Descrizione

Centro collinare di età medievale, sorretto dall’industria e dal commercio, oltre che dalle tradizionali attività rurali. La comunità dei poggiani, con un indice di vecchiaia nella media, vive concentrata prevalentemente nel capoluogo comunale ma risiede anche in alcune altre località (Cerdomare e Osteria Nuova). Nell’abitato, adagiato su un declivio, si possono nettamente distinguere un nucleo antico, situato sulla sommità di una collina e caratterizzato da un pittoresco aspetto medievale, e una parte moderna, interessata negli ultimi decenni da una significativa espansione edilizia. Fanno corona al capoluogo comunale i contrafforti dei monti Sabini e dei monti Lucretili, ammantati di formazioni di lecci, cerri, roverelle e, alle quote più elevate, faggi; buona parte dell’agro poggiano è stata comunque modellata dall’uomo per renderla adatta alle colture e all’insediamento. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un castello rosso, merlato “alla ghibellina” e munito di una torre centrale; la costruzione poggia su una “campagna” per metà d’argento e per metà rossa, con un monte all’italiana a tre cime verdi.

Centro collinare di età medievale, sorretto dall’industria e dal commercio, oltre che dalle tradizionali attività rurali. La comunità dei poggiani, con un indice di vecchiaia nella media, vive concentrata prevalentemente nel capoluogo comunale ma risiede anche in alcune altre località (Cerdomare e Osteria Nuova). Nell’abitato, adagiato su un declivio, si possono nettamente distinguere un nucleo antico, situato sulla sommità di una collina e caratterizzato da un pittoresco aspetto medievale, e una parte moderna, interessata negli ultimi decenni da una significativa espansione edilizia. Fanno corona al capoluogo comunale i contrafforti dei monti Sabini e dei monti Lucretili, ammantati di formazioni di lecci, cerri, roverelle e, alle quote più elevate, faggi; buona parte dell’agro poggiano è stata comunque modellata dall’uomo per renderla adatta alle colture e all’insediamento. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un castello rosso, merlato “alla ghibellina” e munito di una torre centrale; la costruzione poggia su una “campagna” per metà d’argento e per metà rossa, con un monte all’italiana a tre cime verdi.

Storia

Le prime attestazioni della sua esistenza risalgono al 1085 d.C. e sono contenute in alcuni documenti che dichiarano la sua appartenenza all’abbazia di Farfa; tuttavia, numerosi ritrovamenti archeologici attestano la presenza dell’uomo fin dall’antichità. Fece in seguito parte dei feudi degli Anguillara e nel XV secolo pervenne ai Savelli; nel 1461 fu conquistata dalle milizie del condottiero Federico da Montefeltro, inviato da papa Pio II a espugnare i feudi dei baroni che avevano appoggiato gli Angioini nella contesa per il possesso del regno di Napoli. Dopo alterne vicende tornò ai Savelli, che nel 1633, a causa dei debiti contratti, la vendettero ai principi Borghese; appartenne quindi ai Torlonia fino all’abolizione della feudalità. Il toponimo è un composto di “poggio” e di “moiano”; quest’ultimo termine potrebbe essere una formazione prediale da un personale latino MELLIUS o MOLLIUS, con l’aggiunta del suffisso -ANUS. I bombardamenti subiti durante il secondo conflitto mondiale hanno irrimediabilmente danneggiato la parte più antica dell’abitato e raso al suolo il palazzo baronale. Di recente è stata restaurata la parrocchiale di San Giovanni Battista, riportata all’originario stile romanico: sono stati rimessi a nudo gli archi di pietra e le capriate lignee del tetto e sono venuti alla luce affreschi di scuola romana del XVI secolo; la chiesa conserva inoltre una bella statua lignea policroma del Seicento raffigurante l’Assunta. Fuori dell’abitato si trova la piccola chiesa di San Martino, del X secolo, con una bella facciata ornata da un rosone in pietra e da fregi e tratti di bassorilievi di epoca romana.

