Descrizione

Comune di montagna, sorto nel Medioevo in un territorio popolato probabilmente fin dalla remota antichità; trae sostentamento prevalentemente dalle tradizionali attività rurali. La comunità dei pannaranesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, si distribuisce nel capoluogo comunale e in numerose case sparse sui fondi. L'abitato, posto su un declivio ai piedi del massiccio del Partenio, gode di una splendida vista su uno dei più incantevoli panorami di tutta la regione: dai suoi belvedere, infatti, lo sguardo si spinge fino al monte Taburno, attraversando l'ampia Valle Caudina. Il territorio comunale si distende in parte su colline rivestite di seminativi, in parte sulla dorsale calcarea dei monti d'Avella, ammantata da una folta vegetazione di aceri, frassini, castagni e noccioli selvatici nonché da splendide foreste di faggio, che si associa alle quote meno elevate all'ontano napoletano. Composta da piccoli mammiferi, rettili, uccelli, anfibi e invertebrati, la fauna è tra le più ricche della regione, nonostante l'intensa pratica venatoria.

Comune di montagna, sorto nel Medioevo in un territorio popolato probabilmente fin dalla remota antichità; trae sostentamento prevalentemente dalle tradizionali attività rurali. La comunità dei pannaranesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, si distribuisce nel capoluogo comunale e in numerose case sparse sui fondi. L'abitato, posto su un declivio ai piedi del massiccio del Partenio, gode di una splendida vista su uno dei più incantevoli panorami di tutta la regione: dai suoi belvedere, infatti, lo sguardo si spinge fino al monte Taburno, attraversando l'ampia Valle Caudina. Il territorio comunale si distende in parte su colline rivestite di seminativi, in parte sulla dorsale calcarea dei monti d'Avella, ammantata da una folta vegetazione di aceri, frassini, castagni e noccioli selvatici nonché da splendide foreste di faggio, che si associa alle quote meno elevate all'ontano napoletano. Composta da piccoli mammiferi, rettili, uccelli, anfibi e invertebrati, la fauna è tra le più ricche della regione, nonostante l'intensa pratica venatoria.

Storia

Frequentata forse al tempo delle guerre tra romani e sanniti (III secolo a.C.), appare in alcuni documenti del XIII secolo come casale di Roccabascerana, col nome di Pandarano. Nei primi anni del Trecento divenne feudo della famiglia Della Leonessa, sotto la cui egida rimase fino al 1485, anno in cui fu alienata a tale Martino Marziale di Napoli, consigliere di Ferdinando I d'Aragona. Alla morte di Marziale, che non aveva lasciato eredi, tornò alla corona; nel 1498 fu donata ai Caracciolo, che la detennero fino al XVIII secolo. Appartenuta alla provincia del principato Ultra, il cui capoluogo era Avellino, passò nel 1861 a quella di Benevento. Il toponimo è una formazione prediale, con l'aggiunta del suffisso -ANUS, da un personale latino incerto, forse un PANNARIUS. Oltre alla chiesa seicentesca di San Giovanni Battista, situata nella parte alta dell'abitato, e a quella della Madonna delle Grazie, eretta nel 1779, riveste una particolare importanza la chiesa del Carmine: già esistente nel Cinquecento e divenuta, nel 1850, cappella privata della famiglia D'Alessio, conserva al suo interno una pregevole statua lignea settecentesca raffigurante la Madonna del Carmelo. Dell'antica cinta muraria resta una torre d'angolo cilindrica con base a scarpa; il castello, eretto probabilmente nel Trecento, è stato abbondantemente rimaneggiato per diventare residenza signorile dei Caracciolo prima e dei Cocozza poi.

