Descrizione

Comune di pianura, di probabile origine romana, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole affiancate da modeste iniziative industriali. I pezzanesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; solo pochissimi risiedono in nuclei urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato si presenta con una forma dispersa a raggiera, lungo l’asse di alcune strade vicinali.

Comune di pianura, di probabile origine romana, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole affiancate da modeste iniziative industriali. I pezzanesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; solo pochissimi risiedono in nuclei urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato si presenta con una forma dispersa a raggiera, lungo l’asse di alcune strade vicinali.

Storia

L’origine del toponimo si rifà ad un antico nome gentilizio latino, PECCIUS, seguito dal suffisso -ANA. Infatti, sembra essere appartenuta, sin dall’età romana, alla famiglia Pettia; nonostante le prime documentazioni a riguardo risalgano solo agli ultimi anni del IX secolo, i numerosi reperti archeologici attestano il fatto che il territorio fosse abitato anche in età precedenti. Il castello cittadino, fulcro del borgo, compare solo nel 1231 in un documento di cui si faceva riferimento alla cappella Castri Pezana che si trovava all’interno della costruzione. Tra il 1397 e il 1399 una furibonda lite animò le famiglie degli Avogadro e dei Cagnoli-Centoris: tema della lite era la struttura interna della fortificazione. Dopo aver resistito, nel 1399, ai continui assalti delle truppe di Facino Cane, nel 1402 il castello fu espugnato e incendiato dall’esercito comandato dalla famiglia dei Visconti. Con il consolidamento dello stato piemontese nelle mani dei Savoia, gli Avogadro e i Cagnoli tornarono in possesso del feudo e della fortificazione fino a quando la famiglia degli Avogadro non si estinse del tutto. Nel 1620 i possedimenti passarono per ordine del duca Carlo Emanuele nelle mani di Agostino Siccardi da Pigna e, nel 1650, il castello fu completamente distrutto dalle truppe spagnole. Tra le testimonianze storico-architettoniche di rilievo merita di essere ricordato il già citato castello cittadino, di cui restano solo alcune strutture sotterranee. Per quanto riguarda quello rimasto in superficie, invece, sulle fondamenta della cappella castrense è stata costruita un’abitazione che conserva all’interno alcune parti dell’edificio preesistente.

L’origine del toponimo si rifà ad un antico nome gentilizio latino, PECCIUS, seguito dal suffisso -ANA. Infatti, sembra essere appartenuta, sin dall’età romana, alla famiglia Pettia; nonostante le prime documentazioni a riguardo risalgano solo agli ultimi anni del IX secolo, i numerosi reperti archeologici attestano il fatto che il territorio fosse abitato anche in età precedenti. Il castello cittadino, fulcro del borgo, compare solo nel 1231 in un documento di cui si faceva riferimento alla cappella Castri Pezana che si trovava all’interno della costruzione. Tra il 1397 e il 1399 una furibonda lite animò le famiglie degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=AVOGADRO'>Avogadro</a> e dei Cagnoli-Centoris: tema della lite era la struttura interna della fortificazione. Dopo aver resistito, nel 1399, ai continui assalti delle truppe di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FACINOCANE'>Facino Cane</a>, nel 1402 il castello fu espugnato e incendiato dall’esercito comandato dalla famiglia dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a>. Con il consolidamento dello stato piemontese nelle mani dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=AVOGADRO'>Avogadro</a> e i Cagnoli tornarono in possesso del feudo e della fortificazione fino a quando la famiglia degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=AVOGADRO'>Avogadro</a> non si estinse del tutto. Nel 1620 i possedimenti passarono per ordine del duca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CARLOEMANUELE'>Carlo Emanuele</a> nelle mani di Agostino Siccardi da Pigna e, nel 1650, il castello fu completamente distrutto dalle truppe spagnole. Tra le testimonianze storico-architettoniche di rilievo merita di essere ricordato il già citato castello cittadino, di cui restano solo alcune strutture sotterranee. Per quanto riguarda quello rimasto in superficie, invece, sulle fondamenta della cappella castrense è stata costruita un’abitazione che conserva all’interno alcune parti dell’edificio preesistente.

Economia

Fatta eccezione per gli ordinari uffici municipali e postali, non se ne registrano altri degni di nota. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Nell’economia locale l’agricoltura, basata sulla produzione di riso e ortaggi, conserva un ruolo importante; è praticato anche l’allevamento di avicoli. L’industria è costituita da piccole imprese operanti nei comparti tessile, metallurgico, meccanico ed edile. Data inoltre la vicinanza del fiume Sesia è presente un’impresa di estrazione di sabbia, ghiaia e argilla. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si segnalano strutture sociali degne di nota. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione per le sole classi materne ed elementari. A garantire la diffusione della cultura e dell’informazione è presente una emittente radiotelevisiva, mentre per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale si annovera una biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Fatta eccezione per gli ordinari uffici municipali e postali, non se ne registrano altri degni di nota. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Nell’economia locale l’agricoltura, basata sulla produzione di riso e ortaggi, conserva un ruolo importante; è praticato anche l’allevamento di avicoli. L’industria è costituita da piccole imprese operanti nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a> ed edile. Data inoltre la vicinanza del fiume Sesia è presente un’impresa di estrazione di sabbia, ghiaia e argilla. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si segnalano strutture sociali degne di nota. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione per le sole classi materne ed elementari. A garantire la diffusione della cultura e dell’informazione è presente una emittente radiotelevisiva, mentre per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale si annovera una biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere della tranquillità del luogo, delle bellezze dell’ambiente naturale e di gustare le specialità della sua cucina. È poco frequentata per lavoro, in quanto il modesto livello delle sue attività produttive non consente di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta a raggiungere il capoluogo provinciale e le altre aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: la popolazione vi si rivolge per usufruire dei servizi non disponibili localmente, oltre che per motivi di studio. Non si registrano particolari manifestazioni folcloristiche, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, dedicata a Sant’Eusebia, viene celebrata la prima domenica di agosto. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere della tranquillità del luogo, delle bellezze dell’ambiente naturale e di gustare le specialità della sua cucina. È poco frequentata per lavoro, in quanto il modesto livello delle sue attività produttive non consente di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta a raggiungere il capoluogo provinciale e le altre aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: la popolazione vi si rivolge per usufruire dei servizi non disponibili localmente, oltre che per motivi di studio. Non si registrano particolari manifestazioni folcloristiche, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, dedicata a Sant’Eusebia, viene celebrata la prima domenica di agosto. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

Località

Molino Priale

Molino Priale

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pezzana rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.