Comune di Pamparato: storia, economia, news e indirizzi utili

Descrizione

Comune di montagna, di origine medievale, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole e su un crescente sviluppo del turismo. I pamparatesi, che presentano un indice di vecchiaia tra i più elevati della regione, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, le località di Serra e Valcasotto, pochi nuclei urbani minori e un elevato numero di case sparse. Il territorio, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.004 metri di quota. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, è posto in una conca, arrampicato su un pendìo alla destra del torrente e intorno alla parrocchiale. Lo stemma comunale, troncato, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, rappresenta, nella prima sezione, azzurra, una colomba d’argento in volo, raffigurata nell’atto di trattenere, nel becco, un ramoscello di ulivo verde; il secondo campo, rosso, reca l’immagine di un cane nero, fermo su una verde pianura, nell’atto di trattenere, in bocca, una pagnotta d’oro con due macchie rosse. Sotto lo scudo, su una lista azzurra, bifida e svolazzante, spicca il motto in lettere maiuscole nere: HABENT PANEM PARATUM.

Storia

Il toponimo, attestato nel 1202 come “Panis paratus”, trova giustificazione nella qualità del terreno, particolarmente fertile e produttivo, per cui il pane si trova “paratus”, cioé ‘pronto’, senza necessità di particolare fatica. Le prime notizie certe relative all’esistenza del borgo risalgono al 901, anno in cui il vescovo di Asti ricevette in dono dall’imperatore Ludovico III alcuni terreni del pamparatese. Fu possedimento del marchesato di Ceva; nel 1214 venne ceduta al vescovo di Asti dal marchese Guglielmo, rimanendo sotto la giurisdizione della diocesi astigiana fino al 1768. Fra il XIV e il XV secolo la giurisdizione passò dapprima agli Angiò, poi ai Visconti e infine agli Orleans. Nel 1391 si dotò di propri Statuti. Dal 1531, quando Carlo II di Savoia ricevette dall’imperatore Carlo V la signoria di Asti e del marchesato di Ceva, passò sotto la giurisdizione di diverse famiglie, fino a pervenire ai Cordero di Mondovì e Roburent che la tennero sino al 1797, cioè sino all’abolizione dei titoli feudali. In seguito fu strettamente legata alle vicende di Casa Savoia, a quelle dell’unità nazionale e nel secondo conflitto mondiale alla Resistenza. Sotto il profilo storico-architettonico meritano una citazione: la parrocchiale di San Biagio, costruita intorno al 1648, che conserva un prestigioso altare maggiore in stile barocco genovese, costruito con ricercati marmi policromi; l’oratorio di Sant’Antonio, in stile barocco piemontese; la cappella di San Bernardo, costruita intorno all’XI secolo; il santuario della Beata Vergine delle Grazie e San Pietro, edificata nel XVII secolo; il castello dei marchesi Cordero, del XVIII secolo; il ponte del Molino, di epoca romana; infine, le altre chiese disseminate sul territorio.

Il toponimo, attestato nel 1202 come “Panis paratus”, trova giustificazione nella qualità del terreno, particolarmente fertile e produttivo, per cui il pane si trova “paratus”, cioé ‘pronto’, senza necessità di particolare fatica. Le prime notizie certe relative all’esistenza del borgo risalgono al 901, anno in cui il vescovo di Asti ricevette in dono dall’imperatore Ludovico III alcuni terreni del pamparatese. Fu possedimento del marchesato di Ceva; nel 1214 venne ceduta al vescovo di Asti dal marchese Guglielmo, rimanendo sotto la giurisdizione della diocesi astigiana fino al 1768. Fra il XIV e il XV secolo la giurisdizione passò dapprima agli Angiò, poi ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> e infine agli Orleans. Nel 1391 si dotò di propri Statuti. Dal 1531, quando Carlo II di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a> ricevette dall’imperatore <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CARLOV'>Carlo V</a> la signoria di Asti e del marchesato di Ceva, passò sotto la giurisdizione di diverse famiglie, fino a pervenire ai Cordero di Mondovì e Roburent che la tennero sino al 1797, cioè sino all’abolizione dei titoli feudali. In seguito fu strettamente legata alle vicende di Casa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, a quelle dell’unità nazionale e nel secondo conflitto mondiale alla Resistenza. Sotto il profilo storico-architettonico meritano una citazione: la parrocchiale di San Biagio, costruita intorno al 1648, che conserva un prestigioso altare maggiore in stile barocco genovese, costruito con ricercati marmi policromi; l’oratorio di Sant’Antonio, in stile barocco piemontese; la cappella di San Bernardo, costruita intorno all’XI secolo; il santuario della Beata Vergine delle Grazie e San Pietro, edificata nel XVII secolo; il castello dei marchesi Cordero, del XVIII secolo; il ponte del Molino, di epoca romana; infine, le altre chiese disseminate sul territorio.

Economia

È sede di Pro Loco. Le caratteristiche orografiche dell’area hanno condizionato lo sviluppo dell’economia: esclusa la possibilità di praticare l’agricoltura su vasta scala, il settore primario è presente con l’allevamento di bovini e avicoli. Si pratica anche la silvicoltura. Il settore economico secondario è rappresentato da aziende operanti nei comparti alimentare, del legno ed edile. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e immobiliare. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo e quelle sociali annoverano una casa di riposo. All’arricchimento culturale provvedono la biblioteca civica e il “Museo degli usi e dei costumi della gente di montagna”. Le strutture ricettive comprendono un’azienda agrituristica e offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’apparato sanitario necessita anche della farmacia.

Relazioni

Costituisce una meta turistica molto apprezzata soprattutto nel periodo estivo, ma anche invernale, grazie alla presenza nelle vicinanza di alcune località sciistiche. Contribuiscono a richiamare visitatori inoltre, gli appuntamenti consueti che vi si svolgono; tra tutti si segnala: il concerto di musica classica, il 15 agosto con circa cinquanta strumenti; la rassegna “Mestieri in piazza”, ad aprile con mostra mercato dell’artigianato; la fiera del grano saraceno e della castagna bianca, a novembre; il mercatino di Natale, a dicembre. Il Patrono, San Biagio, si festeggia il 3 febbraio.

Località

Cattini, Lorie, Serra, Valcasotto

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pamparato rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

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