Frequentata forse al tempo delle guerre tra romani e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITI'>sanniti</a> (III secolo a.C.), appare in alcuni documenti del XIII secolo come casale di Roccabascerana, col nome di Pandarano. Nei primi anni del Trecento divenne feudo della famiglia Della Leonessa, sotto la cui egida rimase fino al 1485, anno in cui fu alienata a tale Martino Marziale di Napoli, consigliere di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=FERDINANDOIDARAGONA'>Ferdinando I d'Aragona</a>. Alla morte di Marziale, che non aveva lasciato eredi, tornò alla corona; nel 1498 fu donata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a>, che la detennero fino al XVIII secolo. Appartenuta alla provincia del principato Ultra, il cui capoluogo era Avellino, passò nel 1861 a quella di Benevento. Il toponimo è una formazione prediale, con l'aggiunta del suffisso -ANUS, da un personale latino incerto, forse un PANNARIUS. Oltre alla chiesa seicentesca di San Giovanni Battista, situata nella parte alta dell'abitato, e a quella della Madonna delle Grazie, eretta nel 1779, riveste una particolare importanza la chiesa del Carmine: già esistente nel Cinquecento e divenuta, nel 1850, cappella privata della famiglia D'Alessio, conserva al suo interno una pregevole statua lignea settecentesca raffigurante la Madonna del Carmelo. Dell'antica cinta muraria resta una torre d'angolo cilindrica con base a scarpa; il castello, eretto probabilmente nel Trecento, è stato abbondantemente rimaneggiato per diventare residenza signorile dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a> prima e dei Cocozza poi.

Economia

Saldamente ancorata alle proprie tradizioni, la comunità pannaranese trae sostentamento da un'economia eminentemente rurale: infatti, è ancora l'agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, ortaggi, frutta e uva, a costituire la principale risorsa economica locale; alla viticoltura è legata inoltre la produzione di un ottimo vino, il Pannarano. L'industria, ferma a uno stadio embrionale di sviluppo, è costituita da alcune piccole aziende, attive nei comparti dei prodotti alimentari, del legno e della lavorazione dei metalli. Modesto è anche il livello di sviluppo del terziario, che pure include una rete di distribuzione commisurata alle esigenze della comunità e, tra i servizi privati, sportelli bancari. Dispone di scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado, le strutture culturali sono rappresentate da una biblioteca comunale. Il servizio sanitario è assicurato dalla presenza della farmacia; il suo apparato ricettivo, tuttavia, non offre possibilità di ristorazione né di soggiorno.

Saldamente ancorata alle proprie tradizioni, la comunità pannaranese trae sostentamento da un'economia eminentemente rurale: infatti, è ancora l'agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, ortaggi, frutta e uva, a costituire la principale risorsa economica locale; alla viticoltura è legata inoltre la produzione di un ottimo vino, il Pannarano. L'industria, ferma a uno stadio embrionale di sviluppo, è costituita da alcune piccole aziende, attive nei comparti dei prodotti alimentari, del legno e della lavorazione dei metalli. Modesto è anche il livello di sviluppo del terziario, che pure include una rete di distribuzione commisurata alle esigenze della comunità e, tra i servizi privati, sportelli bancari. Dispone di scuole per l'istruzione primaria e secondaria di primo grado, le strutture culturali sono rappresentate da una biblioteca comunale. Il servizio sanitario è assicurato dalla presenza della farmacia; il suo apparato ricettivo, tuttavia, non offre possibilità di ristorazione né di soggiorno.

Relazioni

La mancanza di strutture ricettive non permette una piena valutazione delle potenzialità turistiche del comprensorio comunale, che, inserito per gran parte della sua estensione nel Parco naturale regionale del Partenio, offre la possibilità di immergersi in un ambiente naturalistico incontaminato e ricco di flora e di fauna. Il centro storico è sede di una sagra molto rinomata, dedicata a uno dei prodotti italiani più pregiati, il porcino (14 e 15 agosto). Tra le feste religiose, spiccano quelle di Maria Santissima delle Grazie (2 luglio) e di Maria Santissima dell'Assunta (15 agosto). La festa del Patrono, San Giovanni Battista, si celebra il 24 giugno.

La mancanza di strutture ricettive non permette una piena valutazione delle potenzialità turistiche del comprensorio comunale, che, inserito per gran parte della sua estensione nel Parco naturale regionale del Partenio, offre la possibilità di immergersi in un ambiente naturalistico incontaminato e ricco di flora e di fauna. Il centro storico è sede di una sagra molto rinomata, dedicata a uno dei prodotti italiani più pregiati, il porcino (14 e 15 agosto). Tra le feste religiose, spiccano quelle di Maria Santissima delle Grazie (2 luglio) e di Maria Santissima dell'Assunta (15 agosto). La festa del Patrono, San Giovanni Battista, si celebra il 24 giugno.

Località

Acqua delle Vene, Valle di Piedimonte

Acqua delle Vene, Valle di Piedimonte

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pannarano rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.