il cui significato è riconducibile al sostantivo ‘rocca’ e all’aggettivo ‘forte’. Il determinante venne aggiunto solo nel 1863. Il ritrovamento di un cippo con epigrafe latina, la cosiddetta “Ara delle matrone” (l’unico reperto romano trovato in Val Borbera), avvenuto nel 1822, fa presupporre che venne abitata già in epoca antica. Durante il Medioevo, e fino al 1863, ebbe un’enorme importanza dovuta alla vicinanza con la strada dei feudi imperiali, la “via del sale”, attraverso cui dal fondovalle genovese si giungeva all’oltrepò pavese. Primi accenni al suo insediamento si ritrovano in un diploma del vescovo Giseprando, datato 946, in cui si parla della sua cessione alla chiesa di Tortona da parte di re Ugo. Dal 1150 entrò a far parte dei possedimenti dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MALASPINA'>Malaspina</a>, finché non passò nelle mani dei signori di Montaldo. Successivamente venne governata dal comune di Tortona e poi, a partire dalla prima metà del XIV secolo, dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SPINOLA'>Spinola</a>, sotto la cui giurisdizione rimase per ben cinque secoli. Significativa è, tra le vestigia del suo antico passato, la parrocchiale di San Giorgio, costruita nel corso del XVI secolo. Interessanti risultano anche le rovine del castello appartenuto agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SPINOLA'>Spinola</a>.

Economia

A parte gli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, non sono presenti ulteriori strutture burocratiche. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Il quadro economico non è dei più floridi: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata in prevalenza sulla coltivazione di foraggio, cereali, frumento e con l’allevamento di avicoli, bovini e suini. L’industria è scarsamente sviluppata: le poche aziende presenti operano nel solo comparto edile. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario localmente non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

A parte gli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, non sono presenti ulteriori strutture burocratiche. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Il quadro economico non è dei più floridi: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata in prevalenza sulla coltivazione di foraggio, cereali, frumento e con l’allevamento di avicoli, bovini e suini. L’industria è scarsamente sviluppata: le poche aziende presenti operano nel solo comparto edile. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario localmente non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

Relazioni

Non è meta di rilevante afflusso turistico sebbene offra, ai suoi eventuali visitatori, la possibilità di effettuare escursioni e piacevoli passeggiate negli splendidi boschi, dove è possibile la raccolta dei tartufi. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, in onore di San Giorgio, si celebra il 23 aprile.

Non è meta di rilevante afflusso turistico sebbene offra, ai suoi eventuali visitatori, la possibilità di effettuare escursioni e piacevoli passeggiate negli splendidi boschi, dove è possibile la raccolta dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TARTUFI'>tartufi</a>. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, in onore di San Giorgio, si celebra il 23 aprile.

Località

Borassi, Camere Vecchie, Chiappella, Villa

Borassi, Camere Vecchie, Chiappella, Villa

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Roccaforte Ligure rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.