Le prime attestazioni della sua esistenza risalgono al 1085 d.C. e sono contenute in alcuni documenti che dichiarano la sua appartenenza all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>; tuttavia, numerosi ritrovamenti archeologici attestano la presenza dell’uomo fin dall’antichità. Fece in seguito parte dei feudi degli Anguillara e nel XV secolo pervenne ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SAVELLI'>Savelli</a>; nel 1461 fu conquistata dalle milizie del condottiero Federico da Montefeltro, inviato da papa Pio II a espugnare i feudi dei baroni che avevano appoggiato gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ANGIOINI'>Angioini</a> nella contesa per il possesso del regno di Napoli. Dopo alterne vicende tornò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SAVELLI'>Savelli</a>, che nel 1633, a causa dei debiti contratti, la vendettero ai principi <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>; appartenne quindi ai Torlonia fino all’abolizione della feudalità. Il toponimo è un composto di “poggio” e di “moiano”; quest’ultimo termine potrebbe essere una formazione prediale da un personale latino MELLIUS o MOLLIUS, con l’aggiunta del suffisso -ANUS. I bombardamenti subiti durante il secondo conflitto mondiale hanno irrimediabilmente danneggiato la parte più antica dell’abitato e raso al suolo il palazzo baronale. Di recente è stata restaurata la parrocchiale di San Giovanni Battista, riportata all’originario stile romanico: sono stati rimessi a nudo gli archi di pietra e le capriate lignee del tetto e sono venuti alla luce affreschi di scuola romana del XVI secolo; la chiesa conserva inoltre una bella statua lignea policroma del Seicento raffigurante l’Assunta. Fuori dell’abitato si trova la piccola chiesa di San Martino, del X secolo, con una bella facciata ornata da un rosone in pietra e da fregi e tratti di bassorilievi di epoca romana.

Economia

La produzione di cereali, olive e uva nonché l’allevamento di ovini, equini e bovini mantengono una certa rilevanza ma non costituiscono più l’asse portante dell’economia poggiana, attualmente sorretta dal terziario e da un vivace e diversificato apparato industriale, in grado di assorbire manodopera proveniente anche dall’esterno: tra i diversi comparti presenti si segnalano quelli alimentare, edile, delle confezioni e della produzione e distribuzione di gas. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, possiede un istituto tecnico commerciale e una biblioteca comunale; l’apparato ricettivo comprende sia ristoranti sia strutture per il soggiorno e le strutture sanitarie annoverano il presidio distrettuale, un consultorio familiare, un ambulatorio di salute mentale, attivo anche per i minori, e un’unità di terapia riabilitativa.

La produzione di cereali, olive e uva nonché l’allevamento di ovini, equini e bovini mantengono una certa rilevanza ma non costituiscono più l’asse portante dell’economia poggiana, attualmente sorretta dal terziario e da un vivace e diversificato apparato industriale, in grado di assorbire manodopera proveniente anche dall’esterno: tra i diversi comparti presenti si segnalano quelli alimentare, edile, delle confezioni e della produzione e distribuzione di gas. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, possiede un istituto tecnico commerciale e una biblioteca comunale; l’apparato ricettivo comprende sia ristoranti sia strutture per il soggiorno e le strutture sanitarie annoverano il presidio distrettuale, un consultorio familiare, un ambulatorio di salute mentale, attivo anche per i minori, e un’unità di terapia riabilitativa.

Relazioni

Rinomata per la dolcezza del clima e la bellezza del paesaggio, vanta tra le sue principali iniziative culturali il premio letterario “Carmen Sabinum”, istituito nel 1982 e dedicato alla poesia e alla saggistica sulla Sabina. Tra le manifestazioni tradizionali spicca l’Infiorata del Corpus Domini, che per la tecnica di esecuzione e per la qualità dei fiori utilizzati è considerata la più bella dell’intera regione; nella stessa giornata si svolge anche la sagra della bruschetta, condita con il rinomato olio locale. Molto suggestiva è la processione che si snoda per le vie dell’abitato il Venerdì Santo: è tradizione che la statua dell’Addolorata sfili tra donne vestite di nero, che porteranno questo lutto simbolico per un anno o due. Agli amanti della buona cucina sono riservate le molte specialità della gastronomia locale, come i “maccaruni” e, fra i dolci, i “turzitti”, le “fettarelle” e i “pizzicotti”, tutti a base di frutta secca. La festa del Patrono San Sebastiano si celebra il 20 gennaio.

Rinomata per la dolcezza del clima e la bellezza del paesaggio, vanta tra le sue principali iniziative culturali il premio letterario “Carmen Sabinum”, istituito nel 1982 e dedicato alla poesia e alla saggistica sulla Sabina. Tra le manifestazioni tradizionali spicca l’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=INFIORATA'>Infiorata</a> del Corpus Domini, che per la tecnica di esecuzione e per la qualità dei fiori utilizzati è considerata la più bella dell’intera regione; nella stessa giornata si svolge anche la sagra della bruschetta, condita con il rinomato olio locale. Molto suggestiva è la processione che si snoda per le vie dell’abitato il Venerdì Santo: è tradizione che la statua dell’Addolorata sfili tra donne vestite di nero, che porteranno questo lutto simbolico per un anno o due. Agli amanti della buona cucina sono riservate le molte specialità della gastronomia locale, come i “maccaruni” e, fra i dolci, i “turzitti”, le “fettarelle” e i “pizzicotti”, tutti a base di frutta secca. La festa del Patrono San Sebastiano si celebra il 20 gennaio.

Località

Cerdomare, Osteria Nuova

Cerdomare, Osteria Nuova

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Poggio Moiano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.