Descrizione

Piccola comunità montana, di origini tardo-medievali, in cui il turismo sostiene l’economia locale, affiancato da poche imprese a carattere artigianale. I piedicavallesi, con un indice di vecchiaia da primato, vivono in gran parte nel capoluogo comunale mentre una piccola fetta della comunità risiede nell’aggregato urbano minore di Montesinaro. Situato in posizione elevata su un piccolo pianoro, l’abitato è circondato dalle cime innevate dei monti circostanti; affacciandosi sul corso del torrente Cervo esso conserva un aspetto tipicamente alpino, con le piccole abitazioni dai tetti spioventi. Il territorio, comprendente l’area speciale Cima di Bò (montagna disabitata che raggiunge i 2.556 metri di quota), ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate; imponenti dorsali montuose con le cime perennemente ricoperte da ghiacciai racchiudono verdi valli percorse da numerosi torrenti; vicino ai laghi, orlati da ranuncoli e anemoni e nei boschi di conifere, larici, abeti, querce, ontani verdi e betulle, saltellano camosci, mufloni, caprioli lepri bianche, scoiattoli, marmotte ed ermellini. Lo stemma comunale, partito in due sezioni a sfondo argentato e rosso e concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da una banda azzurra accompagnata da due stelle a otto raggi: azzurra in punta e argentea in capo.

Piccola comunità montana, di origini tardo-medievali, in cui il turismo sostiene l’economia locale, affiancato da poche imprese a carattere artigianale. I piedicavallesi, con un indice di vecchiaia da primato, vivono in gran parte nel capoluogo comunale mentre una piccola fetta della comunità risiede nell’aggregato urbano minore di Montesinaro. Situato in posizione elevata su un piccolo pianoro, l’abitato è circondato dalle cime innevate dei monti circostanti; affacciandosi sul corso del torrente Cervo esso conserva un aspetto tipicamente alpino, con le piccole abitazioni dai tetti spioventi. Il territorio, comprendente l’area speciale Cima di Bò (montagna disabitata che raggiunge i 2.556 metri di quota), ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate; imponenti dorsali montuose con le cime perennemente ricoperte da ghiacciai racchiudono verdi valli percorse da numerosi torrenti; vicino ai laghi, orlati da ranuncoli e anemoni e nei boschi di conifere, larici, abeti, querce, ontani verdi e betulle, saltellano camosci, mufloni, caprioli lepri bianche, scoiattoli, marmotte ed ermellini. Lo stemma comunale, partito in due sezioni a sfondo argentato e rosso e concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da una banda azzurra accompagnata da due stelle a otto raggi: azzurra in punta e argentea in capo.

Storia

Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1578 come “Pede cavalli”, ossia ‘ai piedi del cavallo’, con esplicito riferimento al rilievo, a forma di cavallo, che sovrasta l’abitato. Sorta come luogo di sosta per i pastori che dalle montagne discendevano a valle conducendo le greggi, fu compresa, fin dal Medioevo, nei territori del vicino feudo di Andorno; ne seguì infatti le vicende politiche e amministrative fino alla fine del 1600, quando ottenne l’indipendenza. Infeudata nel 1722 a Liborio Garagno di Chieri, che si fregiò per l’occasione del titolo di conte, passò successivamente tra le proprietà di Paolo Francesco Vacca. La parrocchiale, dedicata a San Michele, venne edificata nel XVIII secolo ed è adornata internamente da una dossale e da un pulpito ligneo del 1700, nonché da ricchi arredi sacri di epoca barocca; all’esterno la affianca un elevato campanile del XVIII secolo. Poco fuori dall’abitato, in località Montesinaro, sorge invece la piccola chiesa di San Grato, risalente al XVII secolo.

Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1578 come “Pede cavalli”, ossia ‘ai piedi del cavallo’, con esplicito riferimento al rilievo, a forma di cavallo, che sovrasta l’abitato. Sorta come luogo di sosta per i pastori che dalle montagne discendevano a valle conducendo le greggi, fu compresa, fin dal Medioevo, nei territori del vicino feudo di Andorno; ne seguì infatti le vicende politiche e amministrative fino alla fine del 1600, quando ottenne l’indipendenza. Infeudata nel 1722 a Liborio Garagno di Chieri, che si fregiò per l’occasione del titolo di conte, passò successivamente tra le proprietà di Paolo Francesco Vacca. La parrocchiale, dedicata a San Michele, venne edificata nel XVIII secolo ed è adornata internamente da una dossale e da un pulpito ligneo del 1700, nonché da ricchi arredi sacri di epoca barocca; all’esterno la affianca un elevato campanile del XVIII secolo. Poco fuori dall’abitato, in località Montesinaro, sorge invece la piccola chiesa di San Grato, risalente al XVII secolo.

