Descrizione

Centro collinare di origini molto antiche, sorretto dalle tradizionali attività rurali, dalla piccola industria e dal commercio. Quasi la metà degli apicesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nei valori medi, si concentra nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce invece nella località di Apice Vecchio, in molte case sparse sui fondi e in numerosi aggregati urbani elementari. L'abitato, dalla pianta quasi ovale, è posto sulla sommità di una piccola collina, da cui si affaccia sulle acque del fiume Calore. Il profilo geometrico del territorio comunale è vario e irregolare e il paesaggio ricco di contrasti: seminativi, vigneti e oliveti si alternano, infatti, a boschi di querce, cerri, pini, abeti, castagni, frassini e aceri mentre sulle sponde dei corsi d'acqua, che rendono l'agro comunale particolarmente fertile e docile all'opera dell'uomo, crescono rigogliose diverse specie di vegetazione riparia. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, sono rappresentati tre monti verdi, sormontati da sei fiamme rosse, disposte in fascia. La redazione non ne ha ottenuto l'autorizzazione alla riproduzione.

Centro collinare di origini molto antiche, sorretto dalle tradizionali attività rurali, dalla piccola industria e dal commercio. Quasi la metà degli apicesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nei valori medi, si concentra nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce invece nella località di Apice Vecchio, in molte case sparse sui fondi e in numerosi aggregati urbani elementari. L'abitato, dalla pianta quasi ovale, è posto sulla sommità di una piccola collina, da cui si affaccia sulle acque del fiume Calore. Il profilo geometrico del territorio comunale è vario e irregolare e il paesaggio ricco di contrasti: seminativi, vigneti e oliveti si alternano, infatti, a boschi di querce, cerri, pini, abeti, castagni, frassini e aceri mentre sulle sponde dei corsi d'acqua, che rendono l'agro comunale particolarmente fertile e docile all'opera dell'uomo, crescono rigogliose diverse specie di vegetazione riparia. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, sono rappresentati tre monti verdi, sormontati da sei fiamme rosse, disposte in fascia. La redazione non ne ha ottenuto l'autorizzazione alla riproduzione.

Storia

Abitata fin dall'epoca preromana, come attestano numerosi ritrovamenti archeologici (lapidi, cippi funerari e monili di diversi periodi), fu possedimento, nell'XI secolo d.C., dei conti di Ariano. Nel 1113 fu distrutta dai beneventani, in lotta con i normanni e più tardi divenne feudo del conte Ruggiero di Buonalbergo; successivamente passò ai Balbano, ai Maletta, ai San Giorgio e ai Sabrano. Nel 1435 se ne impossessò Alfonso I d'Aragona, che la donò alla famiglia Guevara, e nel 1456 fu gravemente colpita da un forte terremoto, che fece più di mille vittime. Passò quindi di signore in signore fin quando, nel Settecento, fu elevata al rango di ducato e assegnata alla famiglia Di Tocco. Il toponimo deriva probabilmente dal latino APEX, ‘apice, vertice, sommità', in riferimento alla sua posizione geografica. Domina l'antico abitato il castello normanno, edificato prima dell'VIII secolo e ampiamente rimaneggiato. Di grande interesse è l'abbazia di Santa Maria Assunta (XII secolo), a tre navate, adorna di un altare in marmo di grande pregio. Nel convento cappuccino di Sant'Antonio, risalente al 1535, si conserva un ritratto duecentesco del Santo; poche rovine restano, invece, di un convento fondato, secondo la tradizione, da San Francesco. Dopo le due violente scosse sismiche che hanno ampiamente danneggiato il centro storico nel 1962 e nel 1980, l'abitato è stato trasferito su una collina posta di fronte all'antico insediamento.

Abitata fin dall'epoca preromana, come attestano numerosi ritrovamenti archeologici (lapidi, cippi funerari e monili di diversi periodi), fu possedimento, nell'XI secolo d.C., dei conti di Ariano. Nel 1113 fu distrutta dai beneventani, in lotta con i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNI'>normanni</a> e più tardi divenne feudo del conte Ruggiero di Buonalbergo; successivamente passò ai Balbano, ai Maletta, ai San Giorgio e ai Sabrano. Nel 1435 se ne impossessò Alfonso I <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DARAGONA'>d'Aragona</a>, che la donò alla famiglia Guevara, e nel 1456 fu gravemente colpita da un forte terremoto, che fece più di mille vittime. Passò quindi di signore in signore fin quando, nel Settecento, fu elevata al rango di ducato e assegnata alla famiglia Di Tocco. Il toponimo deriva probabilmente dal latino APEX, ‘apice, vertice, sommità', in riferimento alla sua posizione geografica. Domina l'antico abitato il castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNO'>normanno</a>, edificato prima dell'VIII secolo e ampiamente rimaneggiato. Di grande interesse è l'abbazia di Santa Maria Assunta (XII secolo), a tre navate, adorna di un altare in marmo di grande pregio. Nel convento cappuccino di Sant'Antonio, risalente al 1535, si conserva un ritratto duecentesco del Santo; poche rovine restano, invece, di un convento fondato, secondo la tradizione, da San Francesco. Dopo le due violente scosse sismiche che hanno ampiamente danneggiato il centro storico nel 1962 e nel 1980, l'abitato è stato trasferito su una collina posta di fronte all'antico insediamento.

