Descrizione

Piccola comunità collinare, di origine medievale, ha un’economia basata su attività agricole. Gli orsaresi, aventi un indice di vecchiaia raramente riscontrabile, vivono principalmente nel capoluogo comunale; il resto degli abitanti si distribuisce nella località San Quirico, negli aggregati urbani minori di Moglia, Piano e Sabine, nonché in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 139 a un massimo di 332 metri sul livello del mare. L’abitato è posto sul ciglio di un contrafforte collinare dominante, da destra, il corso del fiume Bormida.

Piccola comunità collinare, di origine medievale, ha un’economia basata su attività agricole. Gli orsaresi, aventi un indice di vecchiaia raramente riscontrabile, vivono principalmente nel capoluogo comunale; il resto degli abitanti si distribuisce nella località San Quirico, negli aggregati urbani minori di Moglia, Piano e Sabine, nonché in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 139 a un massimo di 332 metri sul livello del mare. L’abitato è posto sul ciglio di un contrafforte collinare dominante, da destra, il corso del fiume Bormida.

Storia

Il toponimo è attestato, a partire dall’anno 1135, attraverso la forma di “Ursaria”, derivante da URSUS, a cui è applicato il suffisso -ARIUS. Il valore della denominazione sarà dunque ‘luogo proprio degli orsi’. Le sue origini risalgono al periodo medievale, come attestato da documenti risalenti al 1260 in cui, per la prima volta, si parla di questo insediamento. Venne coinvolta nelle lotte che si ebbero tra il vescovo di Acqui e la città di Alessandria per l’egemonia sull’area acquese. Nel XIII secolo risulta tra le terre che Federico II di Svevia riceveva in pegno da Guglielmo del Monferrato in cambio di novemila marchi d’oro. Successivamente passò sotto il dominio dei Malaspina e, dopo un breve periodo durante il quale appartenne alla camera ducale di Monferrato, venne ceduta come feudo, insieme a Morsasco, a Giovanni Battista Lodrone. Alla fine del XVI secolo venne scorporata da Morsasco e venduta a Sebastiano Ferraris, famiglia che deterrà il possesso del castello fino agli anni della rivoluzione francese. Tra le testimonianze storico-architettoniche di maggior valore occorre citare: il castello costruito intorno al 1500, rimaneggiato nel XVIII secolo e mantenente oggi un discreto stato di conservazione, soprattutto nella parte centrale; la chiesa dell’Annunziata, ridotta purtroppo a magazzino e deposito di attrezzi; la parrocchiale di San Martino, di cui si hanno notizie dal 1276, rimaneggiata più volte tra il XVII e XIX secolo; la chiesa di San Sebastiano, costruita in forme neo-romaniche alla fine del 1800; il santuario dell’Uvallare, dedicato alla Natività di Maria.

Il toponimo è attestato, a partire dall’anno 1135, attraverso la forma di “Ursaria”, derivante da URSUS, a cui è applicato il suffisso -ARIUS. Il valore della denominazione sarà dunque ‘luogo proprio degli orsi’. Le sue origini risalgono al periodo medievale, come attestato da documenti risalenti al 1260 in cui, per la prima volta, si parla di questo insediamento. Venne coinvolta nelle lotte che si ebbero tra il vescovo di Acqui e la città di Alessandria per l’egemonia sull’area acquese. Nel XIII secolo risulta tra le terre che Federico II di Svevia riceveva in pegno da Guglielmo del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a> in cambio di novemila marchi d’oro. Successivamente passò sotto il dominio dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MALASPINA'>Malaspina</a> e, dopo un breve periodo durante il quale appartenne alla camera ducale di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a>, venne ceduta come feudo, insieme a Morsasco, a Giovanni Battista Lodrone. Alla fine del XVI secolo venne scorporata da Morsasco e venduta a Sebastiano Ferraris, famiglia che deterrà il possesso del castello fino agli anni della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=RIVOLUZIONEFRANCESE'>rivoluzione francese</a>. Tra le testimonianze storico-architettoniche di maggior valore occorre citare: il castello costruito intorno al 1500, rimaneggiato nel XVIII secolo e mantenente oggi un discreto stato di conservazione, soprattutto nella parte centrale; la chiesa dell’Annunziata, ridotta purtroppo a magazzino e deposito di attrezzi; la parrocchiale di San Martino, di cui si hanno notizie dal 1276, rimaneggiata più volte tra il XVII e XIX secolo; la chiesa di San Sebastiano, costruita in forme neo-romaniche alla fine del 1800; il santuario dell’Uvallare, dedicato alla Natività di Maria.

Economia

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata la presenza della Pro Loco. L’agricoltura rimane ancora oggi la principale fonte di ricchezza degli orsaresi: si producono uva (rinomati sono i vini che ne derivano come il Barbera del Monferrato), cereali, foraggi e frutta; si pratica anche l’allevamento di avicoli e bovini. L’industria, modestamente sviluppata, è costituita da poche aziende che operano nei comparti: alimentari, della lavorazione del legno, della metallurgia e dell’edilizia. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Il servizio sanitario sul posto non è assicurato nemmeno al livello di base.

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata la presenza della Pro Loco. L’agricoltura rimane ancora oggi la principale fonte di ricchezza degli orsaresi: si producono uva (rinomati sono i vini che ne derivano come il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BARBERA'>Barbera</a> del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a>), cereali, foraggi e frutta; si pratica anche l’allevamento di avicoli e bovini. L’industria, modestamente sviluppata, è costituita da poche aziende che operano nei comparti: alimentari, della lavorazione del legno, della metallurgia e dell’edilizia. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Il servizio sanitario sul posto non è assicurato nemmeno al livello di base.

Relazioni

Durante la stagione estiva è meta di un discreto afflusso turistico di villeggianti desiderosi di trascorrervi dei piacevoli soggiorni all’insegna della tranquillità. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si registrano significative manifestazioni culturali o ricreative che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, in onore di San Martino, si celebra l’11 novembre.

Durante la stagione estiva è meta di un discreto afflusso turistico di villeggianti desiderosi di trascorrervi dei piacevoli soggiorni all’insegna della tranquillità. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si registrano significative manifestazioni culturali o ricreative che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, in onore di San Martino, si celebra l’11 novembre.

Località

Moglia, San Quirico

Moglia, San Quirico

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Orsara Bormida rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.