Economia

Le caratteristiche orografiche dell’area hanno condizionato lo sviluppo dell’economia: esclusa la possibilità di praticare l’agricoltura su vasta scala, il settore primario è del tutto assente. Il settore secondario si articola in poche piccole industrie a carattere artigianale, legate alla lavorazione del legno e alla produzione di mobili. Pur stimolato dalla consistente presenza di visitatori estivi e invernali, il terziario è ancora fermo a uno stadio embrionale di sviluppo, mentre il commercio è ancora per lo più legato alla vendita di prodotti alimentari. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, non è dotata né degli istituti scolastici né di strutture a carattere culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno, mentre l’assenza di una farmacia costringe gli abitanti a rivolgersi altrove anche per le esigenze sanitarie di base.

Le caratteristiche orografiche dell’area hanno condizionato lo sviluppo dell’economia: esclusa la possibilità di praticare l’agricoltura su vasta scala, il settore primario è del tutto assente. Il settore secondario si articola in poche piccole industrie a carattere artigianale, legate alla lavorazione del legno e alla produzione di mobili. Pur stimolato dalla consistente presenza di visitatori estivi e invernali, il terziario è ancora fermo a uno stadio embrionale di sviluppo, mentre il commercio è ancora per lo più legato alla vendita di prodotti alimentari. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, non è dotata né degli istituti scolastici né di strutture a carattere culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno, mentre l’assenza di una farmacia costringe gli abitanti a rivolgersi altrove anche per le esigenze sanitarie di base.

Relazioni

La suggestiva cornice paesaggistica, la tranquillità del luogo e la salubrità del clima fanno di essa una meta frequentatissima sia nel periodo estivo che invernale. Offre, inoltre, la possibilità di praticare l’escursionismo e di raggiungere, attraverso numerosi sentieri, rifugi e caratteristiche località, tra cui il lago della Vecchia, adagiato su un’ampia conca dominata dal monte Cresto, da cui nasce il torrente Cervo. Altro motivo di richiamo è dato dala possibilità di venire a contatto con un ambiente dal fascino particolare, in cui ancora si conserva la lingua “la bürsch”. È, tuttavia, poco frequentata per lavoro, a causa del modesto livello dell’attività economica che non consente l’assorbimento di parecchia manodopera. Intrattiene rapporti non particolarmente intensi con i comuni vicini, ai quali si rivolge per gli studi scolastici, l’espletamento di pratiche burocratiche e gli altri servizi non presenti sul posto. Non vi si svolgono particolari manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Michele Arcangelo, si festeggia il 29 settembre.

La suggestiva cornice paesaggistica, la tranquillità del luogo e la salubrità del clima fanno di essa una meta frequentatissima sia nel periodo estivo che invernale. Offre, inoltre, la possibilità di praticare l’escursionismo e di raggiungere, attraverso numerosi sentieri, rifugi e caratteristiche località, tra cui il lago della Vecchia, adagiato su un’ampia conca dominata dal monte Cresto, da cui nasce il torrente Cervo. Altro motivo di richiamo è dato dala possibilità di venire a contatto con un ambiente dal fascino particolare, in cui ancora si conserva la lingua “la bürsch”. È, tuttavia, poco frequentata per lavoro, a causa del modesto livello dell’attività economica che non consente l’assorbimento di parecchia manodopera. Intrattiene rapporti non particolarmente intensi con i comuni vicini, ai quali si rivolge per gli studi scolastici, l’espletamento di pratiche burocratiche e gli altri servizi non presenti sul posto. Non vi si svolgono particolari manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Michele Arcangelo, si festeggia il 29 settembre.

Località

Cima di Bò, Montesinaro

Cima di Bò, Montesinaro

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Piedicavallo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.