Economia

Le tradizionali attività rurali, che si articolano nella produzione di cereali, uva, olive, frutta e tabacco e nell'allevamento di ovini, bovini e suini, costituiscono ancora una buona fonte di reddito e occupazione. L'industria si compone perlopiù di piccole imprese, attive nei comparti alimentare, tessile, delle confezioni, della pelletteria e della lavorazione dei metalli; tuttora vive, inoltre, sono attività artigianali, quali la lavorazione del ferro e la decorazione del vetro. All'interno del terziario sportelli bancari e agenzie assicurative e di consulenza informatica si affiancano a un discreto numero di esercizi commerciali. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita le scuole dell'obbligo; le strutture culturali sono rappresentate da un museo civico e da due biblioteche, quella comunale e quella dei frati cappuccini; l'apparato ricettivo annovera esercizi di ristoro ma non strutture per il soggiorno; l'assistenza sanitaria è garantita da un servizio di guardia medica e dalla farmacia.

Le tradizionali attività rurali, che si articolano nella produzione di cereali, uva, olive, frutta e tabacco e nell'allevamento di ovini, bovini e suini, costituiscono ancora una buona fonte di reddito e occupazione. L'industria si compone perlopiù di piccole imprese, attive nei comparti alimentare, tessile, delle confezioni, della pelletteria e della lavorazione dei metalli; tuttora vive, inoltre, sono attività artigianali, quali la lavorazione del ferro e la decorazione del vetro. All'interno del terziario sportelli bancari e agenzie assicurative e di consulenza informatica si affiancano a un discreto numero di esercizi commerciali. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita le scuole dell'obbligo; le strutture culturali sono rappresentate da un museo civico e da due biblioteche, quella comunale e quella dei frati cappuccini; l'apparato ricettivo annovera esercizi di ristoro ma non strutture per il soggiorno; l'assistenza sanitaria è garantita da un servizio di guardia medica e dalla farmacia.

Relazioni

Immersa in una vegetazione lussureggiante e ricca di testimonianze archeologiche, costituisce una meta turistica di particolare interesse. Un'ulteriore attrattiva nei confronti dei centri limitrofi è rappresentata dalle manifestazioni organizzate dalla comunità: la più caratteristica è quella intitolata “Due notti al castello” (giugno), che si tiene nell'antico centro storico abbandonato e mostra la vita quotidiana di un tempo attraverso il riallestimento di vecchie botteghe, mostre di pittura ed esposizioni di oggetti artigianali. Il programma delle manifestazioni locali comprende inoltre la “Festa dell'emigrante” (settembre), dedicata ai membri della comunità che hanno scelto di vivere altrove, e l'esposizione di antiquariato detta “Anticapice” (penultimo fine settimana di ogni mese). La festa del Patrono, San Giovanni Battista, si celebra il 24 giugno.

Immersa in una vegetazione lussureggiante e ricca di testimonianze archeologiche, costituisce una meta turistica di particolare interesse. Un'ulteriore attrattiva nei confronti dei centri limitrofi è rappresentata dalle manifestazioni organizzate dalla comunità: la più caratteristica è quella intitolata “Due notti al castello” (giugno), che si tiene nell'antico centro storico abbandonato e mostra la vita quotidiana di un tempo attraverso il riallestimento di vecchie botteghe, mostre di pittura ed esposizioni di oggetti artigianali. Il programma delle manifestazioni locali comprende inoltre la “Festa dell'emigrante” (settembre), dedicata ai membri della comunità che hanno scelto di vivere altrove, e l'esposizione di antiquariato detta “Anticapice” (penultimo fine settimana di ogni mese). La festa del Patrono, San Giovanni Battista, si celebra il 24 giugno.

Località

Ambrosini, Apice Nuovo, Apice Vecchio, Calvano, Casone, Castelfiego, Casuccio, Errico, Fierro, Fontana Romana, Frattolillo, Fruci, Genca, Iebba, Macchione, Morroni, Pepe, San Donato, San Francesco, San Lorenzo, San Martino, Sant'Antonio, Sant'Isidoro, Selva, Starza, Stazione di Corsano, Tignano, Troisi, Tufo, Vernacchio, Zuccarelli

Ambrosini, Apice Nuovo, Apice Vecchio, Calvano, Casone, Castelfiego, Casuccio, Errico, Fierro, Fontana Romana, Frattolillo, Fruci, Genca, Iebba, Macchione, Morroni, Pepe, San Donato, San Francesco, San Lorenzo, San Martino, Sant'Antonio, Sant'Isidoro, Selva, Starza, Stazione di Corsano, Tignano, Troisi, Tufo, Vernacchio, Zuccarelli

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Apice rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.